sabato 31 dicembre 2011

LA MADRE ... ERETICA

Ecco ... il sangue, di un figlio fatto schiavo
nomato Re per ingordigia e sete di potere
negato agli uomini e fatto poi morire
confuso con la feccia messa in croce
un peccatore, un bestemmiatore.

Non avrai pace per questo tuo delitto.
e quante madri non ti perdoneranno
per il dolore che tu gli comminasti
e ad ogni segno delle prima doglia
terranno stretti al cuore il loro
figlio per impedirti di portarlo via
tanto è il dolore che imprimi
al loro amore ... ma quale padre
per quanto sia crudele uccide il figlio
per la propria gloria!

Ed ora taci e non mi sai che dire.

Tu non rispondi non hai risposto mai
ai doli della gente, nemmanco i preghi
che vengono da terra
scuotono l'ignavia  dei tuoi sensi.

Tu li vuoi servi,remissivi e schiavi,
prostrati e chini ai desideri tuoi
neppure io che moglie intanto fui
riesco a dar voce  a questa bocca tua
 sempre silente e muta al mio dolore,
quasi che fosse lo struscio di una foglia.

Lo so non conto e sono un'espressione
per te che il mondo lo bruci con lo sguardo
ma fui sua madre, se pure
nel deserto del tuo del sguardo.

 Ebbi due cuori ... al tempo
nel mio grembo anche se tu
con me ti comportasti
mai come amante, neppure seduttore.

Entrasti come un ladro nel mio letto
senza aspettare che diventassi donna.
Mi regalasti al povero Giuseppe
come una merce da ricettazzione

In una notte tu m'inseminasti
senza un sorriso nemmeno una carezza
io fui violata senza tenerezza
divenni madre senza essere donna.

Come un viandante in cerca di sollazzo
senza calore, nonostante bella
nemmeno un bacio sopra i seni miei
se pure nei miei sogni dolci e puri
sentivo i desideri della carne,
la donna è donna e vuol bruciare d'amore.

Non hai voluto che diventassi  moglie
soltanto madre ... per ammazzarmi il figlio
e le sue spoglie le lasci abbandonate
in una terra che l'ha voluto morto.

Come se questo non ti bastasse ancora
han fatto scempio di questo figlio mio
hanno strappato la carne alla sua carne
donando ai cani il resto delle ossa.

E tu zitto ... mai una parola un gesto
in  difesa in onore suo quasi...
che fosse il figlio di un nemico.

Abbandonato a terra come sterco
in mezzo ai vermi a concimar la terra

Perchè non lo uccidesti ancora infante
al tempo dell'Erode infanticida
avresti avuto almeno l'attenuante,
e in tutto il tempo io mi sarei scordata
se pure quel dolore non si  scorda.

Ma tu non senti, sei troppo intento
ad ascoltar lusinghe degli adepti tuoi,
giudici incolti  della giustizia vera,
pronti a condannare anche l'amore
e già m'accorgo mi guardano in cagnesco,
poichè difendo il sangue del mio sangue.

Ma che pretende l'anima mia soltanto
se manco i figli ( e tutti quanti insieme)
della tua terra infame
pregano sempre soffrendo pene e inferni
ed i sollievi sono a fine vita
 riescono a svegliarti dal torpore.

Quando la terra su cui li hai messi al mondo
non offre loro mai di che sfamarsi
e il sole arde scarseggiando l'acqua
e fame e sete li uccidono col tempo
mentre i potenti, i prediletti tuoi
li fanno schiavi per diletto loro.

E tu mi tratti come fossi Eva
che la mandasti via da casa sua
per un errore che non aveva senso
anche sul danno c'è molto da ridire
in fondo è vero che nel paridiso
ci vanno solo i pavidi e i potenti
chi si ribella, chiedendo solo amore
viene bruciato dall'orrenda pira
e la speranza è cenere nel vento.


Ma  non importa, io rimango qui
ad aspettare che passi il mio nemico
sul bordo del mio fiume, di così che fra
folaghe e gabbiani , fra tangheri e rami
di alberi morenti, veda arrivare sopra
una barca con la vela bianca una giustizia
che non sia violata, ne comprata , ne manco
sedotta da sirene false.

Su quella barca l' anima di un figlio
e accanto a lui i giovani dei tempi,
sempre sereni verso nuovi lidi
senza portare su le loro spalle
il peso di una croce lorda di sangue
e di ingiustizie umane, volute da
Un Eterno senza cuore ...

ORA PUNISCIMI SE TROVI UNA RAGIONE!

giovedì 29 dicembre 2011

NATALE A TORINO 1958

E non dirada mai ...
la nebbia.

Su questo mio natale
sempre freddo.

Fatto di fantasmi, di delusioni
e di ricordi.

Di mandarini bruciati sulla stufa,
quasi sempre fredda e poco amata
e panni stesi in una stanza.

