sabato 25 dicembre 2010

LA FIABA DI PAESE

Nasce ...
dalla bruma  del mattino
quando la terra
suda di poesia.

Dal freddo della notte,
dal caldo letto che
copre i suoi germogli
come madre
protegge le creature,
serbate in seno suo.

Lunghi sentieri di ...
strade bianche a neve
che pare sabbia di mare
innamorata al sole.

Accompagnate,
da oleandri in fiore,
che la penombra
protegge  per ritegno.

E proprio  in fondo
dove la strada muore
sempre una casa.

Abbandonata e triste.

E poi i casali
di contadini in viaggio,
e agnelli, capri,
e vacche in transumanza
che vanno ...

Con qualche cane
che li accompagna sempre
sino al tramonto,
quando il pastore stanco
coglie il suo gregge
per celarlo ai lupi.

Nasce dai venti che
son passati prima
ed han giocato
con gli ultimi pensieri
han raccontato che
in posti assai lontani
nascono streghe
che fanno le fatture.

Vivono maghi che
fanno le magie,
trasformano in vero
ogni fantasia.

Nasce dai sogni
della gente viva
che la racconta
per non morire dentro.

Dai sogni dei bambini in culla,
che cercano ristoro da una mamma,
che sempre canta
la vecchia ninna nanna.

Ma la leggenda
della fiaba antica
e fatta di guerrieri e principesse
di fate mostri, gnomi, nani,
ed elfi strani
che tengono cappelli sulla testa
basta rubarlo per essere felici.

E tutto questo
mentre un fiume scorre
passano carri, e ulala la cagna,
cantano le donne nennie antiche
crescono i figli ...
e muoiono le rose

mercoledì 22 dicembre 2010

Natale dei poveri

C'è luce fioca,

in quella povertà.

Fatta di una stanza, e poche cose .

False speranze semplici pensieri

e fantasie, di fichi secchi ...

Pane raffermo e sogni

ormai in soffitta.


Si vergognava,

quel Natale Santo

di entrare in una casa .

      Senza Dio.

E manco lui ...

Che pure lo sapeva

s'era fermato

per fare il suo dovere.


Dimenticandosi ...

Fra tanta festa e luci

che son più poveri

il giorno della festa.

venerdì 17 dicembre 2010

IL DISPETTO

Quando son nato,
la luna stava ancora riposando
dormiva si ... e non si dava pace,
del fatto che non avevo voglia d'aspettarla
e ancora adesso che la sto cercando
lei si permette di fare la ritrosa,
forse arrabbiata, ma non è colpa mia
se sono nato per caso settimino
e tutto è stato per uno spavento
da quando un 'ombra lanciata
sopra un letto m'ha fatto nascere
ma io non lo volevo.
E poi la colpa è stata solo sua
troppo brillante quella notte infame

REGADI DEL TEMPO

E c'è una donna
coi capelli lunghi e neri
con poche onde
di poesia grigia,
in fondo ad una rampa,
dove la luce
arriva per fortuna,
lei sta seduta
e con lo sguardo triste,
molto dolce
disegna con lo sguardo
fantasie di un passato
infisso  sopra i muri antichi,
sentono del sole
la mancanza.
In questa stanza
vi sono poche cose
un tavolo di legno malandato,
un mazzo d'aglio
abbandonato al muro,
una brocca
che aspetta ancora l'acqua,
ed il dipinto della sofferenza
stampato sulla faccia della donna

mercoledì 8 dicembre 2010

LA VALIGIA

Me la sono fatta la valigia io
si questa notte, dopo aver
sognato di Cerina
mi sentivo solo e abbandonato
senza più un sogno, e
senza più una meta
mi son deciso di fare il lungo viaggio
e voglio andare,
senza più un soldo
e senza più una giacca.
Io  voglio andarmene
verso un orizzonte
se pur virtuale che mi dia
speranza anche se  so
che è tutta un'illusione.
Nella valigia ci metto poche cose
una boccetta con tutti i sogni in fumo
una bottiglia con dentro fantasie
e quando arrivo ci metto
dentro l'acqua di paese,
anche una foto sbiadita in bianco
e nero e poi  più niente,
soltanto un cofanetto
con dentro rabbia,
e poco poco amore
misura esatta di quello
che man dato
che appena appena 
si chiude in una mano.

venerdì 3 dicembre 2010

IL PASSERO DISTRATTO

Hanno voci profonde ... i silenzi.

Quando cerchi il bisogno di aria

e ti senti  inseguito  dal tempo.

Sei braccato come una bestia.

I rifugi sono ormai pochi

qualche ombra,

magari una voce

un sorriso ... che vien da lontano.

e' un illuso che tende una mano.

Forse un fiore seccato dal tempo

che è rimasto in mezzo ad un  diario

che nessuno ha ormai voglia d'aprire

per le cose che hai scritto li dentro

e se poi le frasi son tristi ...

 sono pronti a darti la colpa,

per avere nascosto

        una volta

quel pensiero che era d'amore

e che oggi quella sola parola

s'è bruciata alla luce del sole

quando un passero sbagliava

stagione e per questo moriva

            d'inverno.

mercoledì 1 dicembre 2010

OGGI 25 DICEMBRE.2010

Basta disfate pure sto presepe infame
e dite a tutti di tornare a casa
i re magi siano licenziati
tutti i pastori raccolgano gli armenti
gli angeli spengano le trombe
la cometa,vada addosso al sole
quelle due bestie mandatele nei prati
è ora di mangiare fatele brucare
questa capanna datela in regalo
a tutti quelli che non hanno un tetto
e c'è una cosa che io devo dire
dite a mia madre è ora di abortire
non ho più voglia di venire al mondo
per farmi uccidere appena chiedo pane
questo natale non lo voglio fare
mi metto a fianco di chi non può campare
e che a natale deve scioperare, e solo
nella lotta può sperare.

lunedì 29 novembre 2010

NEVE

Sempre più lenta,
e senza alcun motivo
sulle colline e sulle spalle ... cade.
Non ha ritegno,
è sempre più crudele.
Non copre i mali,
ne pulisce l'aria
quella malata, quella che fa male.
Cade in silenzio,
sembra c'ogni fiocco
cerchi rifugio in ogni  anfratto
della nostra terra,
poichè anchessa
ne prova le vergogne
fra le rovine, della povertà,
fra le macerie dell'indifferenza.
Troppi silenzi,
in questi posti amari,
e pure cade senza far rumore
si posa sopra i corpi della gente
che sta sdraiata
sopra le panchine ad aspettare
che almeno, lei la neve
li copra tutti prima di morire
nessuno vede nessuno
può sentire la voce sorda
di chi non vuol morire
e invece muore,
perchè la neve cade
copre quei corpi
che non trovan pace
quando  è di notte e tutto
intorno tace,
troppo invisibili
per chi non vuol vedere

LA FOGLIA SECCA

C'è odore di legno bruciato
in questo lembo di prato innevato
ma è legno bruciato d'inverno
del tutto diverso,
da quello che ho sempre nel cuore,
rivestito di primavera,
quando la sera correvo
senza saperlo a giocare con
quelle faville che veloci, con i sorrisi,
le urla di bimbi ...
s'alzavano verso la luna,
per finire poi spenti nel cielo.
Che belle illusioni a quel tempo
il profumo di ulivo bruciato
questo d'ora è di foglie secche,
di legni che non riconosco.
Messi al fuoco per fare concime.
Come sempre a ricordarmi,
che anche io son foglia secca,
finirò anche io la a bruciare,
e se fossi nella mia terra
quasi niente avrei d'obbiettare

domenica 28 novembre 2010

L' ERETICO

Siamo andati avanti senza un dio
e non abbiamo mai
peccato per davvero
abbiam mangiato terra e tanto sale
abbiamo dissodato terre con le mani
e fatti diventare i sassi terra,
e dalle pietre abbiamo fatto il vino.

Ma lui dov'era quando dalla carne
invece del sudore usciva sangue,
e dalle bocche rabbia, e imprecazioni.

Per vendicarsi  ha fatto ardere
il sole per tre mesi, mandando a monte
il frutto del lavoro,
tutto il raccolto arso in quell'inferno,
che mi ha bruciato armenti 
la famiglia, mi è morto un figlio
senza una tomba gettato
in mezzo ai vermi
invece di sentire ...

Stava  muto, neppure l'ombra
di un segno d'amicizia.

C'è stato un tempo,
che dal  cielo infame
è scesa acqua  fredda
a non finire, portando
morte, fame e distruzione,
qualc'uno disse, ch'è per punizione
mandava guerre e nere pestilenze
causa i peccati dell'umanità.

Ma che c'entriamo noi che lavoriamo
si va bè qualche ubriacatura,
in caso eccezzionale
quando ci sentiamo un po maiali,
dopo il lavoro una masturbazione,
ma non mi pare che sia  necessario
fare del giaciglio il mio sudario.

Già su questa terra infame e maledetta
c'è tanto male, odio e prepotenze
non c'è bisogno di altre interferenze
per rendeci la vita ancor  più grama
e di ingiustizie, ne ha gia fatte tante
una fra tante la torre di Babele
dividere la gente dalle lingue.

Come non bastassero le guerre
la povertà la sete di potere,
la violenza e le prepotenze
fatta sulla pelle delle genti.

E' troppo comodo vivere da dio
se hai coraggio scendi sulla terra
ma io so già che sto parlando
al vento, io perdo tempo qui
non c'è nessuno, soltanto l'ombra
quella mia  sul muro che mentre parlo
mi da soddisfazione, si muove solo
se mi muovo io.

martedì 23 novembre 2010

FIGLI DI ODISSEO

Noi siamo figli di
un tempo che non passa.

Eterni eredi di un
Odisseo che viaggia,
senza una meta e
senza alcun destino.

Muoiono barche
che lente sopra il mare
cantano storie
di vite nate morte.

Lasciare il posto
dove è nato il sole
e gli occhi han visto,
sorridere la luna.

I nostri viaggi,
ormai senza ritorno
son solo barche
abbandonate in mare,
senza ragione
per ritornare a riva.

Si lascia  il posto,
dove si vuol morire.

Invidio Ulisse,
che nonostante tutto
è ritornato all'amata terra,
Penelope viva l'ha visto ritornare.

Soltanto io
che non non ho avuto barche,
quella in cui  vivo,
è ferma già da un pezzo
 in mezzo a un mare e non ha  più
 tempo neppure d'aspettare.

Alla mia terra
non posso più tornare.

