Ecco ... il sangue, di un figlio fatto schiavo
nomato Re per ingordigia e sete di potere
negato agli uomini e fatto poi morire
confuso con la feccia messa in croce
un peccatore, un bestemmiatore.
Non avrai pace per questo tuo delitto.
e quante madri non ti perdoneranno
per il dolore che tu gli comminasti
e ad ogni segno delle prima doglia
terranno stretti al cuore il loro
figlio per impedirti di portarlo via
tanto è il dolore che imprimi
al loro amore ... ma quale padre
per quanto sia crudele uccide il figlio
per la propria gloria!
Ed ora taci e non mi sai che dire.
Tu non rispondi non hai risposto mai
ai doli della gente, nemmanco i preghi
che vengono da terra
scuotono l'ignavia dei tuoi sensi.
Tu li vuoi servi,remissivi e schiavi,
prostrati e chini ai desideri tuoi
neppure io che moglie intanto fui
riesco a dar voce a questa bocca tua
sempre silente e muta al mio dolore,
quasi che fosse lo struscio di una foglia.
Lo so non conto e sono un'espressione
per te che il mondo lo bruci con lo sguardo
ma fui sua madre, se pure
nel deserto del tuo del sguardo.
Ebbi due cuori ... al tempo
nel mio grembo anche se tu
con me ti comportasti
mai come amante, neppure seduttore.
Entrasti come un ladro nel mio letto
senza aspettare che diventassi donna.
Mi regalasti al povero Giuseppe
come una merce da ricettazzione
In una notte tu m'inseminasti
senza un sorriso nemmeno una carezza
io fui violata senza tenerezza
divenni madre senza essere donna.
Come un viandante in cerca di sollazzo
senza calore, nonostante bella
nemmeno un bacio sopra i seni miei
se pure nei miei sogni dolci e puri
sentivo i desideri della carne,
la donna è donna e vuol bruciare d'amore.
Non hai voluto che diventassi moglie
soltanto madre ... per ammazzarmi il figlio
e le sue spoglie le lasci abbandonate
in una terra che l'ha voluto morto.
Come se questo non ti bastasse ancora
han fatto scempio di questo figlio mio
hanno strappato la carne alla sua carne
donando ai cani il resto delle ossa.
E tu zitto ... mai una parola un gesto
in difesa in onore suo quasi...
che fosse il figlio di un nemico.
Abbandonato a terra come sterco
in mezzo ai vermi a concimar la terra
Perchè non lo uccidesti ancora infante
al tempo dell'Erode infanticida
avresti avuto almeno l'attenuante,
e in tutto il tempo io mi sarei scordata
se pure quel dolore non si scorda.
Ma tu non senti, sei troppo intento
ad ascoltar lusinghe degli adepti tuoi,
giudici incolti della giustizia vera,
pronti a condannare anche l'amore
e già m'accorgo mi guardano in cagnesco,
poichè difendo il sangue del mio sangue.
Ma che pretende l'anima mia soltanto
se manco i figli ( e tutti quanti insieme)
della tua terra infame
pregano sempre soffrendo pene e inferni
ed i sollievi sono a fine vita
riescono a svegliarti dal torpore.
Quando la terra su cui li hai messi al mondo
non offre loro mai di che sfamarsi
e il sole arde scarseggiando l'acqua
e fame e sete li uccidono col tempo
mentre i potenti, i prediletti tuoi
li fanno schiavi per diletto loro.
E tu mi tratti come fossi Eva
che la mandasti via da casa sua
per un errore che non aveva senso
anche sul danno c'è molto da ridire
in fondo è vero che nel paridiso
ci vanno solo i pavidi e i potenti
chi si ribella, chiedendo solo amore
viene bruciato dall'orrenda pira
e la speranza è cenere nel vento.
Ma non importa, io rimango qui
ad aspettare che passi il mio nemico
sul bordo del mio fiume, di così che fra
folaghe e gabbiani , fra tangheri e rami
di alberi morenti, veda arrivare sopra
una barca con la vela bianca una giustizia
che non sia violata, ne comprata , ne manco
sedotta da sirene false.
Su quella barca l' anima di un figlio
e accanto a lui i giovani dei tempi,
sempre sereni verso nuovi lidi
senza portare su le loro spalle
il peso di una croce lorda di sangue
e di ingiustizie umane, volute da
Un Eterno senza cuore ...
ORA PUNISCIMI SE TROVI UNA RAGIONE!
sabato 31 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
NATALE A TORINO 1958
E non dirada mai ...
la nebbia.
Su questo mio natale
sempre freddo.
Fatto di fantasmi, di delusioni
e di ricordi.
Di mandarini bruciati sulla stufa,
quasi sempre fredda e poco amata
e panni stesi in una stanza.
L'odore del sapone dentro l'aria.
Senza mai un sogno.
Con la finestra
sola e senza luce.
E il capodanno stretto nella brina
e senza doni, coi platani rivolti
verso l'alto quasi alla ricerca
di un motivo, o d'una scusa
per sentirsi vivi.
Le mani in tasca, e senza guanti
il freddo sulla faccia diventava brina
la bocca che tremava per il gelo
gli occhi piangevano, ma io non lo sapevo
Natale c'era e io non lo vedevo
la nebbia.
Su questo mio natale
sempre freddo.
Fatto di fantasmi, di delusioni
e di ricordi.
Di mandarini bruciati sulla stufa,
quasi sempre fredda e poco amata
e panni stesi in una stanza.
L'odore del sapone dentro l'aria.
Senza mai un sogno.
Con la finestra
sola e senza luce.
E il capodanno stretto nella brina
e senza doni, coi platani rivolti
verso l'alto quasi alla ricerca
di un motivo, o d'una scusa
per sentirsi vivi.
Le mani in tasca, e senza guanti
il freddo sulla faccia diventava brina
la bocca che tremava per il gelo
gli occhi piangevano, ma io non lo sapevo
Natale c'era e io non lo vedevo
domenica 18 dicembre 2011
... E MARIA SOGNA
Stava lavando i panni come serva
In una casa di ricchi benestanti.Sentiva le sue ossa scricchiolare.
Quanta fatica per poter mangiare.
E gli passava la voglia di cantare,
da quando Jesus l’aveva abbandonata
almeno cento anni era invecchiata.
Rughe profonde e macchie sulla pelle
come conviene ai figli del suo mondo.
Con gli occhi stanchi in bocca pochi denti
sudava come sempre al lavatoio.
Sognava ad ogni ora di rivedere il figlio
di tanto in tanto per sentirsi viva parlava
col ragazzo che non c’era…
Chi l’ha sentita
smaniare come un folle
racconta ancora
le raccomandazioni:
Gesù non correre
potresti farti male!
Alla bottega va aiutare Il padre!
Non far dispetti alle ragazzine!
Presto al ritiro e non tornare tardi !
E di a tuo padre di comprare il pane.!
E poi di colpo gettava
i panni all’aria.
Lo sai? Piangeva , si buttava a terra
e tutto questo, ogni santo giorno.
Del figlio morto non si dava pace
un figlio è figlio e il cuore mai…SI TACE!
Mangiava solo una volta al giorno
E poco, poco, come uccellinoCiò che bastava per rimanere in vita.
Era di sera, che si sentiva morta
sulla finestra un vaso di ginestra
guardava il cielo dietro la finestra.
E dopo a letto sognando di morire,
tanta la fretta di rivedere il figlio.
Così una notte, in questa vana attesa
lei fu svegliata da una voce amata.
Si destò subito vide dall’angolo più
buio non certo un volto ma un teschio
che parlava, ma ella riconobbe il figlio suo.
La madre è madre e non si fa ingannare.
Lo vide affranto … e lo sentì parlare.
Il corpo ch’egli aveva … trasparente
evanescente, come un fantasma
in cerca di una casa.
Madre … Madre, lo so, non stai dormendo
ti sento triste e piena di dolore
ti sei emaciata, a causa del tuo pianto
ed è per questo che non trovo pace
in paradiso non riesco a riposare
è il tuo dolore non mi fa dormire
quieta se puoi questo tuo calvario.
Lo so, lo so che ti sono figlio,
e che tu vivi in questo tuo ricordo
ma dammi pace, non farmi più soffrire.
AMORE!!!!
FIGLIO, FIGLIO... COSA T'HANNO FATTO!
T'ho conosciuto, nonostante tutto …
Se pure il volto e tutto il corpo tuo
sono scomparsi e vedo solo ossa …
Quanto sei bello, è tanto sai che t'aspettavo io
io lo sapevo che non mi lasciavi, e prima o poi
io t'avrei rivisto … Ma come mai mi mangi
così poco … Sei così magro...
vuoi che ti prepari una focaccia?
Ma dimmi, dimmi com'è il paradiso,
col padre eterno tu, tu, tu ci hai parlato?
E alla destra poi ti sei seduto?
Che devo dirti … non l'ho ancora visto
sono tre mesi che lo sto aspettando
son messo li … seduto sul gradino
si passa il tempo a guardarsi intorno
a mezzogiorno poi si va a mangiare
un pasto strano che non sazia mai
si chiama manna ma non sa di niente.
Poi ogni tanto ci compare e parla
dal balcone e poi scompare.
Dicon ch'è prassi da 3000 anni
e a la sua destra non ci vuol nessuno
manco suo figlio.
Dice sempre:
piuttosto solo che male accompagnato
e mi sa tanto che m'ha turlupinato.
Che devo dire me ne son tornato.
Il paradiso è un posto assai noioso
non c'è nessuno che scambia una parola
musi sereni senza una ragione, guardan
la Luce che ogni tanto appare
dopo a letto assieme alle galline.
L'unica cosa che ci fan vedere
solo ogni tanto un poco di futuro
di quella gente per cui m'hanno ammazzato
e devo dirti ch'è molto scoraggiante
vedere l'uomo come s'è ridotto
e la sua terra come l'ha distrutta
e in paradiso c'è gente che deride.
MARIA:
Non ti curare t'ho lasciato il letto.
Io lo rifaccio tutte le mattine …
Ma il padre eterno magari avrà da fare
o la memoria ormai l'avrà lasciato
e di suo figlio magari s'è scordato
o non ha tempo, con quello che ha da da fare!
Resta con mamma che ti vuole bene.
I padri eterni son tutti assai boriosi,sono narcisi, prepotenti, e assai bugiardi
promettono tutto e non mantengon mai.
E quel mattino trovarono Maria
sul tavolo a dormire sembrava viva
ma era in paradiso …
Ad annoiarsi con il figlio suo
Morfeo 17-12-2011
LA PULA
Me lo ricordo
come fosse un sognovissuto in una sera
in piena estate.
Il grano profumava …
come un fioreancor più intenso …
E dentro s’è fermato.
Lasciandomi incantato …
… Innamorato.
Profumi antichi,
sempre più indiscreti.
E quante volte
lo sai me l’ho sognato …
tutte le volte
nel cuore mio … una festa.
Ma quanto è triste
sentirne nostalgia
Profumi dell’estate
e poi la gente
son diventati
fantasmi nella mente.
Il fieno sparpagliato
sulla strada,
con quanta foga
si batteva il grano
e poi la pula
se la portava il vento
entrando dentro
gli occhi dei bambini
che non curanti
battevano i piedini
sopra quel grano
… che se ne rideva
sembrava che
giocasse insieme a loro.
I vecchi che
guardavano la luna
e le ragazze
in cerca dell’amore
cucivano il corredo
ago e filo
mentre la luna giocava
a nascondino
e il grande amore .
Che non tornava più.
E poi Selene
mandava tutti a letto
Spegneva il sole
e risplendeva lei,
per vanità.
O forse … per amore.
martedì 6 dicembre 2011
LA GABBIA
Noi siamo …
E lo saremo … EterniCome se fossimo, vento
o acqua di fiume mai doma.
Granitiche guglie di montagne
ra valli immense e foreste silenti
uccise dall’uomo più empio.
Noi siamo onde del mare
che culla il suo mondo
e sorride quando il sole fugace
allunga le braccia, e poi stringe.
In un unico afflato i miliardi
di gocce di mare, che sembrano
messe in castigo
e vivono in povertà.
E noi siamo …di gocce di mare, che sembrano
messe in castigo
e vivono in povertà.
E lo saremo sempre.
Anime incolte,
con le braccia tese
verso il cielo
ad aspettare manna
da chi seduce e poco dopo...
Inganna.
Questo da sempre
da quando è nato il mondo
e ci hanno relegati questa gabbia
rubando al nostro cuore dignità
da quando è nato il mondo
e ci hanno relegati questa gabbia
rubando al nostro cuore dignità
Con pochi spazi di felicità
sabato 5 novembre 2011
LA FOGLIA DELL'ULIVO
Amara è ancora,
la foglia dell’ulivo
si mastica da sempre …
in queste terre.
Dove il silenzio
è rabbia
o forse è solo la rassegnazione
che si ripete ormai
da troppo tempo.
Come i tramonti
e le aurore stanche
che nascono
soltanto per inerzia.
Come i sorrisi della delusione
sui volti delle donne
e dei bambini.
Che giocano a morire
tutti i giorni
e chiudono
per sempre i loro occhi
posandoli sui rovi senza tempo.
Vivono per poco e rassegnati
In una terra
che li ha amati mai.
La solitudine
è diventata un mare
che non da frutti
e lentamente muore
con i tramonti
innamorati pazzi
di quei deserti
che sono stati illusi.
Scorrono i venti
come se fosse il tempo
e non ascoltano
le cicale all’ombra.
Friniscono ma non c’è nessuno …
Ma è questa terra
che fa compagnia
a chi altrove
non ce la fa a morire.
la foglia dell’ulivo
si mastica da sempre …
in queste terre.
Dove il silenzio
è rabbia
o forse è solo la rassegnazione
che si ripete ormai
da troppo tempo.
Come i tramonti
e le aurore stanche
che nascono
soltanto per inerzia.
Come i sorrisi della delusione
sui volti delle donne
e dei bambini.
Che giocano a morire
tutti i giorni
e chiudono
per sempre i loro occhi
posandoli sui rovi senza tempo.
Vivono per poco e rassegnati
In una terra
che li ha amati mai.
La solitudine
è diventata un mare
che non da frutti
e lentamente muore
con i tramonti
innamorati pazzi
di quei deserti
che sono stati illusi.
Scorrono i venti
come se fosse il tempo
e non ascoltano
le cicale all’ombra.
Friniscono ma non c’è nessuno …
Ma è questa terra
che fa compagnia
a chi altrove
non ce la fa a morire.
martedì 11 ottobre 2011
SE VOLASSE IL CIELO
Ma tu lo senti
come abbaia il cane.
Si sente l’eco,
e l’eco poi si perde.