L'odore del sapone dentro l'aria.
Senza mai un sogno.

Con la finestra
sola e senza luce.

E il capodanno stretto nella brina
e senza doni, coi platani rivolti
verso l'alto quasi alla ricerca
di un motivo, o d'una scusa
per sentirsi vivi.

Le mani in tasca, e senza guanti
il freddo sulla faccia diventava brina
la bocca che tremava per il gelo
gli occhi piangevano, ma io non lo sapevo
Natale c'era e io non lo vedevo

domenica 18 dicembre 2011

... E MARIA SOGNA


Stava lavando i panni come serva
In una casa di ricchi benestanti.

Sentiva le sue ossa scricchiolare.

Quanta fatica per poter mangiare.

E gli passava la voglia di cantare,
da quando Jesus l’aveva abbandonata
almeno cento anni era invecchiata.

Rughe profonde e macchie sulla pelle
come conviene ai figli del suo mondo.

Con gli occhi stanchi in bocca pochi denti
sudava come sempre al lavatoio.

Sognava ad ogni ora di rivedere il figlio
di tanto in tanto
per sentirsi viva parlava
col ragazzo che non c’era…

Chi l’ha sentita
smaniare come un folle
racconta ancora
le raccomandazioni:

Gesù non correre
potresti farti male!
Alla bottega va aiutare Il padre!
Non far dispetti alle ragazzine!
Presto al ritiro e non tornare tardi !
E di a tuo padre di comprare il pane.!

E poi di colpo gettava
i panni all’aria.

Lo sai? Piangeva , si buttava a terra
e tutto questo, ogni santo giorno.

Del figlio morto non si dava pace
un figlio è figlio e il cuore mai…

                SI TACE!

Mangiava solo una volta al giorno
E poco, poco, come uccellino
Ciò che bastava per rimanere in vita.

Era di sera, che si sentiva morta
sulla finestra un vaso di ginestra
guardava il cielo dietro la finestra.
E dopo a letto sognando di morire,
tanta la fretta di rivedere il figlio.

Così una notte, in questa vana attesa
lei fu svegliata da una voce amata.

Si destò subito vide dall’angolo più
buio non certo un volto ma un teschio
che parlava, ma ella riconobbe il figlio suo.

La madre è madre e non si fa ingannare.

Lo vide affranto … e lo sentì parlare.
Il corpo ch’egli aveva … trasparente
evanescente, come un fantasma
in cerca di una casa.

Madre … Madre, lo so, non stai dormendo
ti sento triste e piena di dolore
ti sei emaciata, a causa del tuo pianto
ed è per questo che non trovo pace
in paradiso non riesco a riposare
è il tuo dolore non mi fa dormire
quieta se puoi questo tuo calvario.

Lo so, lo so che ti sono figlio,
e che tu vivi in questo tuo ricordo
ma dammi pace, non farmi più soffrire.

                   AMORE!!!!
FIGLIO, FIGLIO... COSA T'HANNO FATTO!

T'ho conosciuto, nonostante tutto …
Se pure il volto e tutto il corpo tuo
sono scomparsi e vedo solo ossa …

Quanto sei bello, è tanto sai che t'aspettavo io
io lo sapevo che non mi lasciavi, e prima o poi
io t'avrei rivisto … Ma come mai mi mangi
         così poco … Sei così magro...
         vuoi che ti prepari una focaccia?

Ma dimmi, dimmi com'è il paradiso,
col padre eterno tu, tu, tu ci hai parlato?
        E alla destra poi ti sei seduto?

Che devo dirti … non l'ho ancora visto
sono tre mesi che lo sto aspettando
son messo li … seduto sul gradino
si passa il tempo a guardarsi intorno
a mezzogiorno poi si va a mangiare
un pasto strano che non sazia mai
si chiama manna ma non sa di niente.

Poi ogni tanto ci compare e parla
dal balcone e poi scompare.

Dicon ch'è prassi da 3000 anni
e a la sua destra non ci vuol nessuno
           manco suo figlio.

              Dice sempre:
piuttosto solo che male accompagnato
e mi sa tanto che m'ha turlupinato.
Che devo dire me ne son tornato.

Il paradiso è un posto assai noioso
non c'è nessuno che scambia una parola
musi sereni senza una ragione, guardan
la Luce che ogni tanto appare
 dopo a letto assieme alle galline.

L'unica cosa che ci fan vedere
solo ogni tanto un poco di futuro
di quella gente per cui m'hanno ammazzato
e devo dirti ch'è molto scoraggiante
vedere l'uomo come s'è ridotto
e la sua terra come l'ha distrutta
e in paradiso c'è gente che deride.