Il sangue si fà amaro
come la terra, 
che mi porto dentro
se pure è calda
sento tanto freddo.

domenica 14 novembre 2010

SPERANZE

C'è calma piatta,
su questo mare, infame
ci sono barche
abbandonate al largo
che scrutano dormendo l'orizzonte,
non c'è nessuno
che muovono i timoni
i remi son rientrati nelle barche
e poche volte
vengono cullate
persino il vento se le dimenticate
Si son lasciate addandonare
un giorno,
ora son la ad aspettare un vento,
che porti un sogno
magari una ragione,
e nel frattempo
la luna su nel cielo
manda messaggi
e illumina coi raggi gli spazi
vuoti fra una barca e l'altra
e con le onde pronte alla rivolta
gioca a far le prove della vita,
gocce d'amore per un nuovo mondo
che stà aspettando che
la delusione, diventi forza
nuova propulsione e
mandi a riva le barche abbandonate
per quei bambini seduti sulla riva
che hanno in cuore
nuove speranze nate
per questo mondo tutto da inventare

martedì 9 novembre 2010

Buio

Ci sono stanze
dove non c'è luce
e si barcolla sin
dal primo passo
é inutile che
tendo le mie mani
se c'è silenzio
e qui  non c'è nessuno
cerco me stesso e
...  si fa più buio

giovedì 4 novembre 2010

RIFLESSIONI

Datemi un nome,
che non so chi sono
Ora che le ossa mi trascino
C'è solo rabbia lungo
 il mio cammino
guardo a ritroso la strada
che ho già fatto
e mi dipingo come autoritratto
mi ritrovo vecchio da bambino
senza un futuro, e manco più un passato
come un messaggio
letto e poi lasciato
un vecchio fiume
arso dalla sete

martedì 12 ottobre 2010

VITA DI PAESE

Canti di donne ...
che giungono da valle
canzoni antiche, che spiegano la vita
i panni gocciolanti appena stesi
e cieli azzurri felici in pieno sole
bambini in braccio sereni nel dormire
chi fa la lana sospira e poi riprende
dalle finestre sguardi incuriositi
guardan chi passa, e pensano all'amore
chi cuce i pantaloni e poi sorride
il gelataio che passa, e prende i bimbi
un ragazzino che cade dalla bici
una vecchietta col rosario in mano
il segno della croce verso il cielo
sulla testa sempre un velo nero
ed un barattolo che rotola la strada.

martedì 5 ottobre 2010

LO SPAZIO DI UNA ROSA

Questa mia vita,
è stata un brutto sogno
e non mi sveglio
neppure in pieno giorno
incubi veri anche in pieno sole
dove ogni ora
è amara sofferenza
vita vissuta, solo in apparenza
per darmi l'aria
di sentirmi vivo
in ogni istante ho
sempre combattuto
e poi da sempre,
quello che ho avuto
se pure è stato poco
l'ho dedicato a chi
mi stava accanto
anche se questo
non è mai capito ...
Non ha importanza
la vita è un'altra cosa
vive soltanto lo spazio
di una rosa, la cosa giusta
è che non lasci spine

DALL' ALTRA FACCIA DELLA LUNA

Dall'altra faccia della luna
c'è un cofanetto ricolmo di pensieri
e di ricordi.
Sogni nascosti 
sulla faccia della terra.
Ma in questo posto
dove il silenzio impera,
hanno il coraggio di essere
concreti e trasformarsi in un solo
istante, nelle realtà
che cambiano una vita,
dove le streghe diventano
signore,
dove le fate non credono
a magie,
dove ogni uomo ch'è
vissuto fra mille sofferenze
ritrova
il gusto di essere felice
dove ogni donna che  ha sofferto
doli,
diventa Donna senza condizioni
ed i bambini possono
guardare ad un futuro
giusto da campare
Ma è per questo che servi della
morte
lasciano al buio
dall'altra parte
la faccia della luna
sembra lontana ...
ma a noi è assai
vicina,
ci basterebbe avere solo
un sogno ...la voglia di cambiare
una mattina ...
e poi la luna tornerà ...Serena

domenica 3 ottobre 2010

ARSURA DI MEZZA ESTATE

Cigola e va un
carro lento, lento
rompe il silenzio,
e intanto si allontana.
Da una fontana,
dormiente sulla piazza
scorre dell'acqua,
pigra ma invitante
quanti rigagnoli,
disegnano ...me stesso,
torno ogni tanto,
per respirare ancora.
Lucertole che
giocano fra loro
passi lontani che
sembrano veloci
e l'aria calda distesa sul paese
la voglia di assaggiare
una granita
per far finire questa arsura antica
di mezza estate ...
prima del tramonto

ROSE E FOSCHIE

A capo chino,
stanno nel roseto
le rose rosse
sotto casa mia
fra la foschia,
che fredda l'accarezza,
boccioli a terra
si senton perduti
in questa estate che
sta lasciando il passo
al nuovo autunno
che non sa aspettare.
Poi la rugiada
seduta su quel prato
che ha tanta sete,
si lascia fecondare dal pallido
colore delle foglie, sembra che a notte
sian passate fate, che hanno
pianto l'addio di questa estate
e per ricordo, per non restare sole,
nel regno dei bambini sono andate
Si son portate i petali di rose
per garantirsi nel prossimo
futuro, un'altra estate
dolce e profumata.
Da consegnare al mondo
dell'amore.

lunedì 27 settembre 2010

VIENIMI IN SONNO

Vienimi in sonno
almeno questa notte ...

Fammi viaggiare
sul carro dei pensieri,

portami ancora
lontano

dove i sogni
diventano la forza della vita
e delle notti non
hanno mai paura.

Dove le luci dei soli e delle lune
si fondono,
e danno vita ai mondi
che sono disegnati da ogni uomo
ed ogni donna,
ne trova giovamento.

Vienimi a trovare,
fammi capire
che nonostante tutto
c'è un posto ,

o un'angolo di mare
dove c'è ancora
il tempo per sognare

SERPENTI E CICALE

Se pure autunno
e intorno sento freddo
vorrei sentire ancora
nelle orecchie
il solito frinire di cicale,
nascoste in mezzo ai rami
o sotto i tetti 
presso i nidi  fatti dai  rondoni.

Il vento caldo
che fa venire sete,
il sole torrido
che brucia la mia pelle,
che scalda forte
sino a farmi male.

Sentirla alzare
far le bolle
e poi le croste
e poi ancora pelle.

Come i serpenti che
stanno nel deserto
almeno loro restano
sempre nel posto
che son nati .

Invece di morire assai
lontani 
in una terra che ...

Li uccide prima

IL GIARDINO D'INVERNO

Come s'odono i silenzi
in questo posto ...

Trasportano un'aria

di vite già vissute,

di echi, voci

persino di profumi.



Sino i sorrisi li trovi ancora la,

vicino all' altalena ...

 Riprende il rito antico

del suo andirivieni .

Letrecce bionde

che volano nel vento.

Un passero distratto che cinguetta

che per salvarsi

fa le imitazioni,

e da spettacolo

morendosi di freddo.
.
S'era scordato che la primavera

dura soltanto

lo spazio di un mattino

e che il sole quando è suo il ritorno

dimentica sempre

chi c'è stato prima.


Gatti randagi in cerca

di riparo, e foglie

gialle che gli fan da letto.


Sulla strada coperta dalla brina

qualche fantasma

ha lasciato i passi

come una vita vissuta

in modo breve.


Il passaggio segnato sulla neve

al primo sole non rimane niente

Questo è il giardino nostro

quando è inverno.

domenica 26 settembre 2010

IL FIGLIO

Il dicitore:

Stava seduta davanti a quella  tomba,
con gli occhi bassi guardando le sue
mani, inumidite dal sangue di suo figlio.
Sospirava,  alzava gli occhi al cielo.
Stringeva in mano un lembo
di quel telo servito per coprire
il suo figliolo pieno di piaghe
e segni in  ogni dove
... Stringeva
il lembo e si asciugava gli occhi,
e respirava l'odore di suo figlio,
posando il lino sopra il proprio volto.
Adesso è solo, dentro quella tomba.
Lei origliava, chissà
se si svegliava, e se
davvero poi resuscitava?
Quante illusioni che si fà
una madre, per far tornare
un figlio che gli è morto.
Dalla sua bocca, inumidita
da quelle lacrime, dal sapore
amaro,
chiamava il figlio
che restava inerme, se pur chiamato
Lui non dava udienza, non rispondeva.
La  Madre affranta e uccisa
da dolore, sentiva dentro
un cuore da leone se pur ferito
e preso dallo strazio
diventa belva ... ma solo per amore

La Madre

Che fanno quegli sgherri così armati
a far da guardia ad uomo morto
davanti a questa tomba così chiusa
che per aprirla ci voglion dieci in armi
così pesante,
non quanto il mio dolore.
Neppure la pietà per una madre
che ha perso un figlio
senza una ragione
illumina i sodati...
Ma non ce l'hanno una madre a casa
o una moglie o un amante
che possa piangere sulle loro spoglie
nel caso che la morte un dì li colga.
No questo non sia!
conosco già lo strazio
No non voglio che questo si ripeta
a chi che sia...sarebbe atroce
e non sarebbe giusto.
Un figlio se pure un'altra vita è
messa al mondo da uomo e donna
che si sono amati, e han dato vita
a frutto senza uguali,
Ma questo a me perchè
non è successo?
Unico seme
ed unica passione che rende l''uomo
vita della vita, ma il seme è seme
e pure  il sangue  è uguale,
e poi se proprio lui  deve morire
che muoia dopo di chi
l'ha generato.

Un figlio non dovrebbe mai morire,
prima di madre, un padre
o muoiano i potenti così crudeli
da non dare scampo neppure
alle colombe che sono
disegnate dai bambini ... sulla sabbia,
dove basta il vento per portarle via.
La rabbia del potere
le ingiustizie nascoste fra gli scribi,
che fanno sempre a mezzo coi potenti,
e si dividono le vesti degli offesi
uccisi per la gloria e l'empietà
senza pietà nemmeno
per i figli nati dall'amore dei derisi.

CHE MADRE SON'IO...!

Non ho saputo difendere Mio figlio
che non risponde neppure
se  lo grido

Che padre infame che ti ho dato
ti  ha fatto morto prima 
di vagire.
Sedotta sono stata da
una menzogna, INFAME !
perdere un figlio per onore e gloria,
come i potenti di questa terra orrenda.

Fanno la guerra e uccidono
innocenti e con i morti fanno gli
onniscienti...
Come marito ho scelto
proprio male senza
saggezza senza la pietà
per una donna che per
amore s'era fatta serva,
serva del figlio...
e questo mi sta bene.
Ma per un DIO che predica
uguaglianza, poi  cerca
servi per la sua arroganza...

MAI STATO PADRE
NEPPURE PER UN FIGLIO !

Portò' il suo uovo in  un atro nido
per darlo a crescere al povero Giuseppe
e farlo diventare ciò che è stato
carne da macello per  i cani.

NO QUESTO ! non dovevo farlo...
perdonami figlio, del padre
che ti ho dato.
Anche io madre presa dall'orgoglio
ho fatto cosa che adesso più non voglio
pensavo al bene e t'ho fatto male
Come si  fa a chiedere perdono
a un figlio che adesso non ti sente ?