Tutte le voci
sembrano ovattate
Sbattono sui muri,
e tornano sui corpi
lacerati e doloranti.
Sento i latrati
dei cuccioli di cani
abbandonati e sanguinolenti
fra sassi e rovi
in cerca di un umano
che s’è involato
per cercare invano
un sogno verso il cielo
così vacuo …
Che se dimenticato d’esser uomo.
Gli han promesso
di diventare santo
e invece è diventato
ancor più servo
Per vivere di sogni di cartone
di un falso dio
ch’è sempre smemorato
e vuole essere
per questo ringraziato
per tutti i danni
che ci ha procurato
come se fossimo carne da macello
pronti al martirio
come dei maiali
e raccontando
ai poveri ignorati
cha siamo causa Noi di tutti i mali.
Ma se per caso ci mancasse il cielo!
ci attaccheremmo,
ad ogni ramoscello
ad ogni albero ad ogni filo d’erba
per non lasciare
questa vecchia terra.
Invece di volare verso un cielo
che è solo aria
e dentro non c’è niente.
come abbaia il cane.
Si sente l’eco,
e l’eco poi si perde.
Tutte le voci
sembrano ovattate
Sbattono sui muri,
e tornano sui corpi
lacerati e doloranti.
Sento i latrati
dei cuccioli di cani
abbandonati e sanguinolenti
fra sassi e rovi
in cerca di un umano
che s’è involato
per cercare invano
un sogno verso il cielo
così vacuo …
Che se dimenticato d’esser uomo.
Gli han promesso
di diventare santo
e invece è diventato
ancor più servo
Per vivere di sogni di cartone
di un falso dio
ch’è sempre smemorato
e vuole essere
per questo ringraziato
per tutti i danni
che ci ha procurato
come se fossimo carne da macello
pronti al martirio
come dei maiali
e raccontando
ai poveri ignorati
cha siamo causa Noi di tutti i mali.
Ma se per caso ci mancasse il cielo!
ci attaccheremmo,
ad ogni ramoscello
ad ogni albero ad ogni filo d’erba
per non lasciare
questa vecchia terra.
Invece di volare verso un cielo
che è solo aria
e dentro non c’è niente.
domenica 2 ottobre 2011
LA PRENOTAZIONE
Si è presentato proprio ieri sera
In paradiso il vecchio Belzebù,
era incazzato, come una fiera
e forse ancor di più.
Dov’e dov’e quell’imbroglione.
È troppo facile farlo da padrone
mi son fidato e il vecchio m’ha fregato
ho fatto i conti, noi siamo a fine mese
mi mancano le anime, dove tu l’hai
messe, sei il solito bugiardo,
e malfamato, dovevano arrivarmi
l’altro giorno almeno ottocento
dei potenti sono arrivati solo i deficienti
e m’hanno detto che non è posto loro
poiché raccomandati in paradiso.
Ciò non è giusto, non ti fa certo onore
non è così che ci si comporta
Il patto era io mi prendo i miei
e tu ti prendi i tuoi, avevi dato
la parola tua , ed i raccomandati erano
I tuoi perché adesso me li trovo io’
Prenditi i tuoi ed io rivoglio i miei …
Cos’hai da dire adesso in tua discolpa?
Il conto torna , vedrai che tornerà
Io faccio patti solo con me stesso
e qui si viene se lo voglio io.
Lo sai com’è, sono i potenti
del solito stivale, e qui nel cielo
non arriva mai chi sbraita, urla,
predica vergogna e quando infine
perde ogni pudore per farsi perdonare
infine raglia, il solito partito FORZA ITALIA
Allora scusa … il conto torna giusto
Quelli all’inferno han riservato il posto
Ed io rispetto le prenotazioni
In paradiso il vecchio Belzebù,
era incazzato, come una fiera
e forse ancor di più.
Dov’e dov’e quell’imbroglione.
È troppo facile farlo da padrone
mi son fidato e il vecchio m’ha fregato
ho fatto i conti, noi siamo a fine mese
mi mancano le anime, dove tu l’hai
messe, sei il solito bugiardo,
e malfamato, dovevano arrivarmi
l’altro giorno almeno ottocento
dei potenti sono arrivati solo i deficienti
e m’hanno detto che non è posto loro
poiché raccomandati in paradiso.
Ciò non è giusto, non ti fa certo onore
non è così che ci si comporta
Il patto era io mi prendo i miei
e tu ti prendi i tuoi, avevi dato
la parola tua , ed i raccomandati erano
I tuoi perché adesso me li trovo io’
Prenditi i tuoi ed io rivoglio i miei …
Cos’hai da dire adesso in tua discolpa?
Il conto torna , vedrai che tornerà
Io faccio patti solo con me stesso
e qui si viene se lo voglio io.
Lo sai com’è, sono i potenti
del solito stivale, e qui nel cielo
non arriva mai chi sbraita, urla,
predica vergogna e quando infine
perde ogni pudore per farsi perdonare
infine raglia, il solito partito FORZA ITALIA
Allora scusa … il conto torna giusto
Quelli all’inferno han riservato il posto
Ed io rispetto le prenotazioni
IL PREMIO
Suor Guglielmina è giunta novantenne,
proprio all’ora della dipartita
fu sfortunata.
Mentre mangiava il giorno del digiuno
poiché il signore vede proprio tutto
la punizione per sto peccato brutto …
Decise che era ora di finirla,
non è la prima volta che fregava
così decise con la morte di punirla.
Per tre giorni la misero sdraiata
e le sorelle Intorno a raccontare
le sue virtù tutti i suoi gesti
per la santità.
Quanto pregava, e quante opere pie,
mai un peccato ha sempre perdonato,
tutta la vita sempre a LUI
s’è donata, s’è conservata ,
lei se consacrata poiché
lei è sposa del signore.
Che devo dire non s’è mai toccata,
e giuro, giuro non s’è mai lavata
neppure per lavarsi la natura
a novant’anni, come na creatura
chissà il signore come sarà contento .
E’ santa è santa ve lo dico io
a quest’ora sarà già con dio.
E Guglielmina giunse in paradiso
ma stava in coda, quanta,
tanta gente avanti
e poi siccome camminava piano
quelle più aitanti passavano davanti
erano tutte belle, un po’ succinte,
tutte graziose e ricche di virtù
c’erano attrici, commesse e le veline
insomma un paradiso … che bambine!
E lui il padre eterno ne godeva,
di ste bellezze Lui se ne beava.
Fatele entrare, portatele giù in fondo
che questa sera facciamo un po’ di festa.
niente di che una chiacchierata e dopo
a fine di serata facciamo quattro salti
e dopo a letto, senza peccare mai
naturalmente, se è vero amore
non è mai peccato, e se non è amore qui
davanti a me dove lo trovi se non in paradiso.
Ma anche il padre eterno può scordarsi.
La Guglielmina sentendosi tradita
stava aspettando , non era spazientita
e poi siccome era passato tempo
stava mangiando sporcandosi anche il viso
qualche buon cibo quello di paradiso.
Fu vista a caso proprio dal portiere.
chiamò il gran vecchio che era un po’
Impaziente e lui arrivò col viso rubicondo.
Cos’è sta puzza aprite le finestre,
non v’accorgete che qui ci puzza l’aria
chi è sto lordo che non s’è mai lavato?
E Guglielmina timida e ossequiosa disse:
Dolce signore son io, che mi sono offerta
per il desio di restarti accanto,
e per potere dimostrare amore,
da quando sono nata
solo per te non mi son lavata,
solo per te mi sono
conservata poiché io sposa
in te mi sono consacrata.
Il grande vecchio ch’è di palato fine
poco gradì l’invito della vecchia.
E io con tutto questo bene mio
dovrei cercar sollazzo co sta pazza
ma guarda questa che s’è messa in testa.
Chi glie la detto di non darla mai …
A novant’anni chi vuoi che possegga
proprio perché non l’hai data mai.
Tu stai punita,
Io per stasera vado a divertirmi, con tutto
Il bene mio che m’attende …
Mettetela la in piazza alla fontana a
sciorinare i panni, tende e le mutande.
Fategli un bagno, mandatela all’inferno.
E adesso vado che io sono atteso,
non sono attratto dalle false sante,
in paradiso se ci vuoi andare
un po’ di bene al mondo devi fare e
poco dopo se ne andò a dormire.
proprio all’ora della dipartita
fu sfortunata.
Mentre mangiava il giorno del digiuno
poiché il signore vede proprio tutto
la punizione per sto peccato brutto …
Decise che era ora di finirla,
non è la prima volta che fregava
così decise con la morte di punirla.
Per tre giorni la misero sdraiata
e le sorelle Intorno a raccontare
le sue virtù tutti i suoi gesti
per la santità.
Quanto pregava, e quante opere pie,
mai un peccato ha sempre perdonato,
tutta la vita sempre a LUI
s’è donata, s’è conservata ,
lei se consacrata poiché
lei è sposa del signore.
Che devo dire non s’è mai toccata,
e giuro, giuro non s’è mai lavata
neppure per lavarsi la natura
a novant’anni, come na creatura
chissà il signore come sarà contento .
E’ santa è santa ve lo dico io
a quest’ora sarà già con dio.
E Guglielmina giunse in paradiso
ma stava in coda, quanta,
tanta gente avanti
e poi siccome camminava piano
quelle più aitanti passavano davanti
erano tutte belle, un po’ succinte,
tutte graziose e ricche di virtù
c’erano attrici, commesse e le veline
insomma un paradiso … che bambine!
E lui il padre eterno ne godeva,
di ste bellezze Lui se ne beava.
Fatele entrare, portatele giù in fondo
che questa sera facciamo un po’ di festa.
niente di che una chiacchierata e dopo
a fine di serata facciamo quattro salti
e dopo a letto, senza peccare mai
naturalmente, se è vero amore
non è mai peccato, e se non è amore qui
davanti a me dove lo trovi se non in paradiso.
Ma anche il padre eterno può scordarsi.
La Guglielmina sentendosi tradita
stava aspettando , non era spazientita
e poi siccome era passato tempo
stava mangiando sporcandosi anche il viso
qualche buon cibo quello di paradiso.
Fu vista a caso proprio dal portiere.
chiamò il gran vecchio che era un po’
Impaziente e lui arrivò col viso rubicondo.
Cos’è sta puzza aprite le finestre,
non v’accorgete che qui ci puzza l’aria
chi è sto lordo che non s’è mai lavato?
E Guglielmina timida e ossequiosa disse:
Dolce signore son io, che mi sono offerta
per il desio di restarti accanto,
e per potere dimostrare amore,
da quando sono nata
solo per te non mi son lavata,
solo per te mi sono
conservata poiché io sposa
in te mi sono consacrata.
Il grande vecchio ch’è di palato fine
poco gradì l’invito della vecchia.
E io con tutto questo bene mio
dovrei cercar sollazzo co sta pazza
ma guarda questa che s’è messa in testa.
Chi glie la detto di non darla mai …
A novant’anni chi vuoi che possegga
proprio perché non l’hai data mai.
Tu stai punita,
Io per stasera vado a divertirmi, con tutto
Il bene mio che m’attende …
Mettetela la in piazza alla fontana a
sciorinare i panni, tende e le mutande.
Fategli un bagno, mandatela all’inferno.
E adesso vado che io sono atteso,
non sono attratto dalle false sante,
in paradiso se ci vuoi andare
un po’ di bene al mondo devi fare e
poco dopo se ne andò a dormire.
sabato 1 ottobre 2011
FIGLI.
Figli di un dio ch’è nato senza padre,
senza una madre,
che gli insegnasse
a fargli fare il figlio
e lui si perde sempre …
Come foglia al vento
dimentico di fare il suo dovere
poiché nessuno
gli l’ha insegnato a fare.
E noi che siamo
polvere nel vento
perdiamo tempo
a chiedergli ristoro
che so un consiglio,
oppure un filo d’oro
che ci colleghi nei
momenti amari
magari al raggio di quel sole eterno
che nasce il giorno …
e dopo ci fa notte.
Ma lui non sa non lo può sapere
quanto ci fa bene …
una carezza e nei giorni tristi
solo un sorriso,
ed uno sguardo dolce.
E lui … che non è stato figlio
pretende figlio,
e non è stato padre
soltanto quando
è stato venerato
ed anche questo non l’ha meritato.
Neppure quando
doveva dare un segno
e poi l’ha fatto diventare …
un sogno,
soltanto fumo,
e proprio niente arrosto
nemmeno per i poveri
e i morenti.
Facendo dei suoi figli dei perdenti.
Io non lo so se ha
fatto proprio tutto
e per davvero non
me ne importa niente.
Ma quello che non riesco
mai a capire
è perché adesso
( e tu non te ne accorgi)
stanno bruciando proprio casa tua ,
stanno uccidendo
tutti i figli tuoi
e manco adesso mostri
un po’ di orgoglio
e non sai farti neppure rispettare
ma per mandare
disgrazie e distruzioni
e fame guerre e malattie infami
su quella gente che vuol persino amarti
allora si segni qui la tua presenza,
ma forse
è questa la tua vera essenza,
farla pagare a chi non c’entra niente.
senza una madre,
che gli insegnasse
a fargli fare il figlio
e lui si perde sempre …
Come foglia al vento
dimentico di fare il suo dovere
poiché nessuno
gli l’ha insegnato a fare.
E noi che siamo
polvere nel vento
perdiamo tempo
a chiedergli ristoro
che so un consiglio,
oppure un filo d’oro
che ci colleghi nei
momenti amari
magari al raggio di quel sole eterno
che nasce il giorno …
e dopo ci fa notte.
Ma lui non sa non lo può sapere
quanto ci fa bene …
una carezza e nei giorni tristi
solo un sorriso,
ed uno sguardo dolce.
E lui … che non è stato figlio
pretende figlio,
e non è stato padre
soltanto quando
è stato venerato
ed anche questo non l’ha meritato.
Neppure quando
doveva dare un segno
e poi l’ha fatto diventare …
un sogno,
soltanto fumo,
e proprio niente arrosto
nemmeno per i poveri
e i morenti.
Facendo dei suoi figli dei perdenti.
Io non lo so se ha
fatto proprio tutto
e per davvero non
me ne importa niente.
Ma quello che non riesco
mai a capire
è perché adesso
( e tu non te ne accorgi)
stanno bruciando proprio casa tua ,
stanno uccidendo
tutti i figli tuoi
e manco adesso mostri
un po’ di orgoglio
e non sai farti neppure rispettare
ma per mandare
disgrazie e distruzioni
e fame guerre e malattie infami
su quella gente che vuol persino amarti
allora si segni qui la tua presenza,
ma forse
è questa la tua vera essenza,
farla pagare a chi non c’entra niente.