MARIA:
Non ti curare t'ho lasciato il letto.
Io lo rifaccio tutte le mattine …
Ma il padre eterno magari avrà da fare
o la memoria ormai l'avrà lasciato
e di suo figlio magari s'è scordato
o non ha tempo, con quello che ha da da fare!

Resta con mamma che ti vuole bene.
 I padri eterni son tutti assai boriosi,
sono narcisi, prepotenti, e assai bugiardi
promettono tutto e non mantengon mai.

E quel mattino trovarono Maria
sul tavolo a dormire sembrava viva
ma era in paradiso …

Ad annoiarsi con il figlio suo













Morfeo 17-12-2011










LA PULA


Me lo ricordo
come fosse un sogno
vissuto in una sera
in piena estate.

Il grano profumava …
come un fiore
ancor più intenso …

E dentro s’è fermato.

Lasciandomi incantato …

     … Innamorato.

Profumi antichi,
sempre più indiscreti.

E quante volte
lo sai me l’ho sognato …
tutte le volte
nel cuore mio … una festa.

Ma quanto è triste
sentirne nostalgia

Profumi dell’estate
e poi la gente
son diventati
fantasmi nella mente.

Il fieno sparpagliato
sulla strada,

con quanta foga
si batteva il grano
e poi la pula
se la portava il vento
entrando dentro
gli occhi dei bambini
che non curanti
battevano i piedini
sopra quel grano
che se ne rideva
sembrava che
giocasse insieme a loro.

I vecchi che
guardavano la luna
e le ragazze
in cerca dell’amore
cucivano il corredo
ago e filo
mentre la luna giocava
a nascondino
e il grande amore .

Che non tornava più.

E poi Selene
mandava tutti a letto
Spegneva il sole
e risplendeva lei,
per vanità.

O forse … per amore.














martedì 6 dicembre 2011

LA GABBIA

Noi siamo …
E lo saremo … Eterni
Come se fossimo, vento
o acqua di fiume mai doma.

Granitiche guglie di  montagne
ra valli  immense e foreste silenti
uccise dall’uomo più empio.

Noi siamo onde del mare
che culla il suo mondo
e sorride quando il sole fugace
allunga le braccia, e poi stringe.

In un unico afflato i miliardi 
di gocce di mare, che sembrano
messe in castigo
e vivono in povertà.
E noi siamo …
E lo saremo sempre.

Anime incolte,
con le braccia  tese
verso il cielo
ad aspettare manna
da chi seduce e poco dopo...

Inganna.

 Questo da sempre
da quando è nato il mondo
e ci hanno relegati questa gabbia
rubando al nostro cuore dignità

Con pochi spazi di felicità






sabato 5 novembre 2011

LA FOGLIA DELL'ULIVO

Amara è ancora,

la foglia dell’ulivo

si mastica da sempre …

in queste terre.



Dove il silenzio

è rabbia

o forse è solo la rassegnazione

che si ripete ormai

da troppo tempo.



Come i tramonti

e le aurore stanche

che nascono

soltanto per inerzia.



Come i sorrisi della delusione

sui volti delle donne

e dei bambini.



Che giocano a morire

tutti i giorni

e chiudono

per sempre i loro occhi

posandoli sui rovi senza tempo.



Vivono per poco e rassegnati

In una terra

che li ha amati mai.



La solitudine



è diventata un mare



che non da frutti



e lentamente muore



con i tramonti



innamorati pazzi



di quei deserti



che sono stati illusi.



Scorrono i venti



come se fosse il tempo



e non ascoltano



le cicale all’ombra.



Friniscono ma non c’è nessuno …



Ma è questa terra

che fa compagnia



a chi altrove



non ce la fa a morire.

martedì 11 ottobre 2011

SE VOLASSE IL CIELO

Ma tu lo senti

come abbaia il cane.



Si sente l’eco,

e l’eco poi si perde.



Tutte le voci

sembrano ovattate



Sbattono sui muri,

e tornano sui corpi

lacerati e doloranti.



Sento i latrati

dei cuccioli di cani

abbandonati e sanguinolenti

fra sassi e rovi

in cerca di un umano

che s’è involato

per cercare invano

un sogno verso il cielo

così vacuo …



Che se dimenticato d’esser uomo.



Gli han promesso

di diventare santo

e invece è diventato

ancor più servo



Per vivere di sogni di cartone

di un falso dio

ch’è sempre smemorato

e vuole essere

per questo ringraziato

per tutti i danni

che ci ha procurato

come se fossimo carne da macello

pronti al martirio

come dei maiali

e raccontando

ai poveri ignorati

cha siamo causa Noi di tutti i mali.



Ma se per caso ci mancasse il cielo!

ci attaccheremmo,

ad ogni ramoscello

ad ogni albero ad ogni filo d’erba

per non lasciare

questa vecchia terra.