Il dicitore:
Venne Ismaele  nero guardiano
di maiali, servo dei servi
un rinnegato per il suo lavoro
nessuno lo voleva mai vicino
chè ritenuto immondo dall'Eterno.
Portò dell'uva per addolcirle
un poco l'amarezza.
Dell' uva nera per non farle torto
e poi del pane che le parve amaro
dell'acqua fresca per lenire il dolo
e poi la Madre accarezzando il capo
del giovane Ismaele...strigendolo sul seno.
Posò l'uva, e maledisse il pane
presa da rabbia per infinito amore
poggiando il  capo sulla grande tomba
diede ancor sfogo a questo suo dolore
prendendo a pugni la maledetta pietra
urlando pianse  continuò a inveire.

La Madre:
Dove sono, gli accoliti fratelli
apostoli di un Rabbi abbandonato
sono scappati conigli senza cuore
chi ti rinnega e chi ti vende a loro
chi si nasconde e chi ti vuole morto
di queste infamie tu non eri edotto ?

ADESSO  ESCI PROCURATI VENDETTA
FIGLIO DI UN DIO MA SOLO PER DISDETTA.

Tu forse vedi ...ed io mi  sono accorta
che c'è qualcuno che mi sta sbirciando
dietro la tomba è troppo bieco per dargli
un' importanza è Andrea, l'ha visto
anche Ismaele, non ha il coraggio qui
di comparire.
Quanti vigliacchi, e qui non c'è nessuno
soltanto ombre, e vento ch'è troppo
calmo per asciugarmi gli occhi.
Adesso esci te lo chiedo io.
Sono Tua madre non lasciarmi sola.
Fammi capire
che è solo un brutto sogno
che tutto quanto è solo una bugia.
Lo vedi m'hanno portato l'uva
è uva nera come il mio dolore
e c'è del pane, qualc'uno ha detto
che è come il corpo tuo, e c'è dell'acqua
per lavarti il corpo, si, il corpo
chissà com'è sofferto
con tutto il male che i porci
t'hanno fatto, senza rispetto
per l'uomo che sta dentro.

Il dicitore :

E fu una notte piena di dolore,
notte, infinita per infinito amore
ma più eterno, fù quel dolore infame
persino Iddio preso da vergogna
non fece giorno alla sua ora esatta
e prolungò la notte per dare il tempo
alla Madre in pianto di proseguire l'atto
di dolore.
Ormai spossata e vinta dalla sofferenza
disse a suo Figlio ancora due parole.

La Madre.

Portami con te adesso figlio
io sono stanca non riesco a farti veglia
fammi svegliare accanto a te domani
se fosse paradiso oppure inferno
resto con te per tutto il tempo
FOSSE PURE ETERNO!

Il dicitore:

Venne mattino, persino
il sole si levò sbiadito
Lei si svegliò ... col corpo intorpidito
cercò  Suo figlio...
e ritrovò l'inferno

venerdì 24 settembre 2010

CIMINIERE

Coni di morte disseminati in giro
segno di progresso della morte
un modo nuovo per essere ammazzati
e ci hanno detto che siamo sviluppati
figli del tempo che tempo non ne da
nemmeno ai servi di cui non han pietà

martedì 21 settembre 2010

GIOCA A NASCONDINO

Dove s'è nascosto
 il Padre eterno
giocherellone infante spensierato
mentre i suoi figli,
affranti e disperati
cercano ristoro, fra i rifiuti,
e vagano
nel mondo fra la fame,
alla ricerca
di un posto dove
l'uomo diventi
tale e non rimanga servo
e sia padrone di un propio suo riscatto.
E' andato  a messa per ritrovar
se stesso che siè perduto
e non si trova più
stava giocando
al tempo dei martirii
a nascondino fra le distruzioni.

La moltiplicazione

Ma quanti sono
i bimbi della terra
che han digiunato
e dopo sono morti?
basta guardare
quando è San Lorenzo
le stelle in cielo
e conteggiare quelle
che che vengon giù,
moltiplicarle
per l'indifferenza
e trovi il conto
giusto della sofferenza
fatta pagare
sempre agli innocenti

LA SABBIA

E i miei passi
fatti con fatica
con sulle spalle
i pesi della vita
ed i pensieri,
di quei dolori
che bruciano
e fan male.
le frustate degli
eventi avversi.
Quanto cammino
con tutti quei fardelli,
i desideri le disillusioni,
i sogni stretti in pugno
diventati sabbia in un momento
neppure più una barca
che se li porti
verso l'alto mare
e questa vita
è diventata spiaggia
dove cammino
e le mie impronte
se pure coraggiose
soltanto in momento
dall'onda calma
ma amara della vita
in un istante vengon  cancellate

lunedì 20 settembre 2010

L A FAME

Colombe bianche, inermi,
tendono.
Le loro braccia,
fatte d'ossa e pelle
verso un cielo,
dipinto coi colori
della morte.
Colombe bianche, nere,
sporche di sangue,
miraggi di vite vissute
legate a un chicco di grano
appeso a quella speranza,
tradita
dagli uomini padroni del mondo.
Contate se ne avete il coraggio
le costole  nostre e
del vostro signore
che ancora una volta mettete
sulla croce
della vostra ingiustizia.
Lo so non diverremo mai grandi
ma soltanto polvere e terra,
vittime ignare della vostra opulenza,
della vostra violenza,
dell'indifferenza che promulgate
per mantenere il potere
che uccide i figli
di un Dio che in cielo
gioca...
al gioco dell 'obblio.

OFFICINE

Mute e silenti,
stanno in quei luoghi
dove consumato ogni misfatto
voci fantasma cantano all'oblio
la voglia di riscatto ormai delusa
portata in braccio come un figlio
e dopo abbandonata, perché
ci va coraggio per cambiare
e soprattuto costa di meno
vendersi ai padroni del vapore.
Ma nostri morti quelli sul lavoro
chiedono giustizia e poi vendetta
e un posto di progresso per i figli
Son sempre la e le difenderemo
quelle officine le riempiremo

domenica 19 settembre 2010

Ricetta per il livito naturale

Impastare 200 gr. di farina con 100 gr di acqua di acqua, 1 cucchiaio miele e un cucchiaio di olio realizzate una pagnotta da far riposare x 48 ore a temperatura ambiente in un contenitore di vetro coperto.
Passate le 48 ore pesare il composto e aggiungete lo stesso peso di farina e metà di peso di acqua, impastare di nuovo, e rimetterlo nel contenitore di vetro sempre coperto e lasciarlo per altre 48 ore trascorso questo tempo il lievito è pronto si conserva una settimana, in frigo, ma ogni 3 - 4 giorni ripetere l'operazione del reintegro. Usare 80 - 90 grammi ogni 500 grammi di farina.

LA SIRENA E IL PESCATORE ( Le novelle di morfeo)

Un pescatore giovane, di mare
stava seduto sulla barca sua
mentre pescava a luci di lampare
passava il tempo, della sua attesa
a far canzoni al faro della luna
e poi suonava l'armonica e sognava
di regalare il cuore suo
a un angelo del mare,
un nuovo amore magari
una sirena che innamorata
della sua  poesia si decidesse
a salire su, portando in mano
l'anemone di mare che serve
agli  uomini per farli innamorare.
Così Marina sirena infondo al mare
sentendo questa voce di poesia
decide di salire verso il cielo
ed una sera, proprio al chiar di luna
colse un anemone e lo portò alla barca
mentre il ragazzo cantava una romanza.
E fu amore, in un solo istante.
Da quella notte, ogni notte è amore
tutta la passione della vita veniva
concentrata in un momento.
Il padre di Marina il re del mare
decise che tutto questo
non si poteva fare.
Le leggi dentro il mare son da rispettare.
Marina innamorata del grande pescatore
decise di rapirlo per amore
e lo portò a vivere lontano
in una grotta proprio
la a Tropea.
Su quella spiaggia dove il mare canta
e quando è notte la luna sua t'incanta
trovi un barca coi remi nella sabbia
con un'armonica posata la vicino
che sembra muta ed invece canta
perché dentro una grotta
nata presso il mare vivono,
felici Marina il pescatore e il loro
AMORE e se vedete una barca
malandata ed un armonica che sembra
abbandonata non ci badate è solo
un'illusione...la favola del mare
e dell'amore, della Marina e del pescatore.

LA PIETA'

Si sogna il mare
se non si può viaggiare
arie di mare che
vengono dal vento
e senza avere un velo di pietà
porta i profumi, gli echi
e dei ricordi, soltanto
l''ombra amara.
Un vento caldo,
quando l'imbrunire
vestiva d'arancione il mio paese
un nido di vocii e noti accenti
gabbie di cardelli appesi al muro
e le galline che
beccano il mangime
la pasta cotta messa
dentro un piatto
data al vicino per solidarietà
bimbi  adottati  solo per amore
e  uno sconosciuto
che chiamano papà.
Pioveva poco in quel
paese arso, ma se pioveva
portava tutto via, ma resisteva
all'onda torrentizia il vero amore
per l'umantà che molti preti
chiamavano pietà

venerdì 17 settembre 2010

LA VECCHIA

Io sento i canti e nennie

di un paese antico

visto negli occhi

vissuti di donna

con mille rughe

scavate dagli eventi

che vengono scandidi

senza tema ...

E fra un racconto

e l'atro ci son son silenzi

fatti di dolore

quando la stanza è solo

illuminata da una candela

quasi terminata

e poi un silenzio...

che la dice lunga.

AMARA TERRA

E' terra amara
ma è la terra mia
è terra amara si ma non avara
nei suoi silenzi,
c'è musica e poesia,
cieli turchini e nuvole di ovatta
che è stata messa
in alto dai bambini
prima di nascere in questo paradiso
seni di donne  le colline in fiore
assai sinuose  verdi
e ricche di profumi
di fantasie, con doni
frutti, amori ancora in erba.
Occhi  di mare e di tizzoni spenti
dipinti dai  pittori e mai uguagliati
tanta è la bellezza del paesaggio,
abbandonato si ma tanto amato
che volerei sopra una locusta
e nel momento
in cui si posa sopra diventa
all'mprovviso  una farfalla perchè
chiunque viene in questa terra
arriva brutta e se ne va più bella.

abbandonati ...

Rose appassite
posate su un camino
con dentro odore
di carbone spento
se c'è una sedia
dondola da sola
poichè appassita la voglia
della vita.
Bambole stanche,
fatte di bisquit
sono sdraite sopra una poltrona
occhieggiano ammiccano
ai passanti
che sono solo anime vaganti
morti in silenzio
ai bordi della vita
senza nessuno
che donasse agio
manco un sorriso
che le facesse vive
mentre i potenti
facevano bagordi.

