sabato 31 dicembre 2011

LA MADRE ... ERETICA

Ecco ... il sangue, di un figlio fatto schiavo
nomato Re per ingordigia e sete di potere
negato agli uomini e fatto poi morire
confuso con la feccia messa in croce
un peccatore, un bestemmiatore.

Non avrai pace per questo tuo delitto.
e quante madri non ti perdoneranno
per il dolore che tu gli comminasti
e ad ogni segno delle prima doglia
terranno stretti al cuore il loro
figlio per impedirti di portarlo via
tanto è il dolore che imprimi
al loro amore ... ma quale padre
per quanto sia crudele uccide il figlio
per la propria gloria!

Ed ora taci e non mi sai che dire.

Tu non rispondi non hai risposto mai
ai doli della gente, nemmanco i preghi
che vengono da terra
scuotono l'ignavia  dei tuoi sensi.

Tu li vuoi servi,remissivi e schiavi,
prostrati e chini ai desideri tuoi
neppure io che moglie intanto fui
riesco a dar voce  a questa bocca tua
 sempre silente e muta al mio dolore,
quasi che fosse lo struscio di una foglia.

Lo so non conto e sono un'espressione
per te che il mondo lo bruci con lo sguardo
ma fui sua madre, se pure
nel deserto del tuo del sguardo.

 Ebbi due cuori ... al tempo
nel mio grembo anche se tu
con me ti comportasti
mai come amante, neppure seduttore.

Entrasti come un ladro nel mio letto
senza aspettare che diventassi donna.
Mi regalasti al povero Giuseppe
come una merce da ricettazzione

In una notte tu m'inseminasti
senza un sorriso nemmeno una carezza
io fui violata senza tenerezza
divenni madre senza essere donna.

Come un viandante in cerca di sollazzo
senza calore, nonostante bella
nemmeno un bacio sopra i seni miei
se pure nei miei sogni dolci e puri
sentivo i desideri della carne,
la donna è donna e vuol bruciare d'amore.

Non hai voluto che diventassi  moglie
soltanto madre ... per ammazzarmi il figlio
e le sue spoglie le lasci abbandonate
in una terra che l'ha voluto morto.

Come se questo non ti bastasse ancora
han fatto scempio di questo figlio mio
hanno strappato la carne alla sua carne
donando ai cani il resto delle ossa.

E tu zitto ... mai una parola un gesto
in  difesa in onore suo quasi...
che fosse il figlio di un nemico.

Abbandonato a terra come sterco
in mezzo ai vermi a concimar la terra

Perchè non lo uccidesti ancora infante
al tempo dell'Erode infanticida
avresti avuto almeno l'attenuante,
e in tutto il tempo io mi sarei scordata
se pure quel dolore non si  scorda.

Ma tu non senti, sei troppo intento
ad ascoltar lusinghe degli adepti tuoi,
giudici incolti  della giustizia vera,
pronti a condannare anche l'amore
e già m'accorgo mi guardano in cagnesco,
poichè difendo il sangue del mio sangue.

Ma che pretende l'anima mia soltanto
se manco i figli ( e tutti quanti insieme)
della tua terra infame
pregano sempre soffrendo pene e inferni
ed i sollievi sono a fine vita
 riescono a svegliarti dal torpore.

Quando la terra su cui li hai messi al mondo
non offre loro mai di che sfamarsi
e il sole arde scarseggiando l'acqua
e fame e sete li uccidono col tempo
mentre i potenti, i prediletti tuoi
li fanno schiavi per diletto loro.

E tu mi tratti come fossi Eva
che la mandasti via da casa sua
per un errore che non aveva senso
anche sul danno c'è molto da ridire
in fondo è vero che nel paridiso
ci vanno solo i pavidi e i potenti
chi si ribella, chiedendo solo amore
viene bruciato dall'orrenda pira
e la speranza è cenere nel vento.


Ma  non importa, io rimango qui
ad aspettare che passi il mio nemico
sul bordo del mio fiume, di così che fra
folaghe e gabbiani , fra tangheri e rami
di alberi morenti, veda arrivare sopra
una barca con la vela bianca una giustizia
che non sia violata, ne comprata , ne manco
sedotta da sirene false.