La Confusione
Mi piacerebbe, ma solo dopo morto
rinascere lanterna,
soltanto un pezzo della vita eterna,
e fare luce in tutti i posti bui che
son nascosti a quelli come noi.
Lo so, lo so sono un pò perverso,
ma forse un prete piscia un po’ diverso
da come piscia un povero cristiano ?
Magari che ne so un prete maschio
che mette sempre delle lunghe gonne
piscia seduto come fan donne?
Una curiosità così per sfizio per dare
indicazione al Santo uffizio che tutti
quanti facciano lo stesso, perché
altrimenti sai che confusione! …
Chi piscia in piedi e chi sta seduto
e dio non voglia che per na pisciata
il santo paradiso sia perduto.
E poi magari proprio in pieno giorno
sentire urlare, nella stanza accanto
quella che sta vicino al santo padre
La suor Maria che mentre sta pregando
sentirle dire: forza sto venendo!
e la novizia ch’è di primo pelo,
risponde con rispetto … venga pure!
Si scopre appresso, ma dopo aver goduto
che suor Maria era in compagnia,
di un giovanotto che aveva preso
i voti, e per rispetto de la democrazia
concesse il sacramento a La Maria.
E ci fu giorno …
In tutto il suo splendore il Benedetto
venne ripreso anche al gabinetto
Alla T . V locale e una creatura che lo vede male
Grida a sua madre … Guarda che maiale
Ma quello è il papa che ti sei ammattito
resta in ginocchio e bacia il crocifisso
e mentre il papa si alza le mutande.
Quante ne sanno queste nostre nonne
Quante ne han fatte queste nostre mamme
E quelle donne della borghesia
dedite sempre all’opera pia
non perdon tempo nel confessionale
per fare in fretta un colpetto e via
tanto i peccati sono sempre uguali
basta uno sguardo e ci siam capiti
solo i mariti restano allibiti
quando capiscono d’essere cornuti
ma son contenti quando il contendente
veste da prelato e lo perdona
per essersi arrabbiato così tanto.
Farlo col prete non è mai peccato
e il paradiso te lo sei comprato
manco coi soldi, ne con i mezzi tuoi
ma con tua moglie per grazia ricevuta
e manca poco che la fanno santa.
E di Natale che è notte della festa
son tutti in fila, non ne manca uno
Ci vanno tutti governanti, e preti,
ci vanno i sindaci, e professionisti
parlamentari e donne di palazzo
il farmacista , la figlia del droghiere
c’ è chi la tocca e dice le preghiere.
Entrare nelle stanze del potere,
e nella mente degli uomini si stato
indaffarati a farci sempre fessi,
e dentro i letti con donne
mal vestite poverine
con gonne corte e reggi seni nani,
le zinne fuori per stare all’aria aperta
con deretani nudi
che sembrano scoppiare
sempre di gioia o forse d’allegria.
Ma un poveraccio seduto
sul sagrato si sta guardando
com’è combinato si vede dietro
e resta senza fiato,
quando si accorge
guardandosi per bene …
E dopo esclama .. va bene si che io
Io mangio poco … ma nascere
persino senza culo …
rinascere lanterna,
soltanto un pezzo della vita eterna,
e fare luce in tutti i posti bui che
son nascosti a quelli come noi.
Lo so, lo so sono un pò perverso,
ma forse un prete piscia un po’ diverso
da come piscia un povero cristiano ?
Magari che ne so un prete maschio
che mette sempre delle lunghe gonne
piscia seduto come fan donne?
Una curiosità così per sfizio per dare
indicazione al Santo uffizio che tutti
quanti facciano lo stesso, perché
altrimenti sai che confusione! …
Chi piscia in piedi e chi sta seduto
e dio non voglia che per na pisciata
il santo paradiso sia perduto.
E poi magari proprio in pieno giorno
sentire urlare, nella stanza accanto
quella che sta vicino al santo padre
La suor Maria che mentre sta pregando
sentirle dire: forza sto venendo!
e la novizia ch’è di primo pelo,
risponde con rispetto … venga pure!
Si scopre appresso, ma dopo aver goduto
che suor Maria era in compagnia,
di un giovanotto che aveva preso
i voti, e per rispetto de la democrazia
concesse il sacramento a La Maria.
E ci fu giorno …
In tutto il suo splendore il Benedetto
venne ripreso anche al gabinetto
Alla T . V locale e una creatura che lo vede male
Grida a sua madre … Guarda che maiale
Ma quello è il papa che ti sei ammattito
resta in ginocchio e bacia il crocifisso
e mentre il papa si alza le mutande.
Quante ne sanno queste nostre nonne
Quante ne han fatte queste nostre mamme
E quelle donne della borghesia
dedite sempre all’opera pia
non perdon tempo nel confessionale
per fare in fretta un colpetto e via
tanto i peccati sono sempre uguali
basta uno sguardo e ci siam capiti
solo i mariti restano allibiti
quando capiscono d’essere cornuti
ma son contenti quando il contendente
veste da prelato e lo perdona
per essersi arrabbiato così tanto.
Farlo col prete non è mai peccato
e il paradiso te lo sei comprato
manco coi soldi, ne con i mezzi tuoi
ma con tua moglie per grazia ricevuta
e manca poco che la fanno santa.
E di Natale che è notte della festa
son tutti in fila, non ne manca uno
Ci vanno tutti governanti, e preti,
ci vanno i sindaci, e professionisti
parlamentari e donne di palazzo
il farmacista , la figlia del droghiere
c’ è chi la tocca e dice le preghiere.
Entrare nelle stanze del potere,
e nella mente degli uomini si stato
indaffarati a farci sempre fessi,
e dentro i letti con donne
mal vestite poverine
con gonne corte e reggi seni nani,
le zinne fuori per stare all’aria aperta
con deretani nudi
che sembrano scoppiare
sempre di gioia o forse d’allegria.
Ma un poveraccio seduto
sul sagrato si sta guardando
com’è combinato si vede dietro
e resta senza fiato,
quando si accorge
guardandosi per bene …
E dopo esclama .. va bene si che io
Io mangio poco … ma nascere
persino senza culo …
giovedì 22 settembre 2011
AL POSTO SUO
Son come fate
le luci nella nebbia
vengono a volte,
e a volte se ne vanno.
Senza parole,
ti fanno capolino
danno illusioni
e pongono domande
le cui risposte
son sospese ai sogni
di quelli che camminano …
da sempre, fra le foschie
Cosi …
Le mani in tasca
e nelle tasche niente.
Mentre, la mente si adegua
e quella nebbia
che prima stava fuori.
Entra negli occhi passa
dentro il cuore
e si dimentica
d’aver vissuto un sogno,
riposto nel cassetto …
di una vita
passata fra i
cancelli d’officina
scomparsa da quel posto
una mattina
ed al suo posto
adesso solo nebbia
e dentro il corpo c’è
tanta tanta rabbia.
le luci nella nebbia
vengono a volte,
e a volte se ne vanno.
Senza parole,
ti fanno capolino
danno illusioni
e pongono domande
le cui risposte
son sospese ai sogni
di quelli che camminano …
da sempre, fra le foschie
Cosi …
Le mani in tasca
e nelle tasche niente.
Mentre, la mente si adegua
e quella nebbia
che prima stava fuori.
Entra negli occhi passa
dentro il cuore
e si dimentica
d’aver vissuto un sogno,
riposto nel cassetto …
di una vita
passata fra i
cancelli d’officina
scomparsa da quel posto
una mattina
ed al suo posto
adesso solo nebbia
e dentro il corpo c’è
tanta tanta rabbia.
venerdì 9 settembre 2011
IL BUS .N° 60
In questo autunno
che sa caldarroste
e si confonde …
con l’acre odore
di una nebbia fitta,
c’è chi cammina
in cerca di una luce,
floscia e lontana
come una vecchia meta
nascosta fra i cappotti della gente
dentro i cappotti non ci trovi niente.
C’era una volta e adesso non c’è più
la voglia matta di fare due risate
il gusto vero di una passeggiata
una ragazza … e passi la serata.
I vecchi tigli sedati dall’autunno.
I pioppi alti che perdono l’orgoglio
legati dal catrame di città.
Fra vecchie case grigie come il fumo
dove passando all’ora delle streghe
un bus fantasma, apre le sue porte
ed entra solo il vento e qualche foglia.
La vecchia gente vestita da lavoro
sta sotto i ponti a ricercar ristoro
l’unica immagine che da serenità
è il cartellone della pubblicità.
Che dice a un vecchio che muore
su una panca, se bevi birra …
Avrai felicità.
che sa caldarroste
e si confonde …
con l’acre odore
di una nebbia fitta,
c’è chi cammina
in cerca di una luce,
floscia e lontana
come una vecchia meta
nascosta fra i cappotti della gente
dentro i cappotti non ci trovi niente.
C’era una volta e adesso non c’è più
la voglia matta di fare due risate
il gusto vero di una passeggiata
una ragazza … e passi la serata.
I vecchi tigli sedati dall’autunno.
I pioppi alti che perdono l’orgoglio
legati dal catrame di città.
Fra vecchie case grigie come il fumo
dove passando all’ora delle streghe
un bus fantasma, apre le sue porte
ed entra solo il vento e qualche foglia.
La vecchia gente vestita da lavoro
sta sotto i ponti a ricercar ristoro
l’unica immagine che da serenità
è il cartellone della pubblicità.
Che dice a un vecchio che muore
su una panca, se bevi birra …
Avrai felicità.
martedì 30 agosto 2011
SE GIUSTO FOSSE ... L'ESEMPIO
Ci commuoviamo …
Per un uomo in croce.
E questo è giusto.
Non trovo da ridire.
Ho visto uomini, piangere davvero
donne prostrate camminare chine.
Quanto dolore per un uomo in croce …
E questo è umano doveroso … esatto.
Ho visto bimbi di colore nero …
Prima violati, picchiati messi al muro
e dopo uccisi nel mare del silenzio.
Ho visto zingarelli maltratti
Senza una scuola, e nulla da mangiare
messi come bestie fra i cartoni, bruciati
dalle stufe, o messi al rogo.
Ho visto figli delle terre
nostre senza le scarpe
giocare fra i rifiuti
di città.
E poi a .
Natale con i piedi freddi
con tavoli imbandite di pietà.
Ho visto uomini morire in pieno
Inverno su le panchine
e sono morti
senza compagnia,
talmente freddi
da non sentir dolore.
NEPPURE QUELLO DELL’AMARA MORTE
E questa gente è morta dopo anni …
di sofferenza e sempre sempre in croce
dimenticati, dall’uomo e dal buon DIO.
Eppure l’uomo che aveva visto tutto
che ha pianto sempre
un uomo messo in croce
HA FATTO COME IL PADRE
S’è dimenticato di salvare il figlio .
Come quel giorno aveva fatto DIO
giovedì 28 luglio 2011
LA NOTTE
La notte è il buio
È il non sentirsi vivo
Cercare luce dove non ce né.
Dove i pensieri diventano ululati
incubi i ricordi abbandonati.
Dove si stringono i viali della vita
e gli alberi svaniscono al passaggio.
Sui davanzali soffrono le viole
e poco dopo si lasciano morire.
Troppo deluse per sentirsi vive.
È il non sentirsi vivo
Cercare luce dove non ce né.
Dove i pensieri diventano ululati
incubi i ricordi abbandonati.
Dove si stringono i viali della vita
e gli alberi svaniscono al passaggio.
Sui davanzali soffrono le viole
e poco dopo si lasciano morire.
Troppo deluse per sentirsi vive.
venerdì 1 luglio 2011
La pioggia ...di sera
E piove …
ma non è mai silente,
racconta ad ogni foglia un tema,
ad ogni ramo una litania,
ad ogni petalo di rosa nel giardino
racconta i sogni di chi non sogna più …
Non è discreta …
Nemmeno il tiglio,
che emana il suo profumo
ed apre al cuore a la tua gioventù
che a passi svelti sorridendo spare
girando il capo lasciandoti un sorriso.
Quanta amarezza sentirla andare via.
Ma restano i profumi ed i ricordi,
odore di capelli sotto l’acqua,
la goccia che dal pino scende avara
ed il rigagnolo che scorre sotto i piedi
le corse inutili finiti sotto un ponte
là dove l’acqua non si fa tradire.
Il rimmel sotto gli occhi che ti cade
ed il rimpianto di non averti amata.
E chi lo sa… se fosse stato amore …
Eppure io t’ho trasformata in fiore.
In questa primavera un po’ riottosa
dove i rumori diventano amarezze
ed profumi diventano ritorni.
Io sento il merlo che fischia tra le foglie
e i nidi sopra i rami fan starnazzi
i passeri lasciati ancora implumi …
Gatti randagi bagnati sotto i tetti,
s’asciugano fra loro e fan l’efusa
Ed i boccioli di rose fanno a gara
a chi per primo raccoglie
nel suo cuore
le lacrime del tempo, ch’è passato
ma …
E’ solo pioggia che cade sopra i rovi.
e su le viole …
… sopra i passi
che questa pioggia adesso ha cancellato
ma non è mai silente,
racconta ad ogni foglia un tema,
ad ogni ramo una litania,
ad ogni petalo di rosa nel giardino
racconta i sogni di chi non sogna più …
Non è discreta …
Nemmeno il tiglio,
che emana il suo profumo
ed apre al cuore a la tua gioventù
che a passi svelti sorridendo spare
girando il capo lasciandoti un sorriso.
Quanta amarezza sentirla andare via.
Ma restano i profumi ed i ricordi,
odore di capelli sotto l’acqua,
la goccia che dal pino scende avara
ed il rigagnolo che scorre sotto i piedi
le corse inutili finiti sotto un ponte
là dove l’acqua non si fa tradire.
Il rimmel sotto gli occhi che ti cade
ed il rimpianto di non averti amata.
E chi lo sa… se fosse stato amore …
Eppure io t’ho trasformata in fiore.
In questa primavera un po’ riottosa
dove i rumori diventano amarezze
ed profumi diventano ritorni.
Io sento il merlo che fischia tra le foglie
e i nidi sopra i rami fan starnazzi
i passeri lasciati ancora implumi …
Gatti randagi bagnati sotto i tetti,
s’asciugano fra loro e fan l’efusa
Ed i boccioli di rose fanno a gara
a chi per primo raccoglie
nel suo cuore
le lacrime del tempo, ch’è passato
ma …
E’ solo pioggia che cade sopra i rovi.
e su le viole …
… sopra i passi
che questa pioggia adesso ha cancellato
mercoledì 1 giugno 2011
SUL VIALE DEL TRAMONTO
Abbandonate ... pagine ingiallite
giocano col vento,
quasi a primavera
quando il cammino all'ora del tramonto
si fa più lento faticoso e stanco
e ti vien voglia d'inseguire un canto
una sirena dimenticata un tempo.