GHETTI

Non cadono mai,
le stelle comete
in queste case grigie di latta
in queste bidon ville
dove il sole
se pure coraggioso
non compare mai ...
è notte sempre notte
si gioca a fare
i ladri da bambini
a far le donne
solo a otto anni
dove s'impara
a diventare grandi
per non morire
sempre da bambini
Barattoli che
girano col vento
la carta abbandonata sul catrame
e a un funerale ...
che ci vanno tutti
meno la madre che
si è sentita male.
i bimbi che giocano coi cani
gatti randagi liberi di andare
e quella gente in cerca di lavoro
è libera soltanto d'aspettare
quella cometa che non sa
arrivare.

lunedì 13 settembre 2010

TRE LIRE

Regalami tre
lire di poesia
le pago adesso,
per vivere
un pensiero,
solo un ricordo
regalato al tempo
magari un'onda
un sorriso freddo,
o uno sguardo
che regala nulla
o forse un fiore
che non ha un petalo
neppure per sognare

NEBBIE

Gocce di nebbia
sedute sul mio viso
e sopra gli occhi,
sguardi verso il buio
ma non è tardi
e solo la mia vita
morta in  inverno
nel chiuso d'officina

LA MIA TORINO

Me la ricordo tutta
questa infamia
nascosta fra i camini
fumi di carbone
e ciminiere di sogni andati in fumo
quando alla stazione di Torino
dormivano i terroni della Grecia
le scarpe rotte
e in tasca cento lire
le ultime rimaste per sognare
per non andare a piedi
perchè indietro
non si può tornare.
I freddi inverni senza
un cappotto addosso
mani infreddolite scaldate
a più non posso da labbra
screpolate, sempre nascoste
per rubar parole nel tentativo
di non restare zitti in quella
nebbia che ci ha fatto schiavi
con tanta rabbia
e poco pane a casa
senza un futuro, e col passato
in tasca

sabato 11 settembre 2010

VENERE,

Venere...
brilla... sola
questa sera in cielo
s'è messa in  un angolo
quasi di nascosto
a far da lume
a tutte quelle stelle
che stan tardando
si son distratte
per tutto l'universo
E' come un faro
solitario e triste
che aspetta barche
che non arrivan
mai

venerdì 10 settembre 2010

Sakineh

Che a Voi piaccia...
oppure no...!
noi  siamo radici
che affonderànno
in questa terra amara...
crudele!
profondamente ingiusta.!

Dal sangue che voi maledetti
farete sgorgare dalle nostre ferite
nasceranno ancora cento, mille
Sakineh.

Diamo vita a semi i cui frutti
daranno il fiore della libertà.

Le donne martorizzate, lapidate
assassinate dalla vostra barbarie
Danzeranno balleranno, e canteranno.

Quando diverranno anime e spiriti
liberi di chiedere giustizia, per quella
donna che voi fate schiava
dimenticando,
che sono vostra madre.
Sono Tua madre
anche se mi uccidi.
Perchè tu bastardo nasci da me
che sono donna...

Sono Sakineh

La luna e le dune

Come si specchia la luna
in questa notte,
vestita trasparente
e sotto nuda,
come una donna
pronta per l'amplesso,
con quella faccia rossa
come pesca al sole.
L'accompagnano in questa sera
di fuochi fatui,
nubi di cenere
smosse dal vento del deserto
scendono faville che appena pose
su questa fredda  terra
tornano ad essere
quello che son state...
faville spente...
inutili illusioni...
nascoste fra le dune di città

giovedì 9 settembre 2010

I RICORDI DI ELEN

Hanno giocato con le carni mie
si sono divertiti come porci
m'anno sedotta a colpi di bastone
ma prima man riempito di schifezze
per toglirmi la forza di reagire
siccome tutto questo non bastava
e non trovavan il buco per violarmi
hanno pensato di spogliarmi tutta
eran in quattro e m'hanno posseduta
ma questo l'hanno fatto dopo morta
per il timore che diventassi donna

IL SOSIA ( Le novelle di morfeo seconda parte )

Il  Dicitore
Restò interdetto,davanti alla proposta
ed egli è uomo se pure, figlio a Dio...

Sostò in silenzio nella mente sua,
a ripensare le cose riferite.

Se pur demonio, e dedito
a menzogna, alcune cose
non erano sbagliate
che fosse figlio dello stesso padre?
in fondo e vero tutto fece IDDIO...

E poi Lucifero se pure un po' arrogante
per molto tempo fu il figlio preferito
l'arcanelo di luce rigettato,
per un peccato in fondo ricevuto,
e tutti i figli da quando
mondo è mondo, vanno in conflitto coi
propri genitori...se pure ..
sbagliano che...possiamo fare...
ma non per questo
dobbiamo condannare
compito di un
Padre è perdonare...

E fu pensando al senso del perdono
che si rivolse all'interlocutore
chiedendo numi sulla sua proposta.

G - Come puoi pensare, che io
      che sono figlio del signore,  scenda
      a patti con un peccatore,
      come non vedi
      cosa sto passando, per fare santa
      l'anima dell'uomo
      quale proposta
      potrebbe confortarmi,
      senza impedirmi
      la strada per i cieli?
      e nello stesso tempo
      rispettare i patti con i fedeli
      e con la famiglia,
      e in fondo anche con me stesso
      hai provocato in me grandi tempeste
      sia di  coscienza e anche di esistenza..
.     avanti parla voglio darti udienza...

L.- Adesso cominciamo a ragionare....
     un uomo come te, non può morire...
     senza aver compiuto la sua vita,
     e vero ti hanno promesso
     che non morirai
     t'hanno concesso la resurrezione,
     ma un uomo è uomo
     anche dopo morto?
     e tutto questo
     chi lo garantisce...
     un padre sanguinoso
     e assai riottoso senza pietà
     e senza più perdono?

     Ti faccio una proposta vantaggiosa
     salvare te e la tua famiglia,
     partire andare via
     in  un paese dove col tuo verbo
     potrai conquistare mondi interi,
     e divulgar l'amore per il Dio
     che  tu servi,
     potrai spiegare tutti i tuoi motivi,
     amare gente
     e poi campare sino che i tempi
     matureranno per vederti morto.

     Far crescere i tuoi figli
     e a Maddalena farla far da madre,
     avere eredi per sempre
     e la tua stirpe farla perpetuare
     per tutto il tempo
     che ti verrà concesso
     morire adesso a cosa servirebbe.

     A far gettare
     latte d'innocente, scorrere a fiumi
     come sempre accade
     il sangue tuo e quello
     dei fratelli ma senza un capo
     che usi  proprio il Verbo

G - Non è che tu con queste affermazioni
      m'abbia convinto, proprio per davvero...

      Troppi rimorsi, per il Dio  ch'io ho predicato
      per cui  mi son battuto,
      e tanti morti sono morti per la fede
      e molti credono in quanto io ho
      affermato e se per caso
      me ne dovessi andare,
      darei la sensazione di scappare
      meglio morire come un assassino
      che da vigliacco vivere mill'anni,
      e poi gli apostoli, Pietro, Giovanni
      Andrea, e poi tu sai quanto amo Giuda...


L - Allora guarda i prediletti
     Tuoi, cosa faranno
     al Rabbi così amato.

     Pietro ti rinnega per per tre volte
     gli altri scapperanno come lepri
     e Giuda..Giuda...Giuda quell'infame
     ti venderà solo per potere 30 denari
     da spendere a donnacce
     e questo è vero porco..
     di me stesso!

     Sappi una cosa Geova
     sciocco e presuntuoso
     io non ti salvo solo per amore,
     fosse per quello
     ti vedrei già morto,
     ma anche là all'inferno
     c'è sino un limite all'ingiustizia umana,
     che è più bestiale di quella dei demoni,
     ed io per farti andare salvo.

     Farò in modo che al momento giusto
     prendano un'altr'uomo  in vece tua
     non  è difficile confondere i potenti
     che hanno voglia solo d'ammazzare
     per loro un morto
     è uguale ad altri morti
     e poi di Rabbi con la faccia tua,
     di poveri cristi in cerca di morire,
     per chiudere il cerchio
    di una vita infame,
    qui o a Gerusalemme
    ne trovo un centinaio in un momento
    cosa ci vuole ed il gioco
    è fatto.

    Tu  ti riprendi il corso della vita,
    con le tue cose con gli amori tuoi
    e con tua madre, con la moglie tua
    e con tuo figlio
    erede certo e degno vattene in Gallia
    ti proteggo io!

    E dopo farai razza e mille anni ancora
    la tua famiglia diverrà virtuosa.

G - Con questo che tu dici mi rattristi
      fare morire un'atro in vece mia..
      no non mi piace, magari...
      se si salva...
      non voglio..sangue per la vita mia,
      potrei accettare per la mia famiglia
      per Maddalena per la madre mia,
      e per mio mio figlio
      nato dal mio seme,
      ma il sosia mio io lo voglio vivo
      trova il sistema e accetto
      la proposta...
      a malincuore
      ma lo devo fare...E tu però...
      mantieni la promessa
     che salvi l'uomo che mi sostituisce?

     L - Affare fatto te lo garantisco anche il demonio
          ha una parola sola....
          prepara tutto e vattene lontano
          che tutto al resto ci penserò da solo.

Dicitore

Così partirono, Maria ,Geova, il figlio,
e Maddalena verso una terra
nuova promettente, intanto 
a Gerusalemme la voglia
troppo forte di potere,
manco il demonio la poté
fermare il sosia, il ladro ed il penitente
furono  uccisi
da un duce impertinente

mercoledì 8 settembre 2010

ULULATI E VENTI

E...non ti suoni strano
o ti spaventi...che un randagio
ululi di notte...esso è un richiamo
un avvertimento, in queste notti
uggiose e senza lune, perché...
rubate ai poveri anche quelle.
Ma questi cani, non stanno mai
relegati in boschi...nelle foreste
dove c'è lotta per la sopravvivenza
essi stan qui e fanno come i gatti
son sopra i tetti a aspettare il giorno
come se il sole fosse panacea
per le ingiustizie, o per colmare
i vuoti che stanno dentro i cuori
degli indifferenti, che sordi e muti
come immutati sassi tacciono
ai venti, che cercano riposo
fra tegole vecchie e case fatiscenti.