Su quella barca l' anima di un figlio
e accanto a lui i giovani dei tempi,
sempre sereni verso nuovi lidi
senza portare su le loro spalle
il peso di una croce lorda di sangue
e di ingiustizie umane, volute da
Un Eterno senza cuore ...

ORA PUNISCIMI SE TROVI UNA RAGIONE!

giovedì 29 dicembre 2011

NATALE A TORINO 1958

E non dirada mai ...
la nebbia.

Su questo mio natale
sempre freddo.

Fatto di fantasmi, di delusioni
e di ricordi.

Di mandarini bruciati sulla stufa,
quasi sempre fredda e poco amata
e panni stesi in una stanza.

L'odore del sapone dentro l'aria.
Senza mai un sogno.

Con la finestra
sola e senza luce.

E il capodanno stretto nella brina
e senza doni, coi platani rivolti
verso l'alto quasi alla ricerca
di un motivo, o d'una scusa
per sentirsi vivi.

Le mani in tasca, e senza guanti
il freddo sulla faccia diventava brina
la bocca che tremava per il gelo
gli occhi piangevano, ma io non lo sapevo
Natale c'era e io non lo vedevo

domenica 18 dicembre 2011

... E MARIA SOGNA


Stava lavando i panni come serva
In una casa di ricchi benestanti.

Sentiva le sue ossa scricchiolare.

Quanta fatica per poter mangiare.

E gli passava la voglia di cantare,
da quando Jesus l’aveva abbandonata
almeno cento anni era invecchiata.

Rughe profonde e macchie sulla pelle
come conviene ai figli del suo mondo.

Con gli occhi stanchi in bocca pochi denti
sudava come sempre al lavatoio.

Sognava ad ogni ora di rivedere il figlio
di tanto in tanto
per sentirsi viva parlava
col ragazzo che non c’era…

Chi l’ha sentita
smaniare come un folle
racconta ancora
le raccomandazioni:

Gesù non correre
potresti farti male!
Alla bottega va aiutare Il padre!
Non far dispetti alle ragazzine!
Presto al ritiro e non tornare tardi !
E di a tuo padre di comprare il pane.!

E poi di colpo gettava
i panni all’aria.

Lo sai? Piangeva , si buttava a terra
e tutto questo, ogni santo giorno.

Del figlio morto non si dava pace
un figlio è figlio e il cuore mai…

                SI TACE!

Mangiava solo una volta al giorno
E poco, poco, come uccellino
Ciò che bastava per rimanere in vita.

Era di sera, che si sentiva morta
sulla finestra un vaso di ginestra
guardava il cielo dietro la finestra.
E dopo a letto sognando di morire,
tanta la fretta di rivedere il figlio.

Così una notte, in questa vana attesa
lei fu svegliata da una voce amata.

Si destò subito vide dall’angolo più
buio non certo un volto ma un teschio
che parlava, ma ella riconobbe il figlio suo.

La madre è madre e non si fa ingannare.

Lo vide affranto … e lo sentì parlare.
Il corpo ch’egli aveva … trasparente
evanescente, come un fantasma
in cerca di una casa.

Madre … Madre, lo so, non stai dormendo
ti sento triste e piena di dolore
ti sei emaciata, a causa del tuo pianto
ed è per questo che non trovo pace
in paradiso non riesco a riposare
è il tuo dolore non mi fa dormire
quieta se puoi questo tuo calvario.

Lo so, lo so che ti sono figlio,
e che tu vivi in questo tuo ricordo
ma dammi pace, non farmi più soffrire.

                   AMORE!!!!
FIGLIO, FIGLIO... COSA T'HANNO FATTO!

T'ho conosciuto, nonostante tutto …
Se pure il volto e tutto il corpo tuo
sono scomparsi e vedo solo ossa …

Quanto sei bello, è tanto sai che t'aspettavo io
io lo sapevo che non mi lasciavi, e prima o poi
io t'avrei rivisto … Ma come mai mi mangi
         così poco … Sei così magro...
         vuoi che ti prepari una focaccia?