Strani miraggi quando il sole cala
e la saggezza quasi t'è nemica
ed i lampioni che sempre danno luce
ti offuscano la vista della vita
e quei sorrisi, le voci e le carezze ...
Son foglie secche finite sull'asfalto.
E tu hai voglia di andare più veloce
ma il passo tuo resta sempre uguale
è questo il sogno che ti fa più male.
Non vedi l'ora di finire il viale
giocano col vento,
quasi a primavera
quando il cammino all'ora del tramonto
si fa più lento faticoso e stanco
e ti vien voglia d'inseguire un canto
una sirena dimenticata un tempo.
Strani miraggi quando il sole cala
e la saggezza quasi t'è nemica
ed i lampioni che sempre danno luce
ti offuscano la vista della vita
e quei sorrisi, le voci e le carezze ...
Son foglie secche finite sull'asfalto.
E tu hai voglia di andare più veloce
ma il passo tuo resta sempre uguale
è questo il sogno che ti fa più male.
Non vedi l'ora di finire il viale
LA SOFFITTA DI PINOCCHIO
Stanno in silenzio
e sempre appesi al muro
i miei pensieri, i miei ricordi
e i giochi miei del cuore.
Li ho messi in fila
per farli stare insieme
per non lasciarsi,
amarsi fin chè il sole
ha voglia di contar le primavere
e fin chè il canto di un passero
in amore,
ha voglia di suggere da un fiore
la goccia di quel lago di rugiada.
Nella soffitta son timide le luci
si posano sui volti di bambole in bisquit
come se fossero petali di fiori
magari una gardenia,
od una rosa bianca
che dona luce ad una dama stanca
che fu tradita la notte a luna spenta
Loro hanno tutte legate
con un filo
appeso al collo, solo un biglietto ...
un nome.
Labbra socchiuse che attendono risposte
ad occhi chiusi aspettano un amore.
Attende Elisa, che impallidisce a un bacio
e poi Maria che attende ormai da tempo
solo un pensiero che non arriva mai
e poi Valeria, che ha spento il suo sorriso
e dopo Gemma che sola aspetta un figlio.
e lacrima in silenzio con voce assai sommessa
E lui Pinocchio ...
che non ha avuto amori
dorme da solo con la sua fata accanto
che quando piange muta di colore
perde il turchino, per farsi grigio mare,
ed ogni tanto cambia posto al cuore
perchè non soffra e viva un'altra vita.
Pinocchio vede ... ma è già passato il tempo
anche se tempo l'amore non nè ha.
e sempre appesi al muro
i miei pensieri, i miei ricordi
e i giochi miei del cuore.
Li ho messi in fila
per farli stare insieme
per non lasciarsi,
amarsi fin chè il sole
ha voglia di contar le primavere
e fin chè il canto di un passero
in amore,
ha voglia di suggere da un fiore
la goccia di quel lago di rugiada.
Nella soffitta son timide le luci
si posano sui volti di bambole in bisquit
come se fossero petali di fiori
magari una gardenia,
od una rosa bianca
che dona luce ad una dama stanca
che fu tradita la notte a luna spenta
Loro hanno tutte legate
con un filo
appeso al collo, solo un biglietto ...
un nome.
Labbra socchiuse che attendono risposte
ad occhi chiusi aspettano un amore.
Attende Elisa, che impallidisce a un bacio
e poi Maria che attende ormai da tempo
solo un pensiero che non arriva mai
e poi Valeria, che ha spento il suo sorriso
e dopo Gemma che sola aspetta un figlio.
e lacrima in silenzio con voce assai sommessa
E lui Pinocchio ...
che non ha avuto amori
dorme da solo con la sua fata accanto
che quando piange muta di colore
perde il turchino, per farsi grigio mare,
ed ogni tanto cambia posto al cuore
perchè non soffra e viva un'altra vita.
Pinocchio vede ... ma è già passato il tempo
anche se tempo l'amore non nè ha.
venerdì 20 maggio 2011
VOCI ... DENTRO
Voci di un tempo,
sempre più a ritroso
riempiono i pensieri di ricordi
villaggi nati ieri e fatti vivi
quasi d'incanto,
a volermi dare un segno
Voci da un campo,
da un prato
da una finestra,
da un angolo di strada
un lamento forse anche un guaito
o il pianto di un bambino
ch'è perduto
cerca un abbraccio
di una qualunque madre
basta un sorriso ...
per non sentirsi solo.
La voce è un canto,
un richiamo a casa
come il profumo di un rosso melograno
una cicala ... il frijo di un rondone
o un'ape buona che passa e t'accarezza
quasi che fosse di una farfalla l'ala.
Sento la voce di un profumo antico
del vento di campagna sopra il grano
la terra calda arsa sotto il sole
e la frescura degli ulivi nuovi
ancora bimbi per
donarne il frutto.
Le voci ...
e voci delle nenie e di canzoni
che son scritte sui muri del passato
suoi cuori
e sopra i volti di tutti quelli
che sanno tutto
e che non dicon niente.
Le voci delle rughe,
e degli sguardi
di chi da sempre s'è messa ad aspettare
che prima di campare e di sperare
resta sotto il sole ad aspettare.
e son rimasto li sin da bambino
a sentir voci che non so scordare
neppure adesso
che me ne posso andare.
sempre più a ritroso
riempiono i pensieri di ricordi
villaggi nati ieri e fatti vivi
quasi d'incanto,
a volermi dare un segno
Voci da un campo,
da un prato
da una finestra,
da un angolo di strada
un lamento forse anche un guaito
o il pianto di un bambino
ch'è perduto
cerca un abbraccio
di una qualunque madre
basta un sorriso ...
per non sentirsi solo.
La voce è un canto,
un richiamo a casa
come il profumo di un rosso melograno
una cicala ... il frijo di un rondone
o un'ape buona che passa e t'accarezza
quasi che fosse di una farfalla l'ala.
Sento la voce di un profumo antico
del vento di campagna sopra il grano
la terra calda arsa sotto il sole
e la frescura degli ulivi nuovi
ancora bimbi per
donarne il frutto.
Le voci ...
e voci delle nenie e di canzoni
che son scritte sui muri del passato
suoi cuori
e sopra i volti di tutti quelli
che sanno tutto
e che non dicon niente.
Le voci delle rughe,
e degli sguardi
di chi da sempre s'è messa ad aspettare
che prima di campare e di sperare
resta sotto il sole ad aspettare.
e son rimasto li sin da bambino
a sentir voci che non so scordare
neppure adesso
che me ne posso andare.
mercoledì 4 maggio 2011
A PEPPINO DI VITTORIO
E' terra arsa, è terra fatta amara.
Questa mia terra antica ed orgogliosa
ch'è fatta serva dai baroni infami
che voglion solo un signor ... gnor si.
Sempre miseria fame e bastonate
ai figli della terra senza mai pane
e poi trattati a servi della gleba
senza il diritto di stabilire un prezzo
senza contratto per rendere più merce
la propria stima la propria dignità.
Occorre ribellarsi alle bestialità !
all'arroganza, dei grandi proprietari
dalla violenza, dalla povertà,
da questa fame ingiusta e senza senso...
IO QUI LO GIURO .. CHE SINO A QUANDO
AL MONDO SARO' VIVO
NESSUNO PIU' DOVRA' SOFFRIR
LA FAME CONTRO IL POTERE E
LA SOPPRAFFAZIONE
LOTTA PER SEMPRE E PER L'UNITA'
Come ti chiami pezzo di pezzente come ti permetti
alzar la tua voce, davanti a un conte di regia discendenza!?
SONO UN CAFONE MI CHIAMO
DI VITTORIO MA SON MODESTO
CHIAMATEMI PEPPINO
e quan'è cre tutt a fatichè
Questa mia terra antica ed orgogliosa
ch'è fatta serva dai baroni infami
che voglion solo un signor ... gnor si.
Sempre miseria fame e bastonate
ai figli della terra senza mai pane
e poi trattati a servi della gleba
senza il diritto di stabilire un prezzo
senza contratto per rendere più merce
la propria stima la propria dignità.
Occorre ribellarsi alle bestialità !
all'arroganza, dei grandi proprietari
dalla violenza, dalla povertà,
da questa fame ingiusta e senza senso...
IO QUI LO GIURO .. CHE SINO A QUANDO
AL MONDO SARO' VIVO
NESSUNO PIU' DOVRA' SOFFRIR
LA FAME CONTRO IL POTERE E
LA SOPPRAFFAZIONE
LOTTA PER SEMPRE E PER L'UNITA'
Come ti chiami pezzo di pezzente come ti permetti
alzar la tua voce, davanti a un conte di regia discendenza!?
SONO UN CAFONE MI CHIAMO
DI VITTORIO MA SON MODESTO
CHIAMATEMI PEPPINO
e quan'è cre tutt a fatichè
IL SOGNATORE
Ma quanto è immenso
questo mare mio,
senza confini
e senza vere sponde ...
Ne isole lontane su cui posare
un sogno od un pensiero
anche lo sguardo non incontra fine
immagini distorte di un confine
che fra le nebbie avvolte
dentro un sogno
giocano col vento a far sirene ...
canti di un tempo di vaga gioventù
sono gabbiani che non tornan più.
Ma quanto è nero questo mare mio
avvolto su stesso come un fiore
che non ha voglia di sbocciare al cielo
il cui colore si spegne come un sole
che stanco del suo giorno già finito
chiede alle stelle d'esser sostituito.
Ma io che sono
soltanto un sognatore
vedo sull'onda ...
Un vecchio contadino
infondo ... la ...
al tramonto
col volto amaro
laciare al cielo
il salto di una falce.
Le ali in volo di un sogno già finito
questo mare mio,
senza confini
e senza vere sponde ...
Ne isole lontane su cui posare
un sogno od un pensiero
anche lo sguardo non incontra fine
immagini distorte di un confine
che fra le nebbie avvolte
dentro un sogno
giocano col vento a far sirene ...
canti di un tempo di vaga gioventù
sono gabbiani che non tornan più.
Ma quanto è nero questo mare mio
avvolto su stesso come un fiore
che non ha voglia di sbocciare al cielo
il cui colore si spegne come un sole
che stanco del suo giorno già finito
chiede alle stelle d'esser sostituito.
Ma io che sono
soltanto un sognatore
vedo sull'onda ...
Un vecchio contadino
infondo ... la ...
al tramonto
col volto amaro
laciare al cielo
il salto di una falce.
Le ali in volo di un sogno già finito
sabato 30 aprile 2011
ORTI E MAGIE
Stanno negli orti profumati di sole
a gracchiare i rospi le rane, e lucertole
sui sassi pigri e bruciati scottanti
dal caldo di sempre
ormai senza ombre
senza ristori di sorta ....
Speranze andate consunte,
fra l'inedia e l'abbandono
di sempre ...
fra inutili attese e ansie
finite rinchiuse
a riccio nei cuori.
Timide chiocciole del tempo ...
respirano
quasi a fatica
attendono fra molti motivi ...
un fruscio di timida pioggia
che cade,
e scopre senza volerlo,
che smuove pezzi di vita nell'orto,
e vanno al riparo per non
farsi sorprendere del tutto
dalle cose mondo
e scruta
da un 'angolo quasi sicuro ...
il riccio... l' amantide ... il rospo,
ed il grillo che ha
smesso di farsi cantare.
Il geco nascosto fra i rami
la migliavacca sta attenta,
la rana fa la guardia a i girini.
Nel casale coi topi nel grano
mentre il sole riprende
a sdraiarsi sulle tampe
... di terra bruciata.
a gracchiare i rospi le rane, e lucertole
sui sassi pigri e bruciati scottanti
dal caldo di sempre
ormai senza ombre
senza ristori di sorta ....
Speranze andate consunte,
fra l'inedia e l'abbandono
di sempre ...
fra inutili attese e ansie
finite rinchiuse
a riccio nei cuori.
Timide chiocciole del tempo ...
respirano
quasi a fatica
attendono fra molti motivi ...
un fruscio di timida pioggia
che cade,
e scopre senza volerlo,
che smuove pezzi di vita nell'orto,
e vanno al riparo per non
farsi sorprendere del tutto
dalle cose mondo
e scruta
da un 'angolo quasi sicuro ...
il riccio... l' amantide ... il rospo,
ed il grillo che ha
smesso di farsi cantare.
Il geco nascosto fra i rami
la migliavacca sta attenta,
la rana fa la guardia a i girini.
Nel casale coi topi nel grano
mentre il sole riprende
a sdraiarsi sulle tampe
... di terra bruciata.
venerdì 29 aprile 2011
CAMPI ...
E LUI ... è lontano scompare davanti
alla fame ... l'ingiustizia...
abbandona ogni cosa
e si dirada davanti alla rabbia di donne
che strigono al petto
le vecchie carcasse
dei figli colombe ignare
della loro fine
del loro olocausto.
Ed è tanta ... profonda
la mia amarezza
che annego fra lacrme
e sangue gettate
seminate nei campi d'accoglienza
simili di più ai campi della vergogna
della morte e dello steminio
dell'uomo sull'uomo.
Dove se pure non fumano i camini
l'odore la puzza di morte
è la stessa
l'indifferenza è la stessa ...
i morti sono uguali
e son tornati più scarnificati
che mai persino le anime vaganti
di Levi di Tzevi, di Davide
e Giuda a gridare lo scempio
che han fatto dei servi,
le donne i bambini e i vecchi saggi
andati a fare concime in terre sterili
dove ogni fiore ha paura
di dare i suoi frutti.
Ma Lui è lontano un puntino infondo
ad una notte che dura,
da quando la ragione
s'è perduta con la pietà, con
il cuore ucciso
dai sassi dell'ignoranza,
lanciati dalle bestie del potere.
La bestia non dorme mai.
E questo sole dopo il tramonto si scorda
di far rinascere il giorno
perchè Lui ha trovato
casa nel cuore dei potenti
e li difende
per non essere sfrattato
alla fame ... l'ingiustizia...
abbandona ogni cosa
e si dirada davanti alla rabbia di donne
che strigono al petto
le vecchie carcasse
dei figli colombe ignare
della loro fine
del loro olocausto.
Ed è tanta ... profonda
la mia amarezza
che annego fra lacrme
e sangue gettate
seminate nei campi d'accoglienza
simili di più ai campi della vergogna
della morte e dello steminio
dell'uomo sull'uomo.