La Finta Ingenuità

Lei è un paesaggio
di colline verdi
e di montagne
piene di candore...
l'ingenuità non è
mai d'amore
glie lo si legge...
quando mi sorride
e mi racconta...
magiche bugie
che solo per amore e dedizione
... ascolto
e faccio solo finta di capire,
e poi di crederci,
solo per passione,
ma la coerenza
e tutta un'altra cosa...
e si confonde
con un bicchier di vino
il vero amore...
con il mio destino

LA BAMBOLA

Forse gli amori che
durano in eterno
son quelli, immaginati
e mai vissuti
li immagini diversi,
e sempre nuovi
con una donna che
non invecchia mai
che ti sorride...
quando ti va bene
e soprattutto non ti contraddice
e quando hai voglia
di fare un po'd'amore è
sempre pronta, non dice
mai di no, e dopo quando
ti senti soddisfatto
di nuovo la rimetti sul comò
come una bambola fatta
di bisquit

IL PIANETA DAL SOLE D'ARGENTO ( Le novelle di morfeo atto terzo)

C'eran due soli a illuminare il tutto, uno alla destra
e l'altro alla sinistra, uno era nano grande come l'una
 e l'altro grande quasi a dismisura, si compensavano
pensai è la natura per quanto strana occorre rispettarla.
La città, perché sembrava tale, era lontana, e non capivo
nonostante tutto,  e da lontano tutto sembrava enorme
minareto, con cupole, campanili e case basse, tutto
illuminato sempre a giorno.
stavo pensando a tutta sta bellezza quando sentii,
una mano con tre dita, che prende la mia mano
e mi accompagna se pure fredda e ruvida essa era
decisi senza spaventarmi, di farmi accompagnare
anche perché, cominciò a guidarmi e verso
l'alto, insieme si volava con un rumore, simile
a zanzara, ma non si andava molto molto
in alto, solo a mezz' aria senza timori, neppure
contraccolpi in poco tempo arrivammo
appunto a Bechaech città meravigliosa
sede di governo e di regine, giacché
i maschi venivano ammazzati, mangiati
dalle femmine, ingrate, subito dopo la
riproduzione questo mi disse Thutzut che
mi portava a spasso.
Scendemmo a terra, per fare quattro passi
mi resi conto che il mio accompagnatore
di umano aveva molto poco, durante il viaggio
non l'ho guardato in faccia, per i timori che presero
la mente, ma quando sceso a terra l'ho guardato
ed era nudo, nudo come un verme, con una pancia
fatta come un uovo senza ombelico, senza manco
un pelo, ma il corpo magro, con due fori, proprio
sulla fronte e senza bocca solo con buco, e non
parlava com e facciamo noi comunicava solo
con la mente, come una di trasformatore,
parlavano le lingue universali, e si nutrivano solo
di verdure almeno questo mi par d'aver capito.
Vi devo raccontare che era giorno di mercato,
e noi passammo davanti ai venditori, ed era strano
vedere sopra i banchi quelle  verdure chiamiamole cosi
che ripriducevano a dozzine, invece di pagare con
monete scambiavano i semi con la frutta, le foglioline
con verdure vere, e c'era anche il banco degli scambi
degli esseri viventi, e si scambiavano, i maschi con le
femmine, ed accadeva anche per i cuccioli, e poi da canto
c'erano le ceste dove mettevano delle enormi uova
solo in futuro io avrei compreso che nelle uova
c'erano gli esseri  abitanti di sto pianeta chiamato
al secolo P- H-23 che stava a destra  del pianeta
XERT sita in ORIONE nella sua cintura.
Quanti animali e tutti quanti buoni, ammaestrati
per fare compagnia, per lavorare, ma hanno un dono
possono parlare almeno, per come lo sanno fare loro
e sono usate le bestie di cui parlo per dar consigli
a chi non ha giudizio, chissà perché li chiamano
animali.
Lui si fermato a fare un pò di spesa, e superato
l'area del mercato, abbiamo camminato per un'ora
prima giungere al suo villaggio fatto di capanne
sembravano capanne fatte con l'argilla, l'intonaco
perfetto senza rughe, e le strade tutte illuminate
con l'energia, che loro chiamano PNOR, e luce
eterna me l'ha spiegato lui, rubata al sole
energia pulita, che non danneggia e che costa
poco, solo tre foglie ogni 4 lustri,ma per pagare
le spese per l'mpianto che dura sino 50 SLURT
(lustri). Poi m'ha invitato a casa sua per rimare per
passar la notte, prima cenare, e dopo andare a letto
intanto assistere se lo volevo io alla riproduzione
che ogni sera su ordine obbligato, dell'impero
era necessario per l vita...ed anche questo lo devo
raccontare...troppo importante per non dover vederlo.

IL SOSIA ( Le novelle di Morfeo atto primo )

Il dicitore...
Ed era ormai da molto tempo
che il Giudeo passava giorni e notti
nel deserto.

Assorto in preghiera e
sempre più accorto...
che non venisse colto in fallo
dal quel demonio, creato, da suo padre.

Due figli stessi, di sorte assai diversa
un figlio, se pure nel peccato che deve
stare vivo,
e l'altro buono che dovrà
morire per dare sfogo a sete
di potere.

Per dimostrare a tutto
il mondo intero che solo i buoni
e i diseredati devono morire
senza colpa.

Ed il demonio dotto
del futuro, diventa scaltro, e non ha
tremori...

Ma gli dispiace che un fratello suo
(perché son figli di uno stesso padre)
debba morire per mano dei potenti
col contributo dei miseri  e ignoranti.

E così preso da falsa compassione
tosto intervenne in una fredda notte
in quel deserto infame,
dove per campare
il Giudeo doveva alimentarsi,
di scorpioni, insetti, e vermi
usciti dalla terra per ...

compassione dello stesso padre
che pur conoscendo tutto il suo futuro
mise alla prova il figlio della colpa
fra stenti, fame e sete senza senso
al che Lucifero dentro in suo intelletto
penso' di prendere di sua iniziativa,

il Verbo,

per spiegare al triste frate suo
la strada giusta per  non morire invano.

- L.  Svegliati Geova che cosa fai...
  t'addormi?
  certo hai ragione...
  con quello che hai passato!
  son giorni e giorni che non bevi niente
  magari qualche goccia succhiata,
  come sanguisuga
  a qualche cactus, o una pozzanghera
  di acqua assai malsana,
  e per mangiare?

  Gli scarafaggi non fanno
  mai buon sangue
  siiii...qualche lombrico,
  oppure qualche bacca
  delle radici, bagnate di urina
  di qualche bestia
  che ti ho mandato io...

  Dì un po'...ma sei sicuro...
  che t'ha mandato Dio,
  a farti fare sto bagno di umiltà
  o sei tu...che pecchi d'arroganza?

  Guardati Geova, come sei ridotto
  sembri una larva...

  Come potrai servire
  il tuo Signore con questo corpo
  destinato ai vermi...

  Guarda...sanguini sudore
  l'alito puzza
  sembri un randagio, un cane
  puzzolente...

  Ma dimmi un po' che
  padre ti dei scelto che ammazza
  il proprio figlio mille volte...

  Ma devo dire che è proprio
  una mania, prima co Adamo...Eva
  dopo con Caino,

e poi Abramo
con il figlio Isacco e  adesso...

 Il Padre che ammazza il proprio
 figlio bella famiglia e non c'è che dire
 e poi quel Re... come si chiamava'?
 haaa... si Erode ne ha fatti fuori tanti
 e tu ti salvasti...ma non hai rimorso?
 un poco di coscienza?...dai suvvia
  lasciati sfogare e non ti abbandonare
  non è la prima volta, ne manco sarà
  l'ultima che ammazzano innocenti
  per salvar la pelle dei potenti, e il più
  delle volte non sono stato io...

 Si lo so danno colpa a me, ma sai com'è
 si dice fatti la nomea e poi vai a letto
 e non ti basta tutto l'intelletto per dire
 che sta volta non hai colpe.

  Ma dimmi dimmi un po, a metterti
  in croce quando sarà il momento
  sarò stato io...o il padre nostro...?

  Riprendi fiato...e dopo mi rispondi
  qui non c'è fretta...
  abbiamo tutto il tempo...

G - Vade retro Satana...

L. - Siamo alle soliteee...?

G - Lasciami in pace, in questo buio
      infame, buio dell'eterno ombre...
      da lupi, e bestie della notte, e come ulula
      il vento servo dell'immodo,
      ho avuto incubi e sporche
     sensazioni, di pane marcio,
     tempeste di fuoco e sabbia...
     e sassi sulla carne, e dopo voglie
     d'ogni tipo e gusti, megere, e donne
     voluttuose, dedite al piacere pronte
     a conoscermi, senza alcun ritegno
     con seni prorompenti e audaci volti
     calde si sesso e poi vogliose di
     animaleschi amplessi donatrici della
     loro carni infami, e di copiosi incesti.

     Con figlie, figli... genitrici immonde,
     eterne prostitute e senza farlo
     col tarlo della fame, figlie
     del demonio.

     Ho visto moltitudini immense di
     figli della terra immersi nella fame
     nelle guerre e servi, e morti d'igiustizia
     per potere, per gelosie, per intolleranze
     l'indifferenza quanti ne ha ammazzati...!

     E la mia mia carne in questo sogno
     dentro quest'incubo non ha lenito
     nulla...manco le voci, le urla degli
     infanti morti, perché dai seni delle
     loro madri s'era fermato il latte
     della vita...perché quando l'amore
     si trasforma in odio produce solo
     il latte del demonio.

     E poi ancora oltre a tentazioni
     ciò che più mi sembravan veri...

Eran gli insulti, le minacce e azioni
di violenza, con bastonate, fruste e..
calci in faccia e dopo botte derisioni
e schiaffi, come se avessi martoriato
Iddio, che mi guardava...

E non interveniva
quasi che fossi un nulla sulla terra,
e sul suo volto, magari...
perché preso dal
dolore non ho mai visto
l'ombra di pietà
sempre severo austero...e mi perdoni...
Lui che è padre mio...
nemmeno un un grido che fosse
a favor mio...
ma è mio padre...
ma anche Dio mio

L - Ma lo so io, cosa ti attanaglia
     il fatto di morire da canaglia
     senza aver fatto nulla di cattivo
     e il Padre che non muove un dito
     che ti condanna, e ti fa morire
     nel modo come muoion gli assassini
     manco una morte degna del tuo rango.

     E poi l'amore, la conoscenza,
     che vorresti avere, per Maddalena,
     quella si è gran donna
     che sa d'amore, sesso, e di passione,
     moglie perfetta per chi sa perdonare...

     La paura tua di sapere, cosa faranno
     dell'amore ...

     faranno scempio!

     Ti offenderanno, ti uccideranno
     per mille anni ancora, tu come Geova
     vali   ancora meno di un qualunque servo
     che metteranno in croce...
     vieni con me ...che ti farò vedere
     che cosa faranno loro in nome tuo.

Il dicitore...
Lucifero lo prese per la mano
e lo portò sul monte della luna
dove levando solo gli occhi al cielo
e poi guardando dritto all'orizzonte
di colpo si scioglieva tutto il muro
dell'ignoranza e là vide il Suo futuro


L - Guarda dopo la tua morte, i tuoi
     discepoli si divideranno oltre a tuo verbo
     anche i tuoi vestiti, e nel tuo..

     nome formeranno imperi, faranno guerre,
     e uccideranno genti senza pietà
     per donne e per bambini,
     saranno violentati in nome del tuo nome
     e di tuo padre, ed il tuo simbolo
     la croce del Signore verrà spiegata colpi
     di pugnali e dopo spade, colubrine.