Invece di volare verso un cielo

che è solo aria

e dentro non c’è niente.

domenica 2 ottobre 2011

LA PRENOTAZIONE

Si è presentato proprio ieri sera

In paradiso il vecchio Belzebù,

era incazzato, come una fiera

e forse ancor di più.



Dov’e dov’e quell’imbroglione.

È troppo facile farlo da padrone

mi son fidato e il vecchio m’ha fregato

ho fatto i conti, noi siamo a fine mese

mi mancano le anime, dove tu l’hai

messe, sei il solito bugiardo,

e malfamato, dovevano arrivarmi

l’altro giorno almeno ottocento

dei potenti sono arrivati solo i deficienti

e m’hanno detto che non è posto loro

poiché raccomandati in paradiso.



Ciò non è giusto, non ti fa certo onore

non è così che ci si comporta

Il patto era io mi prendo i miei

e tu ti prendi i tuoi, avevi dato

la parola tua , ed i raccomandati erano

I tuoi perché adesso me li trovo io’

Prenditi i tuoi ed io rivoglio i miei …

Cos’hai da dire adesso in tua discolpa?



Il conto torna , vedrai che tornerà

Io faccio patti solo con me stesso

e qui si viene se lo voglio io.



Lo sai com’è, sono i potenti

del solito stivale, e qui nel cielo

non arriva mai chi sbraita, urla,

predica vergogna e quando infine

perde ogni pudore per farsi perdonare

infine raglia, il solito partito FORZA ITALIA



Allora scusa … il conto torna giusto

Quelli all’inferno han riservato il posto

Ed io rispetto le prenotazioni

IL PREMIO

Suor Guglielmina è giunta novantenne,

proprio all’ora della dipartita

fu sfortunata.

Mentre mangiava il giorno del digiuno

poiché il signore vede proprio tutto

la punizione per sto peccato brutto …



Decise che era ora di finirla,

non è la prima volta che fregava

così decise con la morte di punirla.



Per tre giorni la misero sdraiata

e le sorelle Intorno a raccontare

le sue virtù tutti i suoi gesti

per la santità.



Quanto pregava, e quante opere pie,

mai un peccato ha sempre perdonato,

tutta la vita sempre a LUI

s’è donata, s’è conservata ,

lei se consacrata poiché

lei è sposa del signore.



Che devo dire non s’è mai toccata,

e giuro, giuro non s’è mai lavata

neppure per lavarsi la natura

a novant’anni, come na creatura

chissà il signore come sarà contento .



E’ santa è santa ve lo dico io

a quest’ora sarà già con dio.



E Guglielmina giunse in paradiso

ma stava in coda, quanta,

tanta gente avanti

e poi siccome camminava piano

quelle più aitanti passavano davanti

erano tutte belle, un po’ succinte,

tutte graziose e ricche di virtù

c’erano attrici, commesse e le veline

insomma un paradiso … che bambine!



E lui il padre eterno ne godeva,

di ste bellezze Lui se ne beava.



Fatele entrare, portatele giù in fondo

che questa sera facciamo un po’ di festa.



niente di che una chiacchierata e dopo

a fine di serata facciamo quattro salti

e dopo a letto, senza peccare mai

naturalmente, se è vero amore

non è mai peccato, e se non è amore qui

davanti a me dove lo trovi se non in paradiso.



Ma anche il padre eterno può scordarsi.



La Guglielmina sentendosi tradita

stava aspettando , non era spazientita

e poi siccome era passato tempo

stava mangiando sporcandosi anche il viso

qualche buon cibo quello di paradiso.



Fu vista a caso proprio dal portiere.



chiamò il gran vecchio che era un po’

Impaziente e lui arrivò col viso rubicondo.



Cos’è sta puzza aprite le finestre,

non v’accorgete che qui ci puzza l’aria

chi è sto lordo che non s’è mai lavato?



E Guglielmina timida e ossequiosa disse:



Dolce signore son io, che mi sono offerta

per il desio di restarti accanto,

e per potere dimostrare amore,

da quando sono nata

solo per te non mi son lavata,

solo per te mi sono

conservata poiché io sposa

in te mi sono consacrata.



Il grande vecchio ch’è di palato fine

poco gradì l’invito della vecchia.

E io con tutto questo bene mio

dovrei cercar sollazzo co sta pazza

ma guarda questa che s’è messa in testa.



Chi glie la detto di non darla mai …

A novant’anni chi vuoi che possegga

proprio perché non l’hai data mai.

Tu stai punita,

Io per stasera vado a divertirmi, con tutto

Il bene mio che m’attende …

Mettetela la in piazza alla fontana a

sciorinare i panni, tende e le mutande.



Fategli un bagno, mandatela all’inferno.



E adesso vado che io sono atteso,

non sono attratto dalle false sante,

in paradiso se ci vuoi andare

un po’ di bene al mondo devi fare e

poco dopo se ne  andò a dormire.

sabato 1 ottobre 2011

FIGLI.