Dove se pure non fumano i camini
l'odore la puzza di morte
è la stessa
l'indifferenza è la stessa ...
i morti sono uguali
e son tornati più scarnificati
che mai persino le anime vaganti
di Levi di Tzevi, di Davide
e Giuda a gridare lo scempio
che han fatto dei servi,
le donne i bambini e i vecchi saggi
andati a fare concime in terre sterili
dove ogni fiore ha paura
di dare i suoi frutti.
Ma Lui è lontano un puntino infondo
ad una notte che dura,
da quando la ragione
s'è perduta con la pietà, con
il cuore ucciso
dai sassi dell'ignoranza,
lanciati dalle bestie del potere.
La bestia non dorme mai.
E questo sole dopo il tramonto si scorda
di far rinascere il giorno
perchè Lui ha trovato
casa nel cuore dei potenti
e li difende
per non essere sfrattato
giovedì 28 aprile 2011
L'INFERNO
E' l'inedia,
l'abbandono,
l'indifferenza.
In questo posto il sole,
il profumo dei fiori
gli sguardi sereni dei bimbi
non hanno libero accesso.
Restano fuori ai cancelli
è vietato ... un sorriso, la gioia,
e i rami di questi giardini
vengon cullati ... da chi?
Non è vento,
non è urlo
è solo un silenzio ...
un lungo respiro d'aiuto,
che non trova ristoro ...
...e continua.
Serpeggiano strani pensieri,
incubi sempre viventi.
Senza un sogno
un sonno ... un riposo.
Tutto è un 'immane abbandono.
Spazi ricolmi di acque fetide
... senza speranza
non toglie la sete ...
ma uccide .
E sulle pareti divelte
le anime offese e silenti
vittime del loro dolore,
della sofferenza,
del loro stesso odio,
delle loro delusioni ...
forse delle passioni.
Suicidi ... si ma uccisi
dagli scempi del mondo,
dai figli infetti di fame,
dalle notti delle infami ingiustizie
dai morti uccisi
dalla eterna ignoranza
dal vuoto immenso.
Un uomo non si lascia mai solo
se pure produce
l' ignavia la sua intolleranza.
L'inferno è in un angolo
nico nell'animo più grande
dell'intero universo,
dove coltiva con eterna amarezza
la sua solitudine assurda
coperta da orgoglio consunto.
Il vero maligno dell'uomo ...
Il diavolo vero
di tutto il male del mondo....
E 'il terrore di non potercela fare a riempire
le bocche e le menti
di chi metti al mondo
una notte ...
pensando di fare all'amore
e l'amore diventa disfatta ...
dolore
delusione dell' Io
e si risolve in un modo soltanto,
nel modo più antico del mondo
FARLA FINITA PER SEMPRE
SEI UN PESO TI DEVI LEVARE !
Appesi e abbandonati,
negli spazi divisi dal tempo
ruote di carri e carrozze
di principi illusi e delusi
vesti di donne divelte sedotte
inchiodate ai muri del mondo.
Serve violate e tradite regine
di vecchi castelli in rovina.
SUICIDI ...
ma per troppo amore.
Convinti che senza un 'amore...
Un pensiero fisso del cuore
è meglio farla finita.
Dopo una lunga inutile attesa,
ha deciso che...
Tanto è l'amore
che sente.
Ma nessuno mai coglie
che é meglio tenersi il dolore
Che forse è vita ... chissà
Ma vengon puniti da Dio
che senza pudore punisce chi muore
d'amore ...
e si uccide
Ed anche di là si viene gettati nel fango,
a coltivare la solitudine amara
di chi cercava l'amore ed invece
è morto da solo ...
E neppure il suo Dio ha pietà.
Da solo si coltiva l'inferno.
Ma l'inferno cammina in silenzio
e se pure dovesse " Cantare"
più nessuno saprà mai ascoltare,
... il silenzio
di chi voleva sognare
l'abbandono,
l'indifferenza.
In questo posto il sole,
il profumo dei fiori
gli sguardi sereni dei bimbi
non hanno libero accesso.
Restano fuori ai cancelli
è vietato ... un sorriso, la gioia,
e i rami di questi giardini
vengon cullati ... da chi?
Non è vento,
non è urlo
è solo un silenzio ...
un lungo respiro d'aiuto,
che non trova ristoro ...
...e continua.
Serpeggiano strani pensieri,
incubi sempre viventi.
Senza un sogno
un sonno ... un riposo.
Tutto è un 'immane abbandono.
Spazi ricolmi di acque fetide
... senza speranza
non toglie la sete ...
ma uccide .
E sulle pareti divelte
le anime offese e silenti
vittime del loro dolore,
della sofferenza,
del loro stesso odio,
delle loro delusioni ...
forse delle passioni.
Suicidi ... si ma uccisi
dagli scempi del mondo,
dai figli infetti di fame,
dalle notti delle infami ingiustizie
dai morti uccisi
dalla eterna ignoranza
dal vuoto immenso.
Un uomo non si lascia mai solo
se pure produce
l' ignavia la sua intolleranza.
L'inferno è in un angolo
nico nell'animo più grande
dell'intero universo,
dove coltiva con eterna amarezza
la sua solitudine assurda
coperta da orgoglio consunto.
Il vero maligno dell'uomo ...
Il diavolo vero
di tutto il male del mondo....
E 'il terrore di non potercela fare a riempire
le bocche e le menti
di chi metti al mondo
una notte ...
pensando di fare all'amore
e l'amore diventa disfatta ...
dolore
delusione dell' Io
e si risolve in un modo soltanto,
nel modo più antico del mondo
FARLA FINITA PER SEMPRE
SEI UN PESO TI DEVI LEVARE !
Appesi e abbandonati,
negli spazi divisi dal tempo
ruote di carri e carrozze
di principi illusi e delusi
vesti di donne divelte sedotte
inchiodate ai muri del mondo.
Serve violate e tradite regine
di vecchi castelli in rovina.
SUICIDI ...
ma per troppo amore.
Convinti che senza un 'amore...
Un pensiero fisso del cuore
è meglio farla finita.
Dopo una lunga inutile attesa,
ha deciso che...
Tanto è l'amore
che sente.
Ma nessuno mai coglie
che é meglio tenersi il dolore
Che forse è vita ... chissà
Ma vengon puniti da Dio
che senza pudore punisce chi muore
d'amore ...
e si uccide
Ed anche di là si viene gettati nel fango,
a coltivare la solitudine amara
di chi cercava l'amore ed invece
è morto da solo ...
E neppure il suo Dio ha pietà.
Da solo si coltiva l'inferno.
Ma l'inferno cammina in silenzio
e se pure dovesse " Cantare"
più nessuno saprà mai ascoltare,
... il silenzio
di chi voleva sognare
venerdì 22 aprile 2011
COME ... QUANDO ... FUORI PIOVE.
Neppure sembra ... primavera
in questi giorni intrisi di amarezza
grigi riflessi di corpi ...
di mantelline e pensieri.
E l'orizzonte sembra rifaccia
il suo trucco come una donna
disfatta dal tempo.
Le rughe nonostante i gabbiani nel cielo
sono ripiene di un rimmel
che scende e lascia i suoi segni.
RAGADI SEVERE DEL TEMPO
Si sentono ancora i profumi
di ombrelli impregnati, rossetti
e capelli bagnati di pioggia
di giovani donne pentite
con cappelli che nascondono
gli occhi ...e sorrisi gettati
per caso ...nel mondo.
Odorante di borotalco di bimba
in attesa davanti al solito
bar della vita
che accendono sin dalla luna neonata
le luci d'insegne dei bistrot
che portano sogni a ragazze
che dentro ad hotel a due stelle
vendono sesso piangendo
e fan finta che è fuori che piove.
E raccontano dopo finito...
Quella volta davanti al casale
coi sorrisi ancora d'avorio
Come ... quando ... fuori
non spiove.
in questi giorni intrisi di amarezza
grigi riflessi di corpi ...
di mantelline e pensieri.
E l'orizzonte sembra rifaccia
il suo trucco come una donna
disfatta dal tempo.
Le rughe nonostante i gabbiani nel cielo
sono ripiene di un rimmel
che scende e lascia i suoi segni.
RAGADI SEVERE DEL TEMPO
Si sentono ancora i profumi
di ombrelli impregnati, rossetti
e capelli bagnati di pioggia
di giovani donne pentite
con cappelli che nascondono
gli occhi ...e sorrisi gettati
per caso ...nel mondo.
Odorante di borotalco di bimba
in attesa davanti al solito
bar della vita
che accendono sin dalla luna neonata
le luci d'insegne dei bistrot
che portano sogni a ragazze
che dentro ad hotel a due stelle
vendono sesso piangendo
e fan finta che è fuori che piove.
E raccontano dopo finito...
Quella volta davanti al casale
coi sorrisi ancora d'avorio
Come ... quando ... fuori
non spiove.
sabato 16 aprile 2011
LA RACCOMANDAZIONE
In una fredda notte di dicembre
nel campo di sterminio di Treblinka
un gruppo di nazisti senza cuore
fecero a gara a chi da qualche metro
colpiva al cuore
una nullità chiamata Jakob.
E vinse Franz che gli tirò una bomba
e come premio una bevuta, insieme.
La vodka quando è freddo gli fa bene
solo un bicchiere?
Ma si che fa ci siamo divertiti.
Jakob povero e inesperto, se pure
morto ormai da molte ore
lui non sapeva proprio dove andare.
Vagò per molto tempo in mezzo ai cieli
e chiese in giro dov'era il paradiso
ma era magro per giunta mal vestito
e con quel naso poi fuori misura
nessuno gli credeva e gli spiegava
la trada giusta, per trovare il posto.
E fu per caso che si trovò
davanti ad un cancello assai protetto
c'erano guardie, con cani molto grandi
che proteggeveno ed erano aggressivi
Venne il portinaio, un tipo assai elegante
volle sapere che ci stava a fare
con timidezza si mise a raccontare.
Sono Jakob , sono polacco,
figlio di giudeo,
m'hanno ammazzato nel
nel campo di Treblinka, e m'han
trattato come un tiro a segno.
E' stato bravo sai ... m'ha preso
proprio al cuore.
Ma son tre giorni che giro per il cielo
e ancora io non trovo il posto mio
sai forse dirmi dov'è che devo andare?
Il portinaio lo guarda con sospetto
gli gira intorno per guardarlo bene
e poi gli chiede senza alcun ritegno
i documenti per il paradiso.
Hai qualche carta, un documento scritto
o un biglietto di presentazione?
Magari solo un rigo, una registrazione
che intanto mi dimostri che sei morto,
mi basterebbe una telefonata, hai qualche
numero di persona in alto?
che so un prelato oppure un presidente
che attesti che tu sei persona conosciuta?
Per darti un posto degno in paradiso
per non farti fare il derelitto ...
No non ho nessuno e in tasca non ho niente
m'hanno portato via tutto quanto, il giorno
che man preso ed internato.
Proprio peccato sai non ci voleva
però ... però un mezzo ci sarebbe
per fare un po' più in fretta se no rimani
in giro a prender freddo,
Sai devo pagare spese, e dar regali
a quelli degli uffici, ai magazzini
e poi il soggiorno costa delle rette
insomma qui ci vanno le mazzette!
Ma non ho niente sono un poveraccio
e non ho avuto nessuno, un protettore?
non so chi sia, e in quanto a numeri
ho solo questo stampato sopra il braccio.
Mmmmm ... mi dispiace disse il portinaio
qui non c'è posto te ne devi andare e già
un bel pezzo che noi siamo pieni ...
Prova all'inferno vai a far catasta
con i pezzenti diventati ossa
E .... andare in giro con la bandiera rossa
ora lo sai perché non trovi posto.
'
nel campo di sterminio di Treblinka
un gruppo di nazisti senza cuore
fecero a gara a chi da qualche metro
colpiva al cuore
una nullità chiamata Jakob.
E vinse Franz che gli tirò una bomba
e come premio una bevuta, insieme.
La vodka quando è freddo gli fa bene
solo un bicchiere?
Ma si che fa ci siamo divertiti.
Jakob povero e inesperto, se pure
morto ormai da molte ore
lui non sapeva proprio dove andare.
Vagò per molto tempo in mezzo ai cieli
e chiese in giro dov'era il paradiso
ma era magro per giunta mal vestito
e con quel naso poi fuori misura
nessuno gli credeva e gli spiegava
la trada giusta, per trovare il posto.
E fu per caso che si trovò
davanti ad un cancello assai protetto
c'erano guardie, con cani molto grandi
che proteggeveno ed erano aggressivi
Venne il portinaio, un tipo assai elegante
volle sapere che ci stava a fare
con timidezza si mise a raccontare.
Sono Jakob , sono polacco,
figlio di giudeo,
m'hanno ammazzato nel
nel campo di Treblinka, e m'han
trattato come un tiro a segno.
E' stato bravo sai ... m'ha preso
proprio al cuore.
Ma son tre giorni che giro per il cielo
e ancora io non trovo il posto mio
sai forse dirmi dov'è che devo andare?
Il portinaio lo guarda con sospetto
gli gira intorno per guardarlo bene
e poi gli chiede senza alcun ritegno
i documenti per il paradiso.
Hai qualche carta, un documento scritto
o un biglietto di presentazione?
Magari solo un rigo, una registrazione
che intanto mi dimostri che sei morto,
mi basterebbe una telefonata, hai qualche
numero di persona in alto?
che so un prelato oppure un presidente
che attesti che tu sei persona conosciuta?
Per darti un posto degno in paradiso
per non farti fare il derelitto ...
No non ho nessuno e in tasca non ho niente
m'hanno portato via tutto quanto, il giorno
che man preso ed internato.
Proprio peccato sai non ci voleva
però ... però un mezzo ci sarebbe
per fare un po' più in fretta se no rimani
in giro a prender freddo,
Sai devo pagare spese, e dar regali
a quelli degli uffici, ai magazzini
e poi il soggiorno costa delle rette
insomma qui ci vanno le mazzette!
Ma non ho niente sono un poveraccio
e non ho avuto nessuno, un protettore?
non so chi sia, e in quanto a numeri
ho solo questo stampato sopra il braccio.
Mmmmm ... mi dispiace disse il portinaio
qui non c'è posto te ne devi andare e già
un bel pezzo che noi siamo pieni ...
Prova all'inferno vai a far catasta
con i pezzenti diventati ossa
E .... andare in giro con la bandiera rossa
ora lo sai perché non trovi posto.
'
venerdì 15 aprile 2011
LE MIE RADICI
Ma tu che non parli mai
ascolti e taci ...
e non rispondi.
Non senti come scorre
il mio dolore
che sembra un fiume in piena
e qualche volta ha voglia
di esondare.
Perchè non senti ...
questa mia tempesta
che fischia urla e
non si da pace
neppure fra fronde, i rami, e foglie
che vengono trappate
da un dolore
che strazia e infrage e uccide ...
il cuore mio.