     Andranno in mondi ancora sconosciuti
     uccideranno nel nome del Signore
     per appropriarsi dell'oro e delle menti
     a colpi d'ascia e poi fucili pistole
     carri armati, e campi e campi
     per mettere in recinto anche gli eletti,
     questo è tuo popolo è il popolo di Dio.
     abbandonato e i campi di stermino
     dove si gioca a prenderli di mira
     senza motivo senza una ragione
     solo per gusto di ammazzare...

     Dov'è tuo padre
     dove si è nascosto?
      ...forse in mezzo ai fumi
     che salgono da i forni crematori,
     o nelle coscienze infami dei potenti
     che pur  sapendo non hanno fatto niente?
     e il discendente del prediletto tuo,
     che predilige perdonare gli empi?
     lasciando i miserandi a far
     catasta di corpi, ed ossa abbandonate ai corvi?
 
    
     Le genti d'ogni colore razza o di pensieri
     gettati dentro i campi di stermino a far da legna
     ai criminali infami, e poi le bombe atomiche
     o normali.

     In  nome tuo faranno stragi infami mentre Tuo Padre
     rinnega i figli, scordandosi di loro e non ascolta
     i preghi della plebe figlia di nessuno, e senza
     un Dio tutto indaffarato a fare altro.

     E adesso guarda vedi la tua chiesa ridotti
     a infami servi del potere dediti al peccato d'ogni
     sorta, donne prostitute e nobildonne davanti
     a Santità con gonne alzate dediti al vizio
     al lusso, e alla pedofilia, senza nessuno
     che gli dica niente. e poi deridono
     le scienze dell'umano quasi che sia un dono
     che fò io.

     Ed hanno servi, schiavi, e castellane
     insomma un mondo dedito a puttane....

     E vuoi morire quasi  fossi un cane
     per questa gente? e così giovane...
     ma ti pare giusto?

     Ci va più tempo perché il mondo cambi
     tutta la tua vita campassi mille anni,
     non basterebbe a riparare
     i danni che ha fatto il padre nostro
     che di ingiustizie
     ne ha fatte proprio troppe
    stando al balcone ad aspettare
     il fato invece di usare  il Suo potere
     immenso.

     Ma quale padre per quanto
     indegno sia permette di ammazzare
     il proprio figlio persino i lupi difendono
     la prole e non permettono soverchierie
     alcuna, difendono la vita..per la vita
     si fan leoni per i propri figli...

    Ora guarda il volto di tua madre...
     per ogni lacrima che ti sta versando
     ogni rigagnolo sono mille rughe, in
     pochi istanti invecchia di mill'anni.

     Da qui tu puoi vedere Maddalena
     che con fatica, lei cammina a stento
     se guardi bene, ha il grembo pieno ed
     aspetta un figlio e quello è figlio Tuo
     sotto una croce ad aspettar che muoia
     il padre genitore che va in cielo abbandonato
     dal padre della terra...

    che fai lasci tuo figlio
    e l'abbandoni prima ch'egli nasca...
    vuoi fare pure tu il padre infame?
    e non mi dire che sto' dicendo il falso...
    Tu lo sai bene come stanno i fatti.

     Ora decidi ti faccio una proposta
     che fa felici, poveri e potenti e salva
     soprattutto la tua vita, però è un segreto
     che non puoi svelare,
     pena l'impotenza per l'eterno.

domenica 5 settembre 2010

PRIMA DI...

Tu che la vedi ...
quella terra mia
raccontagli....
le rughe del mio viso
e dei miei occhi
innamorati e persi
dentro gli immensi
dei ricordi miei ...
Raccontagli i mari  profondi
di tristezza
che annegano in silenzio ...
quasi per vergogna
per quei colori disegnati e tinti
da quei pittori dita del Signore
diventano artisti solo per amore
di quelle rose che sono nelle cose
stanno nell'aria,
negli oleandri in fiore,
vivono negli occhi,
di chi dal primo amore
regalano  sorrisi
a chi l'amore vuole
e lo regala quasi  fosse
il dono di una vita
Tu che la vivi quella terra mia
raccontagli la stanza
in cui io vivo pareti strette,
e sempre più anguste...
loculi amari, per me...
che vivo morto...
sempre lontano...
dal vento che dà vita
e vive dentro
come una candela,
ma è  così flebile
che mi manca l'aria.
Questo è l'amore...
che mi stà lontana
se pur volesse,
lei non può venire
però mi aspetta...
lo voglio immaginare
solo una volta, una volta sola
magari per sognare...
qualche momento
prima di ... Volare

sabato 4 settembre 2010

BISBIGLI E POESIE

Fammi ascoltare al tuo seno...
voglio sentire..
bisbigliare il tuo cuore
a voce bassa quasi...
che fosse un segreto
una nuova poesia...
chiedo,che nasca  da te
che ho disegnato...
una notte, guardandomi
nel fondo del cuore
quando i raggi di una luna, bugiarda
scrutavano senza ritegno
attraverso le imposte... gelose
dell' intimità,
di quella mia stanza solinga,
dove ogni tanto, si vedono
luci inquietanti, si  sentono
voci che non fanno paura
e magari sono voci in cui tanto
speravo...
che mi  sanno parlare d'amore
e bisbigliano persino carezze
che  mi scaldano anche i  pensieri.
Raccontami magari, una rosa
un giardino, una foglia che cade
o magari la brezza di un vento
che passa veloce e saluta
e anch'egli, rubato all'ebrezza
d'amore, bisbiglia  poesie
alla donna più dolce che ama
Ma che dorme...e non gli risponde.

mercoledì 1 settembre 2010

SETTEMBRE

Vivono ancora le
viole del pensiero
sia pure a capo chino
sul balcone
indirizzite dal fresco mattutino
che le accarezza...
teneramente
con infinita tenerezza
come...se fosse la mano di una donna.
Settembre
prima di far venire
il freddo dell'inverno
protegge i figli
che han fatto primavera
e poi raccoglie come
fosse il gregge
tutti  i pensieri,
e tutte le illusioni
che erano nascoste
fra i pensieri
o dentro i boschi
che al passaggio
di settembre in festa,
fanno cadere
in segno di rispetto
tutte foglie
lasciano quei rami
che sono stanchi
di essere sostegno
proprio alle foglie
che cadono in silenzio
e senza fretta
per dire al mondo
di chiudere le porte
e le finestre...
perché l'inverno
ha fretta di arrivare...
e non ha voglia
certo di aspettare

LA SCIARPA...

Anche l'estate
non è eterna mai
neppure quella
che vorresti viva
quando riscalda
le corde del tuo cuore
da sempre freddo per colpa,
dei pensieri, dei tuoi ricordi finiti
chissà quando in fondo al mare
per colpa di un'amore
nato male,
finito peggio perché
senza coraggio,
proprio nel maggio
il mese delle rose,
che così belle
ti fanno  tanto male
se le stringi forte
e poi  il dolore diventa
così immenso
che sin la quercia se ne può morire
Si sopravvive...
se proprio lo vuoi fare
ma tutto il resto della vita tua,
la vivi stranamente con altre mete,
che stanno in atri posti,
e oltre i boschi, e forse
in altri mondi
e puoi trovare forse
un surrogato...non è mai quello
che hai desiderato
forse è per questo
che un'estate...non mai eterna
dopo di lei
arriverà l'inverno
ed userai la sciarpa di riserva
ti serve a poco..ma intanto
scalda il petto...ma questo
non ti basta...e vivi solo...
con chi ti muore accanto...
e tu...tu lo sai...
ma non dici niente...

martedì 31 agosto 2010

L'amore fantasma ( Le novelle di Morfeo)

Se ne va, vagando...
per le strade
all'ora dei vapiri e pipistrelli
sempre un fantasma,
forse innamorato...
forse pazzo
e sogna di suonare...
per amore
sotto un balcone...
con un pianoforte
e suona una canzone...
molto dolce
che fa svegliare nella profonda
notte,
anche le fate svegliate
al primo sonno, e danzano
cantano fanno compagnia
al quel fantasma
che per nostalgia
raccoglie rose, calle,
 ed una margherita
che vuol donare, ad una bella
che di nascosto canta una poesia
per chi è lontano e non la pensa mai
ed il fantasma pazzo innamorato
... per non farsi
più mandare via
è entrato dentro
l'anima di un fiore,
e si posato
sopra il davanzale
soltanto, per vederla
e poi sognarla,
forse in un estate
ancora da venire
guardarla in viso...
 e dopo rifiorire,
e poi sbocciare...
 solo per amore
per quell'amore,
che sempre si...
è negato

Pioggia...sul masnà (Bambino)

Pioveva fitto quella sera
alla stazione...
e ne cadeva
quanta ne voleva...
il padre eterno
si stava scatenando,
pioveva a catenelle
e senza ombrello co gli occhi così
cosi pieni
dell'acqua che cadeva
che ogni occhio
sembrava che piangesse
tutto il selciato bagnato
rifletteva i corpi,
che camminando
sembravano nuotare
in questo mare
di catrame e melma...
e ho non mai capito
come   mai lasciano un bambino
che si bagni ...
nemmeno un'anima
venuta come un uomo
a riparare un bimbo infracidato
dall'acqua che cadeva
più da un'ora
città civile del risorgimento
troppo distratta...
 per guardarsi...
dentro

lunedì 30 agosto 2010

I CAMPI....

Chissà se i campi della terra mia
son sempre là ...
ad aspettare me
che   ho  fatto la promessa di tornare
magari vecchio...
prima di morire
vedere il mio tramonto...
fra uliveti
o fra le foglie dei vigneti ...
o fra l'andare di ciuchi..
magri e stanchi...
o fra i braccianti, stufi di zappare.
Ma io li sento il cigolar dei carri
i lunghi hoo, per mandare avanti
i muli, pigri,
gli schiocchi di comando
a quei cavalli troppo orgogliosi
per lavorare ancora.
Chissà se quelle case
bianche come latte
avranno la pazienza di aspettarmi,
e quei selciati bruciati
da l'arsura
avranno voglia di farmi camminare
forse le chiese, coi loro campanili...
se ci saranno ancora quei fienili
ricchi di odori e pieni colori
quando le donne con i loro
bimbi andavano al mercato
per guardare
quando arrivava
la merce meno cara.
E la stazione che
non e mai cambiata
quella di certo...lo so è ancora là
forse mi aspetta...e forse ...forse
se mi vedrà arrivare
sarà quel giorno
che io non ci sarò...
senza un tramonto
e manco un chicco d'uva...
però il sole...
sulle case bianche,
sopra i miei campi,
e sopra quei
lastroni continuerà a bruciare
senza me

FRA LE ORTICHE

Noi siamo i figli,
nati  fra ortiche
in una notte buia e senza luci
quando la luna dietro
le colline cullava in cielo
le stelle appena nate.
Il Padre eterno per strana
distrazione, s'era scordato
di prendere per mano
la donna che ci stava generando
e invece di portarci
in una culla ci pose
sulla terra.
Ancora adesso siamo
abbandonati fra le ortiche
che abbiamo masticato
per campare.

domenica 29 agosto 2010

VOCI E ARMONIE

Nuove armonie nascono ogni tanto
che sento solo io...a voci spente
quando i silenzi...seduti nella mente
si tacciono soltanto per lontani
orgogli...
che dormono e non si
si sveglian più...
corredo inutile da gettare via
e conservarlo...
fà solo tanto male...non solo
al cuore...
ma anche ai sentimenti
che quando nascono non sono
pigri mai,
e si danno generosi
quasi inutilmente persino al tempo
che non perdona nulla...
e lascia  i segni che ti porti dietro,
come un retaggio...
che si e accumulato.
E poi d'un tratto mi  trovo un posto mio
in un immenso...
grande come un pugno
quando mi accorgo che rimango solo...
sento di notte le musiche di sempre
che hanno accompagnato la mia vita
voci, canzoni, e canti di paura, macabri
incontri... carezze sempre fredde con
poche volte aliti d'estate...
passati troppo
in fretta per morire,
dentro gli sguardi
che m'hanno dato niente.
Così di sera, passata la giornata
ritorno nei miei boschi... dove trovo
il posto giusto per riaddormentarmi
senza nessuno...
che possa tormentarmi

venerdì 27 agosto 2010

IO MI RICORDO...