Figli di un dio ch’è nato senza padre,

senza una madre,

che gli insegnasse

a fargli fare il figlio

e lui si perde sempre …



Come foglia al vento

dimentico di fare il suo dovere

poiché nessuno

gli l’ha insegnato a fare.



E noi che siamo

polvere nel vento

perdiamo tempo

a chiedergli ristoro

che so un consiglio,

oppure un filo d’oro

che ci colleghi nei

momenti amari

magari al raggio di quel sole eterno

che nasce il giorno …

e dopo ci fa notte.



Ma lui non sa non lo può sapere

quanto ci fa bene …

una carezza e nei giorni tristi

solo un sorriso,

ed uno sguardo dolce.



E lui … che non è stato figlio

pretende figlio,

e non è stato padre

soltanto quando

è stato venerato

ed anche questo non l’ha meritato.



Neppure quando

doveva dare un segno

e poi l’ha fatto diventare …

un sogno,

soltanto fumo,

e proprio niente arrosto

nemmeno per i poveri

e i morenti.



Facendo dei suoi figli dei perdenti.



Io non lo so se ha

fatto proprio tutto

e per davvero non

me ne importa niente.



Ma quello che non riesco

mai a capire

è perché adesso

( e tu non te ne accorgi)

stanno bruciando proprio casa tua ,

stanno uccidendo

tutti i figli tuoi

e manco adesso mostri

un po’ di orgoglio

e non sai farti neppure rispettare

ma per mandare

disgrazie e distruzioni

e fame guerre e malattie infami

su quella gente che vuol persino amarti

allora si segni qui la tua presenza,

ma forse

è questa la tua vera essenza,

farla pagare a chi non c’entra niente.

La Confusione

Mi piacerebbe, ma solo dopo morto

rinascere lanterna,

soltanto un pezzo della vita eterna,

e fare luce in tutti i posti bui che

son nascosti a quelli come noi.



Lo so, lo so sono un pò perverso,

ma forse un prete piscia un po’ diverso

da come piscia un povero cristiano ?

Magari che ne so un prete maschio

che mette sempre delle lunghe gonne

piscia seduto come fan donne?



Una curiosità così per sfizio per dare

indicazione al Santo uffizio che tutti

quanti facciano lo stesso, perché

altrimenti sai che confusione! …



Chi piscia in piedi e chi sta seduto

e dio non voglia che per na pisciata

il santo paradiso sia perduto.





E poi magari proprio in pieno giorno

sentire urlare, nella stanza accanto

quella che sta vicino al santo padre

La suor Maria che mentre sta pregando

sentirle dire: forza sto venendo!

e la novizia ch’è di primo pelo,

risponde con rispetto … venga pure!



Si scopre appresso, ma dopo aver goduto

che suor Maria era in compagnia,

di un giovanotto che aveva preso

i voti, e per rispetto de la democrazia

concesse il sacramento a La Maria.



E ci fu giorno …



In tutto il suo splendore il Benedetto

venne ripreso anche al gabinetto

Alla T . V locale e una creatura che lo vede male

Grida a sua madre … Guarda che maiale

Ma quello è il papa che ti sei ammattito

resta in ginocchio e bacia il crocifisso

e mentre il papa si alza le mutande.



Quante ne sanno queste nostre nonne

Quante ne han fatte queste nostre mamme

E quelle donne della borghesia

dedite sempre all’opera pia

non perdon tempo nel confessionale

per fare in fretta un colpetto e via

tanto i peccati sono sempre uguali

basta uno sguardo e ci siam capiti

solo i mariti restano allibiti

quando capiscono d’essere cornuti

ma son contenti quando il contendente

veste da prelato e lo perdona

per essersi arrabbiato così tanto.



Farlo col prete non è mai peccato

e il paradiso te lo sei comprato

manco coi soldi, ne con i mezzi tuoi

ma con tua moglie per grazia ricevuta

e manca poco che la fanno santa.



E di Natale che è notte della festa

son tutti in fila, non ne manca uno

Ci vanno tutti governanti, e preti,

ci vanno i sindaci, e professionisti

parlamentari e donne di palazzo

il farmacista , la figlia del droghiere

c’ è chi la tocca e dice le preghiere.



Entrare nelle stanze del potere,

e nella mente degli uomini si stato

indaffarati a farci sempre fessi,

e dentro i letti con donne

mal vestite poverine

con gonne corte e reggi seni nani,

le zinne fuori per stare all’aria aperta

con deretani nudi

che sembrano scoppiare

sempre di gioia o forse d’allegria.



Ma un poveraccio seduto

sul sagrato si sta guardando

com’è combinato si vede dietro

e resta senza fiato,

quando si accorge

guardandosi per bene …

E dopo esclama .. va bene si che io

Io mangio poco … ma nascere

persino senza culo …

giovedì 22 settembre 2011

AL POSTO SUO

Son come fate

le luci nella nebbia

vengono a volte,

e a volte se ne vanno.