Ed io vorrei esser foglia secca
al vento
Per farmi trasportare fra gli ulivi
dove i ricordi sono sempre vivi
dove le foglie degli immensi tronchi
regalano l'argento a tutto il mondo
ed io che sono foglia e argento ...
vivo
vorrei posarmi fra le radici sue
sono radici ...
son le radici mie
ascolti e taci ...
e non rispondi.
Non senti come scorre
il mio dolore
che sembra un fiume in piena
e qualche volta ha voglia
di esondare.
Perchè non senti ...
questa mia tempesta
che fischia urla e
non si da pace
neppure fra fronde, i rami, e foglie
che vengono trappate
da un dolore
che strazia e infrage e uccide ...
il cuore mio.
Ed io vorrei esser foglia secca
al vento
Per farmi trasportare fra gli ulivi
dove i ricordi sono sempre vivi
dove le foglie degli immensi tronchi
regalano l'argento a tutto il mondo
ed io che sono foglia e argento ...
vivo
vorrei posarmi fra le radici sue
sono radici ...
son le radici mie
LUCI E VOCI
Come cantava bene quella donna
che sciorinava
all'ombra di quel sole
che all'ora
quasi del tramonto
poco per volta ritirava
i raggi
e li poneva nel cuore
della terra
Mentre la luna nascosta
dietro i campi,
stava in attesa per splendere
nel cielo
in compagnia delle stelle
al ballo ...
e cominciavano a menar
le danze
per fare nascere gli amori
nelle strade
illuminate dai baci delle donne.
che sciorinava
all'ombra di quel sole
che all'ora
quasi del tramonto
poco per volta ritirava
i raggi
e li poneva nel cuore
della terra
Mentre la luna nascosta
dietro i campi,
stava in attesa per splendere
nel cielo
in compagnia delle stelle
al ballo ...
e cominciavano a menar
le danze
per fare nascere gli amori
nelle strade
illuminate dai baci delle donne.
mercoledì 13 aprile 2011
CERINA E' LA MIA TERRA
Cerina è pigra
e si distende sin dal primo sole
poi si regala,
ai raggi seduttori
e s'imbianca vestendosi d'amore.
E sente i fremiti
di un vento ammaliatore
denso dei profumi degli ulivi,
degli oleandri
e il grano in piena estate
che pettinandosi
con le spighe in festa,
mostra ai papaveri
come si fa all'amore.
Com'è ruffiana
Cerina in piena estate
con le sue strade accompagnate a fiori
sembra una donna pronta a fare sesso
e quando è l'ora di suonare al vespro
cantano in coro e sembrano gelosi
i campanili,
e c'è qualcuno che
vuol suonar più forte
come un bambino
per stare in prima fila.
E poi i fantasmi
di una Cerina antica
magari ombre, sogni senza pace
e voci, e luci e sguardi,
e poi carezze, e baci,
finiti chissà come in un cassetto
di cui non son padrone
perché il mio tempo
l'ha cancellato tutto.
Ma dentro me rimasto
un grande alone.
e si distende sin dal primo sole
poi si regala,
ai raggi seduttori
e s'imbianca vestendosi d'amore.
E sente i fremiti
di un vento ammaliatore
denso dei profumi degli ulivi,
degli oleandri
e il grano in piena estate
che pettinandosi
con le spighe in festa,
mostra ai papaveri
come si fa all'amore.
Com'è ruffiana
Cerina in piena estate
con le sue strade accompagnate a fiori
sembra una donna pronta a fare sesso
e quando è l'ora di suonare al vespro
cantano in coro e sembrano gelosi
i campanili,
e c'è qualcuno che
vuol suonar più forte
come un bambino
per stare in prima fila.
E poi i fantasmi
di una Cerina antica
magari ombre, sogni senza pace
e voci, e luci e sguardi,
e poi carezze, e baci,
finiti chissà come in un cassetto
di cui non son padrone
perché il mio tempo
l'ha cancellato tutto.
Ma dentro me rimasto
un grande alone.
LA DISTRAZIONE
Sento la voce di una donna antica
davanti a una callàra piena dacqua
col mestolone che solitario gira
ma l'acqua bolle senza nulla dentro.
Il canto è dolce, racconta
di un bambino
che cerca della mamma
e la non trova.
Del carrettiere sciocco e sprovveduto
che poi finisce proprio in bocca al lupo.
Di una ragazza sedotta e dopo uccisa
finita in fondo al fiume con un sasso.
La vecchia antica in fondo si commuove
per tutte queste storie di paese.
Sono le cose che fan parlar la gente.
Mentre la in tavola non si prepara niente
poi ci si siede e ci si guarda in faccia.
davanti a una callàra piena dacqua
col mestolone che solitario gira
ma l'acqua bolle senza nulla dentro.
Il canto è dolce, racconta
di un bambino
che cerca della mamma
e la non trova.
Del carrettiere sciocco e sprovveduto
che poi finisce proprio in bocca al lupo.
Di una ragazza sedotta e dopo uccisa
finita in fondo al fiume con un sasso.
La vecchia antica in fondo si commuove
per tutte queste storie di paese.
Sono le cose che fan parlar la gente.
Mentre la in tavola non si prepara niente
poi ci si siede e ci si guarda in faccia.
martedì 12 aprile 2011
QUARTO DI LUNA
Sta sopra i tegoli vecchi
di una casa ,
se pure diroccata
mostra il suo orgoglio
dalle finestre con le persiane
rotte ... si sente abbandonata.
Un vecchio gatto che miagola
alla luna, tentando di carpirne
i suoi segreti.
Ma lei è discreta e se ne mostra un quarto
nasconde le sue grazie a tutto il mondo
come una donna se pure innamorata
si cela un fascino che non vuol svelare
e l'accompagna il vento della sera
ed il latrato di un cane abbandonato
il fresco andare d'un ruscello antico
ed una voce che intona litanie per far sognare
un bimbo che non dorme,
perchè ha paura di non svergliarsi più
di una casa ,
se pure diroccata
mostra il suo orgoglio
dalle finestre con le persiane
rotte ... si sente abbandonata.
Un vecchio gatto che miagola
alla luna, tentando di carpirne
i suoi segreti.
Ma lei è discreta e se ne mostra un quarto
nasconde le sue grazie a tutto il mondo
come una donna se pure innamorata
si cela un fascino che non vuol svelare
e l'accompagna il vento della sera
ed il latrato di un cane abbandonato
il fresco andare d'un ruscello antico
ed una voce che intona litanie per far sognare
un bimbo che non dorme,
perchè ha paura di non svergliarsi più
domenica 10 aprile 2011
IL GALLO.
Ma come nasce lento
il sole stamattina
e stende pigramente
le sue mani
sulla collina,
che ai primi raggi
se ne sonnecchia ancora.
Persino il gallo orgoglioso
e stanco non sente più la voglia
di cantare, ed i colori del piumaggio suo
stanno perdendo quell'intensità
che han fatto il giorno
in ogni tempo, persino ad ogni età.
il sole stamattina
e stende pigramente
le sue mani
sulla collina,
che ai primi raggi
se ne sonnecchia ancora.
Persino il gallo orgoglioso
e stanco non sente più la voglia
di cantare, ed i colori del piumaggio suo
stanno perdendo quell'intensità
che han fatto il giorno
in ogni tempo, persino ad ogni età.
giovedì 7 aprile 2011
IL VECCHIO ALLA BAMBINA
Passano gli anni ...
le primavere sempre profumate
di amori e fiori, e sogni mai svaniti
magici pensieri,
forse di ieri ...
magari di domani.
Le primavere ...
Sono pesanti,
macigni enormi
che nessuno vede,
ma sento ... certo che li sento.
Le primavere diventano le sere
che lentamente figliano mattine
ma son mattine ...
che non fanno giorno.
E le tue mani leggere come fiocchi di cotone
tengono al caldo le mie mani fredde
e il cuore che si scioglie
come la neve
a dolce primavera ...
Quando soltanto mi chiedi di volare.
Vorrei rincorrerti
io non ce la faccio,
ma ti seguo
con i miei pensieri,
la volontà arriva solo al cuore,
e poi si ferma .
Con i miei occhi
non ti lascio andare,
proteggo i tuoi
sorrisi dal dolore, dalle delusioni
da quegli inciampi che posson farti male.
E poi ti spiego che ogni fiore vive
se non lo stacchi mai dalla sua terra.
Darà profumo sino a quando il mondo
avrà un sorriso dolce come un fiore
e ci sarà un giorno come tanti
che di spiccare il volo sarà ora
ma per adesso stammi accanto AURORA
le primavere sempre profumate
di amori e fiori, e sogni mai svaniti
magici pensieri,
forse di ieri ...
magari di domani.
Le primavere ...
Sono pesanti,
macigni enormi
che nessuno vede,
ma sento ... certo che li sento.
Le primavere diventano le sere
che lentamente figliano mattine
ma son mattine ...
che non fanno giorno.
E le tue mani leggere come fiocchi di cotone
tengono al caldo le mie mani fredde
e il cuore che si scioglie
come la neve
a dolce primavera ...
Quando soltanto mi chiedi di volare.
Vorrei rincorrerti
io non ce la faccio,
ma ti seguo
con i miei pensieri,
la volontà arriva solo al cuore,
e poi si ferma .
Con i miei occhi
non ti lascio andare,
proteggo i tuoi
sorrisi dal dolore, dalle delusioni
da quegli inciampi che posson farti male.
E poi ti spiego che ogni fiore vive
se non lo stacchi mai dalla sua terra.
Darà profumo sino a quando il mondo
avrà un sorriso dolce come un fiore
e ci sarà un giorno come tanti
che di spiccare il volo sarà ora
ma per adesso stammi accanto AURORA
domenica 3 aprile 2011
COLORI E PENNELI
E non filtrava il sole la in soffitta
le ragnatele sì eran fatto il letto
ad ogni angolo un posto
per dormire.
S'abbandonavano senza mai
stancarsi e insieme al vento
facevan l'altalena.
E nella stanza profumi di colori
dimenticati sulla tavolozza
odore d'acqua ragia e poi di lino
l'olio che serve a dare un senso
a loro.
Gatti randagi sopra l'abbaino
ed i pennelli che stanno in dolce
attesa.
Aspettano in silenzio
che il pittore, torni a soffrire
davanti ad una tela.
Ma sono grigie
le tele abbandonate
aspettano silenti
la apppogiate
in un angolino contro il muro
... e si vergognano
riempite come sono
di polvere ricordi, e delusioni,
pensando a quello
che sarebbe stato se
qualcun altro le avesse pitturate
le ragnatele sì eran fatto il letto
ad ogni angolo un posto
per dormire.
S'abbandonavano senza mai
stancarsi e insieme al vento
facevan l'altalena.
E nella stanza profumi di colori
dimenticati sulla tavolozza
odore d'acqua ragia e poi di lino
l'olio che serve a dare un senso
a loro.
Gatti randagi sopra l'abbaino
ed i pennelli che stanno in dolce
attesa.
Aspettano in silenzio
che il pittore, torni a soffrire
davanti ad una tela.
Ma sono grigie
le tele abbandonate
aspettano silenti
la apppogiate
in un angolino contro il muro
... e si vergognano
riempite come sono
di polvere ricordi, e delusioni,
pensando a quello
che sarebbe stato se
qualcun altro le avesse pitturate
venerdì 1 aprile 2011
MA NON FINISCE IL MONDO
In questi campi dove cantava il vento
e pettinava il grano,
papaveri rossi davano speranze.
Ed orgogliosi stormi andavano
una volta verso il sole.
Senza timori con canti e balli
dedicati al cielo.
Ed i ciliegi fiorivano all'amore,
ed i germogli si davano al futuro.
Poi venne il buio, poiché l'uomo
fu dimenticato
mentre moriva
dal fuoco d' Hiroshima,
ucciso dal suo mare e dalla terra
che svegliata
dal suo stesso sonno
decise di cambiare posizione poiché
dormiva con la pancia in aria
ormai da troppo tempo.
L'ha fatto per sgranchirsi.
E mentre l'altro definito un uomo,
come se fosse gramigna sulla terra
ha seminato morte con le bombe
ha reso sterile la sua propria madre
donando fame sete a tutti i figli
e si è arricchito a danno dei perdenti
che mangiano terra
e bevono sudore
muoiono di fame anche nei posti
dediti allo spreco.
L'uomo è fantasma si perde senza meta
si cerca sempre
non si ritrova mai.
Preso in berlina dai potenti infami
In questo mondo preso d'agonia
pochi spiragli ed ingordigia tanta
e proprio quelli che
l'han ridotto in coma
senza pudore senza alcun timore
vanno dicendo a tutti quanti in coro ...
e poi facendo un grande girotondo
che si è vero abbiamo fatto questo
...ma non ... FINISCE IL MONDO
E intanto l'uomo si sta cercando ancora.
Sarà anche vero che non finisce il mondo
MA SENZA IL SERVO ...
TU NON DIVENTI RICCO
E NON SEI CERTO
DI RIMANERNE FUORI
e pettinava il grano,
papaveri rossi davano speranze.
Ed orgogliosi stormi andavano
una volta verso il sole.
Senza timori con canti e balli
dedicati al cielo.
Ed i ciliegi fiorivano all'amore,
ed i germogli si davano al futuro.
Poi venne il buio, poiché l'uomo
fu dimenticato
mentre moriva
dal fuoco d' Hiroshima,
ucciso dal suo mare e dalla terra
che svegliata
dal suo stesso sonno
decise di cambiare posizione poiché
dormiva con la pancia in aria
ormai da troppo tempo.
L'ha fatto per sgranchirsi.
E mentre l'altro definito un uomo,
come se fosse gramigna sulla terra
ha seminato morte con le bombe
ha reso sterile la sua propria madre
donando fame sete a tutti i figli
e si è arricchito a danno dei perdenti
che mangiano terra
e bevono sudore
muoiono di fame anche nei posti
dediti allo spreco.
L'uomo è fantasma si perde senza meta
si cerca sempre
non si ritrova mai.
Preso in berlina dai potenti infami
In questo mondo preso d'agonia
pochi spiragli ed ingordigia tanta
e proprio quelli che
l'han ridotto in coma
senza pudore senza alcun timore
vanno dicendo a tutti quanti in coro ...
e poi facendo un grande girotondo
che si è vero abbiamo fatto questo
...ma non ... FINISCE IL MONDO
E intanto l'uomo si sta cercando ancora.
Sarà anche vero che non finisce il mondo
MA SENZA IL SERVO ...
TU NON DIVENTI RICCO
E NON SEI CERTO
DI RIMANERNE FUORI
mercoledì 30 marzo 2011
OLIVE NERE .... E PANE
Tredici gradini e sino in fondo
la luce stanca
per farti compagnia
finiva proprio li.