Io mi ricordo di te...
dei capelli...e cadeva la neve
sul cappotto beige di cammello
con un collo di finta pelliccia
i tuoi occhi lapislazzuli amari
abbassati per giocare all'amore.
Mi ricordo i lunghi capelli
ci giocava mettendoli in bocca
troppo timida facevi la sciocca
del sorriso riempivi la bocca
una rosa aperta all'amore.
E di te sfortunata regina bambina
senza avere gustato l'amore
sei finita in un giorno di festa
come fiore nell'acqua del Po
Mi ricordo le sere d'inverno
con la nebbia, che faceva da muro
coi capelli bagnati e le mani
nelle tasche dell'altra
l'illusione di sentir meno freddo,
dopo un bacio
un falsa promessa,
poi...a casa, sicuro di niente.
Mi ricordo e chi se lo scorda
che l'orgoglio passava ogni tanto
a dare  lezione di vita...
molto meglio sarebbe poi stato
senza orgoglio...ma molto più amore
che ho preso e che regalato...
di sicuro mi sarebbe servito

IL CUCCIOLO

Da troppo tempo
guaisce nel deserto
nessuno ascolta...
nessuno vuol sentire
son tutti sordi ...
a questi suoi lamenti
neppure quando
viene notte
e i brividi di freddo
 fan rumore
così rimane nel mondo rannicchiato
ad aspettare che...
 il mondo torni
vivo

VIENI CON ME...

Vieni con me...questa sera,
ti porto
a vedere il mio lago
dove annego quando
è il momento tutti i pensieri
più tristi...
Come dolce
e serena una rosa,
quando viene
baciata di sera
dalla polvere
che nasce in estate...
e cala...
quando la luna distratta..
è scossa dai
brividi caldi del cielo.
fà cadere sopra la terra,
una polvere che da la magia
quell'alone che incorona la luna
che ti sembra una strana foschia
non è nebbia, ne umidità
quella polvere è fatta di stelle
che davanti a tale bellezza
si dissolve come il
ghiaccio vicino al calore
questa si che è vera magia.
Come un cuore davanti all'amore
questa è polvere magica e strana
della luna ruffiana e sovrana

giovedì 26 agosto 2010

POLVERE D'AMORE

Io la raccolsi a luglio
in  una sera
baciata dalle stelle
che stavano brillando
nei suoi occhi
ma durò poco
lo spazio di un sorriso
e con un soffio
senza alcun  motivo
scomparve dal suo viso...
è ancora qui nell'aria
dei ricordi

ARGO.... che mi somiglia tanto

Ha preso il vizio...
di mettersi quattato quando
al passeggio sopra la panchina...
mi fermo a respirare
l'aria del giardino,
ed io m'accorgo...
che non gli importa molto,
di quei rumori di macchine infernali,
che passano veloci.
Lui tende orecchio...dopo alza il capo,
e con lo sguardo chiede una carezza
annusa l'aria, e poi lo fa con l'erba...
ecco di colpo sibila un latrato
si alza in piedi veloce come un ratto,
forse distratto
da un sogno fatto
 sveglio, qualcosa che è
tornata nella mente...
magari un volto, un posto
o  un viaggio, forse un sorriso,
un gioco di bambino, magari
 un calcio preso ingiustamente
o una compagna che
 non ha più trovato.
o è stata  una reazione, forse ribelle
per sentirsi tale....
Lo vedi? ecco perchè
amo questo cane...proprio perchè..
Argo mi somiglia tanto

IL GRANELLO DI SABBIA

La mia vita è un granello... di sabbia
che dico...una flebile scaglia
di cenere spenta
quando il fuoco ha finito
di essere quello che è stato
quando intorno ha ridotto in relitti
tutto quanto sembrava più eterno
Davanti a tante ingiustizie,
 ai morsi di fame, alle guerre,
ai mali che uccidono il mondo...
che cosa volete che sia donare,
a chi vive da bestie
un granello di sabbia...
anche se stata una vita
ma che vita sarebbe...
se io non potessi donarla
a chi può avere un futuro migliore
e sappiate una cosa...
io non sono un eroe...
ma non si deve avere paura
di morire per un mondo...
più umano, più giusto,
con qualche carezza d'amore
che lenisca per poco un dolore

martedì 24 agosto 2010

IL POVERO...( Le novelle di Morfeo )

Al tempo del Giudeo c'ero anchio
nascosto fra la gente, senza niente
nemmeno gli occhi per vedere Lui
ho camminato ho chiesto solo pane
m'hanno riempito di botte e bastonate
e quanti calci, frustato come un  cane
e poi la gente, senza alcun motivo
sai mi scansava come un maledetto
e se per caso, io mi ribellavo, dicevano
che ero posseduto... e per dormire
sempre per la strada coperto dalla
pelle mia nativa che maledivo, per essere
nel mondo.
Ho sempre fatto la vita del pezzente
e quando io chiedevo del lavoro
soltanto un tozzo, e calci nel sedere
nella mia vita ho posseduto niente
solo parole promesse dalla gente
sempre in combutta coi ladri e coi potenti
E poi un giorno è comparso Lui, si il
giudeo...lo chiamano così, ma lui
è un divo e viene venerato viene
trattato come fosse un Dio
fanno regali, e portano del pane
e s'inginocchiano, e pregano per Lui
hanno ragione Lui sa parlare, dispensa
amore e m'hanno detto che compie
dei prodigi, ed i prodigi che ho compiuto
io? che sono vivo senza avere niente?
Ho visto gente che quando è morto Lui
piangevano a singhiozzo e tutti quanti
tutti a piè sospinto andavano dicendo
poverino, vorrei vedere quando morirò
se ci sarà qualc'uno che mi piange,
eppure adesso te lo dico io... di me..
si di me.. se scordato Dio ! prima di lui
di  diseredato... c'ero prima IO.!
Già ma non sono certo il figlio
di Maria...di Lui che è morto
tutti hanno memoria!  mentre di me
figlio di nessuno, non si ricorda
nemmeno la memoria
ma quella mia ...
non certo di Maria

LUCCIOLE

Restano accese, le lucciole
stasera...
fanno cortei dentro
gli occhi miei
danno segnali ad intermittenza
collane di pensieri
andati in fumo
come gli sguardi
lasciati nel passato
e li ricordo come fosse ieri
loro scompaiono, e tornano
di nuovo
quasi d' incanto per
darti l'illusione di un rimpianto...
E da lontanto...Un ululato...
Un ... pianto

SABRINA AL CHIAR DI LUNA (Le novelle di morfeo...Noir )

Avevo già passato tutta una giornata d'emozioni
me ne ero andato assieme alla ragazza, proprio in collina
alla Maddalena, una passeggiata niente male peccato
che al ritorno dal gelato, con la mia auto, ero scivolato
proprio sulla ghiaia del selciato e nonostante me ne andavo
piano stavo finendo infondo ad burrone, ma per fortuna
senza una ragione sono finito contro un terrapieno, ci sian fermati
e dopo rinfrancati siamo tornati a valle. E dopo avere accompagnato
a casa quella ragazza, tutta spaventata, stavo facendo la strada del ritorno
e canticchiavo la solita canzone che ripetevo, perché non la sapevo.
Era già già notte ma non molto tardi , era una sera lucida e serena
e stava in cielo la bella luna piena che illuminava tutta la mia strada
e mi faceva molta compagnia.
E costeggiando la via del cimitero con molta distrazione a dire il vero,
vidi una ragazza che seduta faceva l'autostop sul marciapiede,
era carina, capelli neri e due occhioni chiari come acqua sembravano
due fari nella notte, ed uno sguardo che m'impressionava ,
un'espressione che non so spiegare, e un volto bianco
quasi come luna.. ma era dolce sai... come nessuna.
Così decisi di dargli quel passaggio a quell'età ne avevo di coraggio.
Salì... si presentò sono Sabrina, e ti chiedo scusa...ora è già tardi
devo andare a casa. Mi diede l'indizzo, e raccontava...tutte le cose
della vita sua  , ma raccontava tutto al suo passato, e mai un cenno
per il suo presente, oppure a caso per il suo futuro.
Mentre guidavo la seguivo appena aveva un po le gambe
rovinate c'eran dei graffi, e dopo sopra il viso segni lividi
e aveva mani fredde ma non ci feci caso che volete era
una ragazza e mi bastava.
Un vestitino corto, ma elegante, la camicetta bianca e una collana
fatta di perline colorate, un seno piccolo ma aggraziato, ma che volete
sono le cose che osservavo  io, e se per caso sembrava troppo fredda
ai tempi miei di certo, ci   avrei pensato io.
Così scambiando qualche parolina, noi due arrivammo a destinazione.
Era una villa al centro di città corso Vittorio forse giù di lì
e poi mi chiese se non disturbava, se avevo voglia di aspettarla
un po' magari dopo...per un'altro giro magari a cena...e dopo...
il dopo cena...quella ci stava mannaggia la matassa.
Così decise e così poi fece.
Io m'accostai vicino al marciapiede, attesi un'ora poi ne attesi due,
e poi alla fine io m'addormentai per fare sogni, che non vi posso dire.
Era già  l'alba, e dopo fui svegliato, da un richiamo a voce alta
e ricca d' insistenza, vidi una donna tutta scapigliata, con gli occhi lucidi
con una foto in mano e riferendosi a me con molto garbo mi raccontò
la storia che vi conto.
Veda signore Sabrina, quella che ha portato è figlia mia, anzi lo era
un giorno, fù violata e dopo uccisa da un gruppo di bastardi e il ragazzo
sapeva tutto e non disse niente, cosi da anni quando è pieno di luna
torna a cercarlo, e sino a quando non l'avrà trovato, dopo cercato
se ne torna a casa, ora l'hai vista... a me è venuta in sogno e mì' ha informato
di dirti che si scusa, non può tornare, che se ne torni a casa, e che dovrò
per ringraziamento dargli un saluto, un bacio sulla guancia, e che in seguito
non la disturberà.
E poi descrisse tutti i suoi vestiti, la sua camicia e la collanina, e poi ancora
perché fossi convinto, mostrò la foto della sua Sabrina...Si...si..è la stessa
che ho portato qui questa mattina...è quasi un mese che non dormo più
e a casa torno molto molto presto..e quella strada...l'ho dimenticata

Autunno di periferia

Quanti colori disegnano l'autunno
mille pennelli di artisti innamorati
prodigi, di passione,
e dell'amore
che ad ogni foglia
dona un suo colore...
agli alberi sedotti da foschia...
ai viali lunghi disegnati ad arte
le coppie innamorate...
si tengono per mano...
quasi un presagio...
per non restare soli,
quando la
nebbia, densa della vita
li fà disperdere
senza un buon motivo...
le foglie secche che...
scendono danzando
 in segno di pudore
sopra  i prati  e sul selciato,
lo scalpiccio di foglie..
gli uomini al lavoro nei giardini...
e quel silenzio...
che non si sente più
perche le voci,
camminano veloci
anche se la nebbia li ricopre
sembrano anime...
venute chissà quando
ad animare questo
 amaro autunno
che si nasconde
tra le ciminiere

lunedì 23 agosto 2010

PASSI

Adesso sento i passi
nella mente
quei passi lenti
e stanchi..