Senza parole,

ti fanno capolino

danno illusioni

e pongono domande

le cui risposte

son sospese ai sogni

di quelli che camminano …

da sempre, fra le foschie



Cosi …

Le mani in tasca

e nelle tasche niente.



Mentre, la mente si adegua

e quella nebbia

che prima stava fuori.



Entra negli occhi passa

dentro il cuore

e si dimentica

d’aver vissuto un sogno,

riposto nel cassetto …

di una vita

passata fra i

cancelli d’officina

scomparsa da quel posto

una mattina

ed al suo posto

adesso solo nebbia

e dentro il corpo c’è

tanta tanta rabbia.

venerdì 9 settembre 2011

IL BUS .N° 60

In questo autunno

che sa caldarroste

e si confonde …

con l’acre odore

di una nebbia fitta,

c’è chi cammina

in cerca di una luce,

floscia e lontana

come una vecchia meta

nascosta fra i cappotti della gente

dentro i cappotti non ci trovi niente.



C’era una volta e adesso non c’è più

la voglia matta di fare due risate

il gusto vero di una passeggiata

una ragazza … e passi la serata.



I vecchi tigli sedati dall’autunno.

I pioppi alti che perdono l’orgoglio

legati dal catrame di città.



Fra vecchie case grigie come il fumo

dove passando all’ora delle streghe

un bus fantasma, apre le sue porte

ed entra solo il vento e qualche foglia.



La vecchia gente vestita da lavoro

sta sotto i ponti a ricercar ristoro

l’unica immagine che da serenità

è il cartellone della pubblicità.



Che dice a un vecchio che muore

su una panca, se bevi birra …

Avrai felicità.

martedì 30 agosto 2011

SE GIUSTO FOSSE ... L'ESEMPIO


Ci commuoviamo …

Per un uomo in croce.


E questo è giusto.


Non trovo da ridire.


Ho visto uomini, piangere davvero

donne prostrate camminare chine.


Quanto dolore per un uomo in croce …

E questo è umano doveroso … esatto.


Ho visto bimbi di colore nero …

Prima violati, picchiati messi al muro

e dopo uccisi nel mare del silenzio.


Ho visto zingarelli maltratti

Senza una scuola, e nulla da mangiare

messi come bestie fra i cartoni, bruciati

dalle stufe, o messi al rogo.


Ho visto figli delle terre

nostre senza le scarpe

giocare fra i rifiuti

di città.

E poi a .

Natale con i piedi freddi

con tavoli imbandite di pietà.


Ho visto uomini morire in pieno

Inverno su le panchine

e sono morti

senza compagnia,

talmente freddi

da non sentir dolore.


NEPPURE QUELLO DELL’AMARA MORTE


E questa gente è morta dopo anni …

di sofferenza e sempre sempre in croce

dimenticati, dall’uomo e dal buon DIO.


Eppure l’uomo che aveva visto tutto

che ha pianto sempre

un uomo messo in croce


HA FATTO COME IL PADRE



S’è dimenticato di salvare il figlio .



Come quel giorno aveva fatto DIO



giovedì 28 luglio 2011

LA NOTTE

La notte è il buio

È il non sentirsi vivo

Cercare luce dove non ce né.



Dove i pensieri diventano ululati

incubi i ricordi abbandonati.



Dove si stringono i viali della vita

e gli alberi svaniscono al passaggio.



Sui davanzali soffrono le viole

e poco dopo si lasciano morire.



Troppo deluse per sentirsi vive.

venerdì 1 luglio 2011

La pioggia ...di sera

E piove …
ma non è mai silente,

racconta ad ogni foglia un tema,

ad ogni ramo una litania,

ad ogni petalo di rosa nel giardino

racconta i sogni di chi non sogna più …


Non è discreta …

Nemmeno il tiglio,

che emana il suo profumo

ed apre al cuore a la tua gioventù

che a passi svelti sorridendo spare

girando il capo lasciandoti un sorriso.


Quanta amarezza sentirla andare via.


Ma restano i profumi ed i ricordi,

odore di capelli sotto l’acqua,

la goccia che dal pino scende avara

ed il rigagnolo che scorre sotto i piedi

le corse inutili finiti sotto un ponte

là dove l’acqua non si fa tradire.


Il rimmel sotto gli occhi che ti cade

ed il rimpianto di non averti amata.


E chi lo sa… se fosse stato amore …

Eppure io t’ho trasformata in fiore.

In questa primavera un po’ riottosa
dove i rumori diventano amarezze
ed profumi diventano ritorni.