Dove la terra comincia a pavimento
dove ogni ombra cammina con vergogna.
Dove ogni voce ti abbraccia come
come il cuore.
Forse una mano con un grembiule addosso
dove ogni passo cammina dentro un fosso
dove ogni grigio ha una sua ragione.
E la ragione non si trova mai.
E si va caccia della fantasia.
Ci si fa ricchi pensando ad un domani
che non arriva adesso
ne tanto meno mai
e per finire bene la giornata
attorno al desco senza una tovaglia
si gioca a far le cene
ed ogni tanto scappa una bestemmia
come sempre si mangia
nelle amare sere
soltanto pane con le olive nere
la luce stanca
per farti compagnia
finiva proprio li.
Dove la terra comincia a pavimento
dove ogni ombra cammina con vergogna.
Dove ogni voce ti abbraccia come
come il cuore.
Forse una mano con un grembiule addosso
dove ogni passo cammina dentro un fosso
dove ogni grigio ha una sua ragione.
E la ragione non si trova mai.
E si va caccia della fantasia.
Ci si fa ricchi pensando ad un domani
che non arriva adesso
ne tanto meno mai
e per finire bene la giornata
attorno al desco senza una tovaglia
si gioca a far le cene
ed ogni tanto scappa una bestemmia
come sempre si mangia
nelle amare sere
soltanto pane con le olive nere
sabato 26 marzo 2011
L'angolo della poesia.
C'è solo un posto
dove vivo ancora
dove ritrovo il gusto dei pensieri ...
La fantasia vissuta sino a ieri.
Anima i sorrisi della vita
vissuta a sprazzi
ma non per colpa mia.
Dove i dipinti riprendono colore
e dove alberga la speranza vera.
Dove i fiumi che corrono fra i boschi
diventano ristoro per i sogni
uccisi quasi sempre dalla vita.
E la in un posto nascosto dentro
il cuore, c'è un angolo
che quando scrivo io
ridà fiducia ancora alla mia via
è questo l'angolo della mia poesia
dove vivo ancora
dove ritrovo il gusto dei pensieri ...
La fantasia vissuta sino a ieri.
Anima i sorrisi della vita
vissuta a sprazzi
ma non per colpa mia.
Dove i dipinti riprendono colore
e dove alberga la speranza vera.
Dove i fiumi che corrono fra i boschi
diventano ristoro per i sogni
uccisi quasi sempre dalla vita.
E la in un posto nascosto dentro
il cuore, c'è un angolo
che quando scrivo io
ridà fiducia ancora alla mia via
è questo l'angolo della mia poesia
venerdì 25 marzo 2011
PER TE SIMONE
Dorme Simone
chissà che cosa sogna
sospira e stringe le manine
e lui fa i pugni, e se lo guardi
bene muove le pupille
anche se adesso tiene
gli occhi chiusi.
Bravo angioletto stringi
forte i pugni non farti mai
rubare da nessuno il grande
sogno diventare un uomo.
Mantieni dentro il cuore
e dietro gli occhi
i grandi sogni
che fanno solo i bimbi
che molti adulti
hanno dimenticato
insegnagli anche tu
la gran lezione per il futuro
per cambiare il mondo
è necessario avere
un grande sogno
essere bimbo e diventare grande
come il pugnetto
stretto di un bambino
perché in quel pugno
è stretto tutto il mondo
chissà che cosa sogna
sospira e stringe le manine
e lui fa i pugni, e se lo guardi
bene muove le pupille
anche se adesso tiene
gli occhi chiusi.
Bravo angioletto stringi
forte i pugni non farti mai
rubare da nessuno il grande
sogno diventare un uomo.
Mantieni dentro il cuore
e dietro gli occhi
i grandi sogni
che fanno solo i bimbi
che molti adulti
hanno dimenticato
insegnagli anche tu
la gran lezione per il futuro
per cambiare il mondo
è necessario avere
un grande sogno
essere bimbo e diventare grande
come il pugnetto
stretto di un bambino
perché in quel pugno
è stretto tutto il mondo
martedì 22 marzo 2011
UNA SERA D'AGOSTO
E' luna d'agosto ... al balcone
seduta sulle verdi colline ...
di sera.
Guarniva di una luce serena ...
le stelle,
che occhieggiando
annuivano al calmo fiume,
sempre più lento.
Andava lontano e cantava
una vecchia canzone d'amore
e all'ansa voltando perdeva
pian piano la voce.
Come un ricordo
ch'è vivo ... e svanisce, si fa più lontano.
C'erano occhi e sorrisi,
balli e sguardi felici,
ma finti,
maschere folli ,
e strani profumi e poi fiori
garofani sopra i balconi
a colorare una notte che aspetta ...
il mattino
che arriva a piedi ma in fretta
più in fretta del tempo che passa,
e lascia sul catrame d'estate
la carta argentata dei tempi.
seduta sulle verdi colline ...
di sera.
Guarniva di una luce serena ...
le stelle,
che occhieggiando
annuivano al calmo fiume,
sempre più lento.
Andava lontano e cantava
una vecchia canzone d'amore
e all'ansa voltando perdeva
pian piano la voce.
Come un ricordo
ch'è vivo ... e svanisce, si fa più lontano.
C'erano occhi e sorrisi,
balli e sguardi felici,
ma finti,
maschere folli ,
e strani profumi e poi fiori
garofani sopra i balconi
a colorare una notte che aspetta ...
il mattino
che arriva a piedi ma in fretta
più in fretta del tempo che passa,
e lascia sul catrame d'estate
la carta argentata dei tempi.
venerdì 18 marzo 2011
MONOLOGO ALLA LUNA
Tu sembri avere un volto di bisquit
un volto pallido,
con le gote rosa
anche i ciliegi
cambian di colore.
Sembri danzare,
in questa sera strana
quasi ammiccante
...il corpo di un' amante,
che prima s'offre
e dopo s'allontana,
e viene il vento che agita le foglie
ed è un fruscio,
che scuote i miei pensieri
mentre accarezzo,
con un sorriso il cuore.
Il mio stavolta ...
perché non c'essuno
nemmeno un gatto
che passa per la strada,
soltanto tu ... luna che
ad ogni appuntamento
sempre puntuale,
per poi lasciarmi solo.
Ma io lo so perché tu sei discreta,
e mi permetti di fare viaggi
che mi stanno a cuore,
per poter dire a quella terra mia
quelle parole che si dicon solo
ad una donna quando t'abbandona
Mi manchi ...
mi manchi amata terra mia.
Con che profumo stasera sei adornata
arriva sino a qui in questa terra
che di profumi
ne ho sentiti pochi.
Ma questa sera nonostante amara,
tu fa una cosa ma fallo per amore,
lasciami cantare a questa luna in cielo,
l'unica canzone che conosco,
una poesia da dedicare a un cielo
dove le antiche bambole, son stelle
che stanno in sottoveste per amore.
Perché la è caldo e quella è terra mia
un volto pallido,
con le gote rosa
anche i ciliegi
cambian di colore.
Sembri danzare,
in questa sera strana
quasi ammiccante
...il corpo di un' amante,
che prima s'offre
e dopo s'allontana,
e viene il vento che agita le foglie
ed è un fruscio,
che scuote i miei pensieri
mentre accarezzo,
con un sorriso il cuore.
Il mio stavolta ...
perché non c'essuno
nemmeno un gatto
che passa per la strada,
soltanto tu ... luna che
ad ogni appuntamento
sempre puntuale,
per poi lasciarmi solo.
Ma io lo so perché tu sei discreta,
e mi permetti di fare viaggi
che mi stanno a cuore,
per poter dire a quella terra mia
quelle parole che si dicon solo
ad una donna quando t'abbandona
Mi manchi ...
mi manchi amata terra mia.
Con che profumo stasera sei adornata
arriva sino a qui in questa terra
che di profumi
ne ho sentiti pochi.
Ma questa sera nonostante amara,
tu fa una cosa ma fallo per amore,
lasciami cantare a questa luna in cielo,
l'unica canzone che conosco,
una poesia da dedicare a un cielo
dove le antiche bambole, son stelle
che stanno in sottoveste per amore.
Perché la è caldo e quella è terra mia
lunedì 14 marzo 2011
IO GIUDA
Io prediletto, Suo discepolo
... mai scaltro!
dedito a lui, al suo pensiero,
alle sue smanie.
Segnato dal Suo stesso amore,
dalla sua follia!
Ma quanto è conscio l'uomo
delle sue miserie, delle sue povertà
della sua indifferenza,?
Della sua solitudine, della sua
semplice e inutile umanità.
Servi noi tutti quanti ed anche Lui !
delle Sue passioni, delle Sue convinzioni
della Sua bontà.
Forse, e dico forse ero l'unico a non volerlo
appeso a quella maledetta croce.
con sotto i suoi adepti incapaci
di ribellarsi ... vuoti senza volontà
taciturni davanti allo scempio fatto
a un corpo chiamato per nome ...
sotto voce che nessuno sentisse
proferire un nome ... il Suo nome
VIGLIACCHI, BUGIARDI!
FALSI E IPOCRITI ...
SERVI DEL LORO TERRORE
PAURA DI MORIRE ECCO
COS'ERA!
Ben mi ricordo le facce e le espressioni
degli altri,
terrorizzati, pallidi, senza parole
e pure Pietro moriva di paura ...
Tommaso si ... era l'unico capace
di stare al passo con questi pescatori
senza senno straccioni nella testa
come tanti ...
come tutti quelli
che senza tema speravano in Lui
nella rivolta,
l'unica speranza
di morire
con la dignità dei viventi
il vero dittatore,
il traditore è stato Lui
che ci ha bruciato tutte le speranze,
e tutto quello ch'è stato un fallimento
l'han fatto diventare religione, un rito
un prego, per giustificare la paura
ed il timore di diventare uomini
senza il permesso di un presunto DIO
Scappato quando ha visto il figlio morto!
Certo che per me ora che
vedo il mondo dall'alto di una quercia
tutto sembra chiaro.
Ma sono stato tradito pure io,
avevan promesso di non sfiorarlo
neppure con dito!
ma come sempre accade
hanno cambiato idea
ed io mi son trovato senza volerlo
col marchio dell'infamia sulla pelle.
E' solo invidia
E' STATA MAI GIUSTIZIA !
Trenta denari fanno bene a tutti ...
Tu pensa ...
Ora diranno, e senza prova alcuna
E A TUTTI QUANTI !
che mi sono ucciso
ora è suicidio anche l'assassinio
e chi mi ha ucciso
l'hanno fatto santo ed i danari
son finiti in gloria.
Ma quali cieli azzurri, e paradisi
sono tre giorni, tre notti
che da qua sopra
vedo volare insetti, d'ogni sorta
e ancor più in alto rapaci e avvoltoi
che vogliono nutrirsi del mio corpo.
Prendete pure questa anima mia
negletta e rifiutata
anche da chi
un dì la donò facendo oblio
del mio futuro che pur conoscendolo
decise che io comunque facessi
quel che ho fatto !
Ma quale gloria, quale onnipotenza!
Hai chiuso gli occhi e t'hanno ucciso un figlio
persino io che non son nessuno...
Ho messo la mia firma sulla morte.
Sempre han cercato, i capri espiatori
come i romani per eliminarlo
dappoi i giudei,
popolo eletto e poi dimenticato,
legati a un rabbi da cui divincolarsi
scomodo certo ma anche dissidente
e poi decisero gli stessi appartenenti
che un uomo vivo qui non serve a niente
meglio rispedirlo al suo parente.
e fu così provai a liberarlo dalla catena
che stava per strozzarlo, meglio in galera
che ucciso come un cane.
Furon gli scribi e qualche suo " Fratello"
a fargli fare la fine dell'agnello.
Metterlo in croce per farlo fare santo
meglio un sudario ... che farlo stare vivo.
Persino ...Maddalena era d'accordo
lei lo sapeva e lo voleva vivo ma come sempre
l'hanno derisa, e le hanno offerto
soldi per stare zitta oppure lapidata.
E il traditore adesso sarei io ...
I SOLDI IO LI HO RISPEDITI INDIETRO
ADESSO STA RUBANDO IL SANTO PIETRO.
Quel giorno sotto la croce, con Lui
ancora in agonia, vendevano sementi
e fichi secchi e poi dei pani focacce
e molto vino, troppo vino gente che
urlava e poi sbraitava, con prostitute
che offrivan il loro corpo con prestazioni
fuori ed ogni costo, ed i soldati facevan sesso
sotto quella croce, con i "Fedeli" zitti
mai un lamento è stato questo
che mi ha ucciso. Giuro !,
E il traditore adesso sarei io!
... mai scaltro!
dedito a lui, al suo pensiero,
alle sue smanie.
Segnato dal Suo stesso amore,
dalla sua follia!
Ma quanto è conscio l'uomo
delle sue miserie, delle sue povertà
della sua indifferenza,?
Della sua solitudine, della sua
semplice e inutile umanità.
Servi noi tutti quanti ed anche Lui !
delle Sue passioni, delle Sue convinzioni
della Sua bontà.
Forse, e dico forse ero l'unico a non volerlo
appeso a quella maledetta croce.
con sotto i suoi adepti incapaci
di ribellarsi ... vuoti senza volontà
taciturni davanti allo scempio fatto
a un corpo chiamato per nome ...
sotto voce che nessuno sentisse
proferire un nome ... il Suo nome
VIGLIACCHI, BUGIARDI!
FALSI E IPOCRITI ...
SERVI DEL LORO TERRORE
PAURA DI MORIRE ECCO
COS'ERA!
Ben mi ricordo le facce e le espressioni
degli altri,
terrorizzati, pallidi, senza parole
e pure Pietro moriva di paura ...
Tommaso si ... era l'unico capace
di stare al passo con questi pescatori
senza senno straccioni nella testa
come tanti ...
come tutti quelli
che senza tema speravano in Lui
nella rivolta,
l'unica speranza
di morire
con la dignità dei viventi
il vero dittatore,
il traditore è stato Lui
che ci ha bruciato tutte le speranze,
e tutto quello ch'è stato un fallimento
l'han fatto diventare religione, un rito
un prego, per giustificare la paura
ed il timore di diventare uomini
senza il permesso di un presunto DIO
Scappato quando ha visto il figlio morto!
Certo che per me ora che
vedo il mondo dall'alto di una quercia
tutto sembra chiaro.
Ma sono stato tradito pure io,
avevan promesso di non sfiorarlo
neppure con dito!
ma come sempre accade
hanno cambiato idea
ed io mi son trovato senza volerlo
col marchio dell'infamia sulla pelle.