E poi di colpo
acceleranti e vivi
nel tentativo di
andare più veloci
perché il tempo è
sempre un passo
avanti.

Epoi ci frega,
per dare il tempo
alle delusioni di essere puntuali
con la vita.

Poichè si sa a noi
che siamo schiavi
delle amarezze non può
mancarci niente.

E poi per quanto
possiamo andare in fretta
la vita ci raggiunge...
e poi ci uccide

COCCOLE

Mi piacerebbe sentire...
nella notte
un piano forte...
che suona una canzone
quella più bella che più piace a me
con l'andamento..
di una poesia d'amore
sognato un giorno,
che non è mai venuto,
Mi piacerebbe con cappuccetto rosso
fare due passi...
e farmi raccontare
se è proprio vero che con il lupo
ha avuto discussione.
Mi piacerebbe volare
verso il cielo
con una  barca
con il vento in poppa
e sulle nuvole di panna soffermarmi
e poi pescare..
dalle nuvole del celo
tutti i palloncini dei bambini..
per riportarli
tutti ai  proprietari...
per regalare un ombra
di sorriso anche ai bambini
che non l'hanno avuto mai
Mi piacerebbe andare...
sulle onde
e ad una ad una raccogliere
le stelle che si specchiano
nel mare,
e che di giorno dormono
nel cielo,
lasciando spazio al sole sempre vivo
Mi  piacerebbe sognare di volare,
e regalare
anche al cuore mio
un po' di coccole
abbandonate...
in giro e poi raccoglierle
per sentirmi....
bimbo.

SORRISI

Ci son sorrisi che vivono nel tempo
che li ricordi,
perché son sempre veri
quelli vissuti
al tempo della scuola
con le tue dita
sporcate di matita
che danno il passo
 a tutta la tua vita
che quasi sempre
 ti ritorna in mente
due occhi, un viso
 e un tenero sorriso
e sono poche
le facce che ricordi
compaiono ogni tanto...
come un film
il cui titolo
non lo ricordi più
Ci son sorrisi che
tu ricordi appena
ma son più forti,
più marcati e cari
e sono quelli di quando...
eri bambino
di tutta quella gente che è passata
ma resta viva,
anche se già morta
e mentre vivi
ti passano davanti
e poi d'incanto
risenti quelle voci
che si trasformano
in triste nostalgia
per la tua vita..
che ti passa via.
Ci sono poi i fulmini sorriso,
quelli che passano,
vissuti in un momento
una ragazza conosciuta al bar
un'altra passava col ragazzo,
che lo faceva per ingelosire,
poi c'è il sorriso
di una tua ragazza che ti giocava
sempre un brutto tiro.
Poi c'è il sorriso...
di quello figlio tuo
e te l'ha fatto mentre ci giocavi
che dopo ti è scomparso
così in fretta...
che non capisci
se l'hai vissuto mai
E c'è il sorriso..di  tutta quella gente
che non  conosce
che ti sorride...
per la compassione
che occorre dare
ma per simpatia
e sai perché
ti manca poco volare via

IL REGNO DI KNUR ( LE NOVELLE DI MORFEO...ATTO SECONDO )

Oltre le valli delle terre di KNUR dopo montagne
e laghi e foreste, vive Kandiria regina  dei Krool
femmina ardita e di coraggio infinito, governa
una terra, di esseri strani col pelo liscio di
occhi a colori dediti al culto del grano e del pane
frutti proibiti nel regno di Knur, e fan della pace
la loro cultura pavide genti, non usi alla guerra
nemici giurati del sire mio Knur.
Ed io li ho visti col dorso scoperto
ho visto il petto e pezzi di corpo
essi hanno centro del loro addome
una sorta di buco, coperto di carne
che chiamano adesso lo dico, in una parola
è l'ombelico si riproducono in modo diverso
non fanno uova sono primati, noi siam superiori
facciamo le uova e dopo 6 mesi sia apron da soli
ed nascono i figli de la nostra stirpe
e siamo  più belli più forti con gli occhi
gialli non certo di vari colori che vanno dal nero
all'azzurro più intenso e fanno scappare
i nostri cuccioli amati.
Kandiria è regina da quando Macor morì
regalando l'impero a Kandiria, la quale
nel suo giuramento in quanto regina
giurò di mandare all'inferno i nemici
che sono i cultori del ramo dell'oro.
Poi fù così che fece alleanza col regno
dei Liri per mettere in fuga il regno
di Knur.
In una notte infausta per noi che vennero
in cielo macchine in volo, ma senza le ali
e senza rumore gettaron dall'aria e senza pietà
infami montagne di fuoco esplosive che erano
furia di morte sicura  per tutti i fratelli del popolo
Knur.
Ci fù un giorno i nostri vennero fuori con strane corazze
e scafandri, sul capo con armi letali persino per knur
che in fatto di stragi di morti immediate era il più
forte da tutti temuto.
Sputavano fuoco, e bruciavano tutto persino la terra
fondeva a suoi piedi, si urlava  vendetta da parte
di noi, che dopo mill'anni di immenso potere
si sentiva che forse era giunta la fine...
Knur nostro duce e figlio di un Dio usa i suoi schiavi
con l'ombelico come se se fosse carne da guerra
gli impone di costruire un'arma letale per figli del
cielo venuti dal nulla
amici dei LIRI e della folle Kandiria nobile
e bella per i loro amici ma fetida e porca
nemica per noi per loro valchiria regina
del mondo dentro un castello ordisce il macello.
Decide d'un tratto la pazza, incoscente che occorre
sferrare l'attacco finale decider le sorti, per fare
la pace ci vogliono i morti ma questo racconto
lo faccio più avanti ora mangio il pasto, mi mangio
un 'umano. Venite a torvarmi che lo racconto...

AL SOLE...

C'era un vigneto...

E dopo c'era il grano

e l'uliveto che cresceva appena.

Non dava ancora il frutti dell'olivo

e dopo uomini con la zappa in spalle

e poi le donne coi canestri in testa

con dentro il pane..
.
o frutti di giornata

coperti con le foglie

grandi e fresche

dei fichi in fiore...

e attorno poco amore

per quell'arsura al sole mattutino...

che picchia forte..

appena mezzogiorno

silenzi e voci...

quasi rarefatte e poi..
.
le facce...

madre mia che facce

tutte segnate da rughe sì profonde

che mi sembravan

quasi secolari

come la corteccia degli ulivi...

che riposando

al sole nella terra,

si contorcevano...

quasi dal dolore,

ed il paessaggio in segno di rispetto..

stava in silenzio...

ad aspettare un suono di campana

che non è mai stato

 un suono di rivolta

ma di rassegnazione..

e di apatia...

per far morire la dolce terra mia

Il risveglio dell'operaio

E come sempre...venne l'autunno...
dopo quell'estate...
le foglie stanche di restare in alto
cadevano ogni tanto,
dagli alberi caduchi
e in voglia di riposo,
e poi le stesse
per  non disturbare...
scendevano in silenzio...
se pure appesantite
dalla bruma,
la nebbia cominciava..
a diradarsi..
e i passi stanchi ma
sempre vellutati
vestivano il silenzio mattutino
la voglia del caffè...
che ti passava
la colazione rimandata a quando
e nella borsa...
sempre un baracchino

domenica 22 agosto 2010

PAPAVERI...LA NOTTE.

Ma come dormono
i papaveri di notte,
col capo chino...
 in cerca di un cuscino
cercan ristoro,
 fra quelle spighe strane
al vento della notte..
calda e ruffiana
e sventola col canto,
di cicale alla frescura
foglie giganti
di ombreggianti fichi.
E in questa parte
 nonostante tutto
anche i papaveri
non dormono stasera
si sentono irrequieti
ed hanno insonnie..
 non sono incubi
ma c'è troppa luce,
 la luna questa
sera per sentirsi attrice,
vuol far
la parte della passeggiatrice
e illumina quel campo
senza tregua
infonde luce sino a spiegare
tutti i colori
di questa notte in fiore.
Ma dove dormono...
 i papaveri di notte forse
 su le labbra di una donna
 illuminata dagli occhi
di una luna
che è così bella per...
per farla innamorare

Nessuno tocchi Eva

Nessuno tocchi la Dea dell'amore
se pure sfortunata di destino
lei condannata...

 Poichè concesse il corpo ...
ma fù soltanto un gesto...
per Amore.

Non fù certo la bestia tentatrice
che se ne andava in cerca d'altri lidi
forse carezza...

 Un palpito d'amore 
che si diffuse, e diventò pensiero
la voglia di capire se l'amore
voleva essere solamente
sesso...

O conoscenza dell'essere
imperfetto,
dei suoi bisogni
la voglia di sapere se l'uomo
è fatto solo per esser servo
prima di un Dio
che non ha perdono.

e poi dell'uomo schiavo del potere.

Lei  fu cacciata dal paradiso infame
che la voleva serva e dopo schiava
di un despota eterno
che la voleva in gabbia.

Negando a lei  il seme della conoscenza
della cultura e della sua rivolta.

E con l'orgoglio di chi si vuole viva
decise con Adamo di partire
andare per il mondo e partorire
meglio soffrire che sentirsi schiava
meglio le doglie per avere un figlio
che contemplare un volto inespressivo.

Lei che donna non volle mai accettare
d'essere ombra della vera essenza.
si alzi un grido dall'uomo che ha coscienza
nessuno tocchi Eva lei è scienza .