Io sento il merlo che fischia tra le foglie
e i nidi sopra i rami fan starnazzi
i passeri lasciati ancora implumi …


Gatti randagi bagnati sotto i tetti,
s’asciugano fra loro e fan l’efusa


Ed  i boccioli di rose fanno a gara
a chi per primo raccoglie
nel suo cuore
le lacrime del tempo, ch’è passato

                     ma …

E’ solo pioggia che cade sopra i rovi.
e su le viole …

… sopra i passi

che questa pioggia adesso ha cancellato

mercoledì 1 giugno 2011

SUL VIALE DEL TRAMONTO

Abbandonate ... pagine ingiallite

giocano col vento,

quasi a primavera

quando il cammino all'ora del tramonto

si fa più lento faticoso e stanco

e ti vien voglia d'inseguire un canto

una sirena dimenticata un tempo.


Strani miraggi quando il sole cala

e la saggezza quasi t'è nemica

ed  i lampioni che sempre danno luce

ti offuscano la vista della vita

e quei sorrisi, le voci e le carezze ...


Son foglie secche finite sull'asfalto.


E tu hai voglia di andare più veloce

ma il passo tuo resta sempre uguale

è questo il sogno che ti fa più male.


Non vedi l'ora di finire il viale

LA SOFFITTA DI PINOCCHIO

Stanno in silenzio
e sempre appesi al muro
i miei pensieri, i miei ricordi
e i giochi miei del cuore.

Li ho messi in fila
per farli  stare insieme
per non lasciarsi,
amarsi fin chè il sole
ha voglia di contar le primavere
e fin chè il canto di un passero

              in amore,

ha voglia di suggere da un fiore
la goccia di quel lago di rugiada.

Nella soffitta son timide le luci
si posano sui volti di bambole in bisquit
come se fossero petali di fiori
magari una gardenia,

       od una rosa bianca

che dona luce ad una dama stanca
che fu tradita la notte a luna spenta

Loro hanno tutte legate

           con un  filo

appeso al collo, solo un biglietto ...

                 un nome.

Labbra socchiuse che attendono risposte
ad occhi  chiusi aspettano  un amore.

Attende Elisa, che impallidisce a un bacio
e poi Maria che attende ormai da tempo

solo un pensiero che non arriva mai

e poi  Valeria, che ha spento il suo sorriso
e dopo Gemma che sola aspetta un figlio.
e lacrima in silenzio con voce assai sommessa

E lui Pinocchio ...
che non ha avuto amori
dorme da solo con  la sua fata accanto
che quando piange muta di colore
perde il turchino, per farsi grigio mare,

ed ogni tanto cambia posto al cuore
perchè non soffra e viva un'altra vita.

Pinocchio vede ... ma è già passato il tempo

anche se tempo l'amore non nè ha.

venerdì 20 maggio 2011

VOCI ... DENTRO

Voci di un tempo,



sempre più a ritroso



riempiono  i pensieri di ricordi



villaggi nati ieri e fatti vivi



quasi d'incanto,



a volermi dare un segno





Voci da un campo,



da un prato



da una finestra,



da un angolo di strada



un lamento forse anche un guaito



o il pianto di un bambino



ch'è perduto



cerca un abbraccio



di una qualunque madre



basta un sorriso ...



per non sentirsi solo.





La voce è un canto,



un richiamo a casa



come il profumo di  un rosso melograno



una cicala ... il frijo di un rondone



o un'ape buona che passa e t'accarezza



quasi che fosse di una farfalla l'ala.





Sento la voce di un profumo antico



del vento di campagna sopra il grano



la terra calda arsa sotto il sole



e la frescura degli ulivi  nuovi



ancora bimbi per



donarne il frutto.





Le voci ...



e voci delle nenie e di canzoni



che son scritte sui muri del passato



            suoi cuori



e sopra i  volti di tutti quelli



      che sanno tutto



e che non dicon niente.





Le voci delle rughe,



      e degli sguardi



di chi da sempre s'è messa ad aspettare



che prima di campare e di sperare



resta sotto il sole ad aspettare.





e son rimasto li sin da bambino



a sentir voci  che non so scordare



            neppure adesso



che me ne posso andare.

mercoledì 4 maggio 2011

A PEPPINO DI VITTORIO

E' terra arsa, è terra fatta amara.

Questa mia terra antica ed orgogliosa

ch'è  fatta serva dai baroni infami

che voglion solo un signor ... gnor si.

Sempre miseria fame e bastonate

ai figli della terra senza mai pane

e poi trattati a servi della gleba

senza il diritto di stabilire un prezzo

senza contratto per rendere più merce

la propria stima la propria dignità.

Occorre ribellarsi alle bestialità !

 all'arroganza,  dei grandi proprietari

dalla violenza, dalla povertà,

da questa fame ingiusta e senza senso...