Ma dimmi, dimmi com'è il paradiso,
col padre eterno tu, tu, tu ci hai parlato?
        E alla destra poi ti sei seduto?

Che devo dirti … non l'ho ancora visto
sono tre mesi che lo sto aspettando
son messo li … seduto sul gradino
si passa il tempo a guardarsi intorno
a mezzogiorno poi si va a mangiare
un pasto strano che non sazia mai
si chiama manna ma non sa di niente.

Poi ogni tanto ci compare e parla
dal balcone e poi scompare.

Dicon ch'è prassi da 3000 anni
e a la sua destra non ci vuol nessuno
           manco suo figlio.

              Dice sempre:
piuttosto solo che male accompagnato
e mi sa tanto che m'ha turlupinato.
Che devo dire me ne son tornato.

Il paradiso è un posto assai noioso
non c'è nessuno che scambia una parola
musi sereni senza una ragione, guardan
la Luce che ogni tanto appare
 dopo a letto assieme alle galline.

L'unica cosa che ci fan vedere
solo ogni tanto un poco di futuro
di quella gente per cui m'hanno ammazzato
e devo dirti ch'è molto scoraggiante
vedere l'uomo come s'è ridotto
e la sua terra come l'ha distrutta
e in paradiso c'è gente che deride.

MARIA:
Non ti curare t'ho lasciato il letto.
Io lo rifaccio tutte le mattine …
Ma il padre eterno magari avrà da fare
o la memoria ormai l'avrà lasciato
e di suo figlio magari s'è scordato
o non ha tempo, con quello che ha da da fare!

Resta con mamma che ti vuole bene.
 I padri eterni son tutti assai boriosi,
sono narcisi, prepotenti, e assai bugiardi
promettono tutto e non mantengon mai.

E quel mattino trovarono Maria
sul tavolo a dormire sembrava viva
ma era in paradiso …

Ad annoiarsi con il figlio suo













Morfeo 17-12-2011










LA PULA


Me lo ricordo
come fosse un sogno
vissuto in una sera
in piena estate.

Il grano profumava …
come un fiore
ancor più intenso …

E dentro s’è fermato.

Lasciandomi incantato …

     … Innamorato.

Profumi antichi,
sempre più indiscreti.

E quante volte
lo sai me l’ho sognato …
tutte le volte
nel cuore mio … una festa.

Ma quanto è triste
sentirne nostalgia

Profumi dell’estate
e poi la gente
son diventati
fantasmi nella mente.

Il fieno sparpagliato
sulla strada,

con quanta foga
si batteva il grano
e poi la pula
se la portava il vento
entrando dentro
gli occhi dei bambini
che non curanti
battevano i piedini
sopra quel grano
che se ne rideva
sembrava che
giocasse insieme a loro.

I vecchi che
guardavano la luna
e le ragazze
in cerca dell’amore
cucivano il corredo
ago e filo
mentre la luna giocava
a nascondino
e il grande amore .

Che non tornava più.

E poi Selene
mandava tutti a letto
Spegneva il sole
e risplendeva lei,
per vanità.

O forse … per amore.














martedì 6 dicembre 2011

LA GABBIA

Noi siamo …
E lo saremo … Eterni
Come se fossimo, vento
o acqua di fiume mai doma.

Granitiche guglie di  montagne
ra valli  immense e foreste silenti
uccise dall’uomo più empio.

Noi siamo onde del mare
che culla il suo mondo
e sorride quando il sole fugace
allunga le braccia, e poi stringe.

In un unico afflato i miliardi 
di gocce di mare, che sembrano
messe in castigo
e vivono in povertà.
E noi siamo …
E lo saremo sempre.

Anime incolte,
con le braccia  tese
verso il cielo
ad aspettare manna
da chi seduce e poco dopo...

Inganna.

 Questo da sempre
da quando è nato il mondo
e ci hanno relegati questa gabbia
rubando al nostro cuore dignità

Con pochi spazi di felicità