E' solo invidia
E' STATA MAI GIUSTIZIA !
Trenta denari fanno bene a tutti ...
Tu pensa ...
Ora diranno, e senza prova alcuna
E A TUTTI QUANTI !
che mi sono ucciso
ora è suicidio anche l'assassinio
e chi mi ha ucciso
l'hanno fatto santo ed i danari
son finiti in gloria.
Ma quali cieli azzurri, e paradisi
sono tre giorni, tre notti
che da qua sopra
vedo volare insetti, d'ogni sorta
e ancor più in alto rapaci e avvoltoi
che vogliono nutrirsi del mio corpo.
Prendete pure questa anima mia
negletta e rifiutata
anche da chi
un dì la donò facendo oblio
del mio futuro che pur conoscendolo
decise che io comunque facessi
quel che ho fatto !
Ma quale gloria, quale onnipotenza!
Hai chiuso gli occhi e t'hanno ucciso un figlio
persino io che non son nessuno...
Ho messo la mia firma sulla morte.
Sempre han cercato, i capri espiatori
come i romani per eliminarlo
dappoi i giudei,
popolo eletto e poi dimenticato,
legati a un rabbi da cui divincolarsi
scomodo certo ma anche dissidente
e poi decisero gli stessi appartenenti
che un uomo vivo qui non serve a niente
meglio rispedirlo al suo parente.
e fu così provai a liberarlo dalla catena
che stava per strozzarlo, meglio in galera
che ucciso come un cane.
Furon gli scribi e qualche suo " Fratello"
a fargli fare la fine dell'agnello.
Metterlo in croce per farlo fare santo
meglio un sudario ... che farlo stare vivo.
Persino ...Maddalena era d'accordo
lei lo sapeva e lo voleva vivo ma come sempre
l'hanno derisa, e le hanno offerto
soldi per stare zitta oppure lapidata.
E il traditore adesso sarei io ...
I SOLDI IO LI HO RISPEDITI INDIETRO
ADESSO STA RUBANDO IL SANTO PIETRO.
Quel giorno sotto la croce, con Lui
ancora in agonia, vendevano sementi
e fichi secchi e poi dei pani focacce
e molto vino, troppo vino gente che
urlava e poi sbraitava, con prostitute
che offrivan il loro corpo con prestazioni
fuori ed ogni costo, ed i soldati facevan sesso
sotto quella croce, con i "Fedeli" zitti
mai un lamento è stato questo
che mi ha ucciso. Giuro !,
E il traditore adesso sarei io!
CAREZZE
Vorrei carezze
in questo mese freddo
che si nasconde
dietro grigie case
vissute un tempo
quando la mia ombra
restava dietro e
non mi raggiungeva.
Vorrei carezze
che non mai vissuto
che son rimaste fra foglie e petali
di fiori abandonati sopra
un sorriso
che dopo avere
navigato a vuoto,
decise d'involarsi
in altri lidi, dove
i tramonti son diventati
tristi e giorni belli
non sono nati mai.
Vorrei carezze che non sono nate
e quelle morte rimangono sedute
sopra le foglie
e se li porta il vento
senza rumori e senza cofusioni.
E quando il vento preso ...
chissà perchè dalla nostagia
lascia i profumi,
di labbra profumate
di ciocche di capelli un pò bagnate.
Non sono lacrime
ma inutili risate
che sento ancora
e sono nostalgia
cerco carezze
che non ci sono più
in questo mese freddo
che si nasconde
dietro grigie case
vissute un tempo
quando la mia ombra
restava dietro e
non mi raggiungeva.
Vorrei carezze
che non mai vissuto
che son rimaste fra foglie e petali
di fiori abandonati sopra
un sorriso
che dopo avere
navigato a vuoto,
decise d'involarsi
in altri lidi, dove
i tramonti son diventati
tristi e giorni belli
non sono nati mai.
Vorrei carezze che non sono nate
e quelle morte rimangono sedute
sopra le foglie
e se li porta il vento
senza rumori e senza cofusioni.
E quando il vento preso ...
chissà perchè dalla nostagia
lascia i profumi,
di labbra profumate
di ciocche di capelli un pò bagnate.
Non sono lacrime
ma inutili risate
che sento ancora
e sono nostalgia
cerco carezze
che non ci sono più
L'ODORE DI STAZIONE
Era lontana ...
la stazione di paese
veniva accompagnata
metro, metro
da quei lampioni
venuti dal passato
la luce fioca,
timida, impacciata
che salutava,
e non se ne curava.
Il diserbante odore acre forte
si confondeva, nell'aria ...
odori di cavalli, e poi del grano
che in pieno luglio arride,
assieme ai campi coltivati
a uva, e fichi.
E gli occhi miei in lacrime di sonno
vegliavano in silenzio
il mio cammino
inconscio si...
ma tanto innamorato
di un caldo abbraccio
che adesso non ce più
la stazione di paese
veniva accompagnata
metro, metro
da quei lampioni
venuti dal passato
la luce fioca,
timida, impacciata
che salutava,
e non se ne curava.
Il diserbante odore acre forte
si confondeva, nell'aria ...
odori di cavalli, e poi del grano
che in pieno luglio arride,
assieme ai campi coltivati
a uva, e fichi.
E gli occhi miei in lacrime di sonno
vegliavano in silenzio
il mio cammino
inconscio si...
ma tanto innamorato
di un caldo abbraccio
che adesso non ce più
lunedì 7 marzo 2011
LA BONTA' DIVINA
S'era portato la testa fra le mani
stava pensando...
che forse qualche errore
l'aveva fatto nel creare il mondo
ma ci voleva la severità
con l'uomo appena nato
è come un bimbo
se gli dai corda e
non gli insegni bene
capace che ti manchi di rispetto.
Ma quella Eva poi appena nata
mostrava troppe volte vanità
sino a confondere quella mia fiducia
con il diritto di scegliersi la frutta
ma cosa le costava darmi retta
invece di una mela,
un'altro frutto
che so una pesca, un fico, una peretta
l'ha fatto solo per non darmi retta.
E questo m'ha mandato fuori testa
ma come faccio a perdonare un fatto
che mette in discussione il mio potere
e poi una donna che, gioca con
la pelle del sedere ... la mia poi,
e non di qualcun'altro, e io mi sono
di giusto vendicato.
Adamo poi quel pezzo, di minchione
lui lo sapeva che non doveva farlo
ha mangiato si ma quel boccone
non ha mai fatto a tempo ad ingoiarlo
e gli rimasto dentro il gargarozzo
è ancora la e l'ho chiamato pomo.
Se lo ricordi! che con la donna
deve fare l'uomo!
ma che cos'è ...
rapporto paritario ...
faccia il padrone e non il missionario!
E li ho mandati raminghi per mondo
salvandomi il giardino delle gioe
se caso mai sarebbero rimasti
avrebbero mangiato tutti i frutti
e il mio vigneto sarebbe andato in fumo.
E han fatto figli di cui un
un bell'imbusto, che m'ha ammazzato
l'unico del clan, che mi donava
quanto io chiedevo, haaa !
quel Caino proprio
un debosciato!
E lo'ho trattato
come meritava ... faccia lo zingaro
e per eterno vaghi, venga seguitato!
per questo l'ho segnato e ripudiato.
Ti sembro giusto? o mi sto sbagliando ...?
Ho fatto bene a farli tribolare,
a farli lavorare, ed ammalare,
lasciarli senza bere
gli ho dato terre che per rassodarle
ci son volute le generazioni,
devo dire che son stati bravi,
se la son cavata i ragazzini.
Però ... però volevano
sentirsi indipendenti
e sono diventati impertinenti,
invece di pregarmi e ringraziami
si sono messi a fare i prepotenti.
Ed io per dagli una lezione
gli ho fare la torre di Babele,
che confusione !
Con lingue nuove, dialetti assai diversi
ed hanno cominciato a guerreggiasi,
ho seminato l'odio la diversità
soltanto per amore di me stesso..
Ed hanno vinto
da sempre i prepotenti,
e i meno avvezzi alle uccisioni e ai morti,
sono finiti per somma mia giustizia
a far da servi ai ricchi
ed hai potenti ... che provino adesso
a mangiucchiar le mele
nate nel giardino del padrone.
E se qualcuno soffrirà la fame,
non è poi male , solo un effetto
il collaterale.
Non voglio la morale sui bambini
è troppo facile usarli come scudo
dicendo che non hanno colpa alcuna.
Gli errori dei parenti e genitori
ricadano sui figli, e cosa serve
il peccato originale.
Se sbaglia il padre ... sia punito il figlio!
se no poi cresce e si comporta uguale
meglio tagliare il male alla radice,
non si sa mai magari si ribella
e disconosce la divinità.
COSI' CAPISCONO ... CHE SONO STATO BUONO !
stava pensando...
che forse qualche errore
l'aveva fatto nel creare il mondo
ma ci voleva la severità
con l'uomo appena nato
è come un bimbo
se gli dai corda e
non gli insegni bene
capace che ti manchi di rispetto.
Ma quella Eva poi appena nata
mostrava troppe volte vanità
sino a confondere quella mia fiducia
con il diritto di scegliersi la frutta
ma cosa le costava darmi retta
invece di una mela,
un'altro frutto
che so una pesca, un fico, una peretta
l'ha fatto solo per non darmi retta.
E questo m'ha mandato fuori testa
ma come faccio a perdonare un fatto
che mette in discussione il mio potere
e poi una donna che, gioca con
la pelle del sedere ... la mia poi,
e non di qualcun'altro, e io mi sono
di giusto vendicato.
Adamo poi quel pezzo, di minchione
lui lo sapeva che non doveva farlo
ha mangiato si ma quel boccone
non ha mai fatto a tempo ad ingoiarlo
e gli rimasto dentro il gargarozzo
è ancora la e l'ho chiamato pomo.
Se lo ricordi! che con la donna
deve fare l'uomo!
ma che cos'è ...
rapporto paritario ...
faccia il padrone e non il missionario!
E li ho mandati raminghi per mondo
salvandomi il giardino delle gioe
se caso mai sarebbero rimasti
avrebbero mangiato tutti i frutti
e il mio vigneto sarebbe andato in fumo.
E han fatto figli di cui un
un bell'imbusto, che m'ha ammazzato
l'unico del clan, che mi donava
quanto io chiedevo, haaa !
quel Caino proprio
un debosciato!
E lo'ho trattato
come meritava ... faccia lo zingaro
e per eterno vaghi, venga seguitato!
per questo l'ho segnato e ripudiato.
Ti sembro giusto? o mi sto sbagliando ...?
Ho fatto bene a farli tribolare,
a farli lavorare, ed ammalare,
lasciarli senza bere
gli ho dato terre che per rassodarle
ci son volute le generazioni,
devo dire che son stati bravi,
se la son cavata i ragazzini.
Però ... però volevano
sentirsi indipendenti
e sono diventati impertinenti,
invece di pregarmi e ringraziami
si sono messi a fare i prepotenti.
Ed io per dagli una lezione
gli ho fare la torre di Babele,
che confusione !
Con lingue nuove, dialetti assai diversi
ed hanno cominciato a guerreggiasi,
ho seminato l'odio la diversità
soltanto per amore di me stesso..
Ed hanno vinto
da sempre i prepotenti,
e i meno avvezzi alle uccisioni e ai morti,
sono finiti per somma mia giustizia
a far da servi ai ricchi
ed hai potenti ... che provino adesso
a mangiucchiar le mele
nate nel giardino del padrone.
E se qualcuno soffrirà la fame,
non è poi male , solo un effetto
il collaterale.
Non voglio la morale sui bambini
è troppo facile usarli come scudo
dicendo che non hanno colpa alcuna.
Gli errori dei parenti e genitori
ricadano sui figli, e cosa serve
il peccato originale.
Se sbaglia il padre ... sia punito il figlio!
se no poi cresce e si comporta uguale
meglio tagliare il male alla radice,
non si sa mai magari si ribella
e disconosce la divinità.
COSI' CAPISCONO ... CHE SONO STATO BUONO !
domenica 6 marzo 2011
ARPEGGI DI MARE
Chissà se quegli arpeggi
di luci fioche
che stanno sulle sponde
potranno mai
richiamare ancora
le mie fate, che tutti quanti
chiamano sirene
e sono andate ... un tempo
infondo al mare.
Tu non lo sai per quanto
tempo ho atteso quel ritorno.
Mi son fermato seduto sullo scoglio
ed ho aspettato ...
per tutto il tempo
ma quanto tempo! ...
non bastava mai
ho visto lune, ho contato stelle,
e quanti venti,
salsedine e racconti
che mi dicevo
per non restare solo.
E poi le notti vissute in riva al mare
se pure caldo
son sempre state fredde
ma le sirene
non sono più tornate.
E stanno qui gli arpeggi del paese
a dare luce sulla spiaggia vuota
a far giocare
i pesci appena nati
che sono dentro l'acqua
e stan crescendo
per conquistare il mare,
e le sirene potranno
un dì tornare.
di luci fioche
che stanno sulle sponde
potranno mai
richiamare ancora
le mie fate, che tutti quanti
chiamano sirene
e sono andate ... un tempo
infondo al mare.
Tu non lo sai per quanto
tempo ho atteso quel ritorno.
Mi son fermato seduto sullo scoglio
ed ho aspettato ...
per tutto il tempo
ma quanto tempo! ...
non bastava mai
ho visto lune, ho contato stelle,
e quanti venti,
salsedine e racconti
che mi dicevo
per non restare solo.
E poi le notti vissute in riva al mare
se pure caldo
son sempre state fredde
ma le sirene
non sono più tornate.
E stanno qui gli arpeggi del paese
a dare luce sulla spiaggia vuota
a far giocare
i pesci appena nati
che sono dentro l'acqua
e stan crescendo
per conquistare il mare,
e le sirene potranno
un dì tornare.
sabato 5 marzo 2011
IL BALLO
Adesso è l'ora di
un vecchio piano forte
suona di notte ...
La musica è in sordina ...
a bassa voce,
perché si sente solo.
Chiede sommesso
a un vecchio carillon,
mentre lui suona
di fargli compagnia.
Fare un concerto
di musiche intonate
e far cantare le pupe di bisquit.
E poi più tardi a fine di serata
farle ballare, sino a quando è giorno.
Tenendole più strette che si può
un vecchio piano forte
suona di notte ...
La musica è in sordina ...
a bassa voce,
perché si sente solo.
Chiede sommesso
a un vecchio carillon,
mentre lui suona
di fargli compagnia.
Fare un concerto
di musiche intonate
e far cantare le pupe di bisquit.
E poi più tardi a fine di serata
farle ballare, sino a quando è giorno.
Tenendole più strette che si può
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