IO QUI LO GIURO .. CHE SINO A QUANDO

AL MONDO SARO' VIVO

NESSUNO PIU' DOVRA' SOFFRIR

LA FAME CONTRO IL POTERE E

LA SOPPRAFFAZIONE 

LOTTA PER SEMPRE E PER L'UNITA'


Come ti chiami pezzo di pezzente come ti permetti

alzar la tua voce, davanti a un conte di regia discendenza!?


SONO UN CAFONE MI CHIAMO

DI VITTORIO MA SON MODESTO

CHIAMATEMI PEPPINO

e quan'è cre tutt a fatichè

IL SOGNATORE

Ma quanto è immenso

questo mare mio,

senza confini

e senza vere sponde ...

Ne isole lontane su cui posare

un sogno od  un pensiero

anche lo sguardo non incontra fine

immagini distorte di un confine

che fra le nebbie avvolte

dentro un sogno

giocano col vento a far sirene ...

 canti  di un tempo di vaga gioventù

sono gabbiani che non tornan più.


Ma quanto è nero questo mare mio

avvolto su stesso come un fiore

che non ha voglia di sbocciare al cielo

il cui colore si spegne come un sole

che stanco del suo giorno già finito

chiede alle stelle d'esser sostituito.


Ma io che sono

soltanto un sognatore

vedo sull'onda ...

Un  vecchio contadino

infondo ... la ...

al tramonto

col  volto amaro

laciare al cielo

il salto di una falce.

Le ali in volo di un sogno già finito

sabato 30 aprile 2011

ORTI E MAGIE

Stanno negli orti profumati di sole

a gracchiare i rospi le rane, e lucertole

sui sassi pigri e bruciati scottanti

dal caldo di sempre

ormai senza ombre

senza ristori di sorta ....


Speranze andate consunte,

fra l'inedia e l'abbandono

di sempre ...

fra inutili attese e ansie

finite rinchiuse

a riccio nei cuori.


Timide chiocciole del tempo ...

respirano

quasi a fatica

attendono fra molti motivi ...

un fruscio di timida pioggia

che cade,


 e scopre senza volerlo,

che smuove pezzi di vita nell'orto,


e vanno al riparo per non

farsi sorprendere del tutto

 dalle cose mondo


e scruta

da un 'angolo quasi sicuro ...

il riccio... l' amantide ... il rospo,

ed il grillo che ha

smesso di farsi cantare.


Il geco nascosto fra i rami

la migliavacca sta attenta,

la rana fa la guardia a i girini.


Nel casale coi topi nel grano



mentre il sole riprende

a sdraiarsi sulle tampe

... di terra bruciata.

venerdì 29 aprile 2011

CAMPI ...

E  LUI ... è lontano scompare davanti

alla fame ... l'ingiustizia...

abbandona ogni cosa

e si dirada davanti alla rabbia di donne

che strigono al petto

le vecchie carcasse

dei figli colombe ignare

della loro fine

del loro olocausto.

Ed è tanta ... profonda

la mia amarezza

che annego fra lacrme

e sangue gettate

seminate nei campi d'accoglienza

simili di più ai campi della vergogna

della morte e dello steminio

dell'uomo sull'uomo.


Dove se pure non fumano i camini

l'odore la puzza di morte

è la stessa

l'indifferenza è la stessa ...

i morti sono uguali

 e son tornati più scarnificati

che mai persino le anime vaganti 

di Levi di Tzevi, di Davide

e Giuda a gridare lo scempio

che han fatto dei servi,

le donne i bambini e i vecchi saggi

 andati a fare concime in terre sterili

dove ogni fiore ha paura

di dare i suoi frutti.



Ma Lui è lontano un puntino infondo

ad una notte che dura,

da quando la ragione

s'è perduta con la pietà, con

il cuore ucciso

dai sassi dell'ignoranza,

lanciati  dalle bestie del potere.



La bestia non dorme mai.


E questo sole dopo il tramonto si scorda

di far rinascere il giorno

perchè Lui ha trovato

casa nel cuore dei potenti

e li difende

per  non essere sfrattato

giovedì 28 aprile 2011

L'INFERNO

E' l'inedia,

l'abbandono,

l'indifferenza.


In questo posto il sole,

 il profumo dei fiori

gli sguardi sereni dei bimbi

non hanno libero accesso.


Restano fuori ai cancelli


è vietato ... un sorriso, la gioia,

e i rami di questi giardini

vengon cullati ... da chi?


Non è vento,

non è urlo

è solo un silenzio ...


un lungo respiro d'aiuto,

che  non trova ristoro ...


     ...e continua.


Serpeggiano strani pensieri,



incubi  sempre viventi.


Senza un sogno

un sonno ... un riposo.


Tutto è un 'immane abbandono.


Spazi ricolmi di acque fetide

... senza speranza

non toglie la sete ...

ma uccide .


E sulle pareti divelte

le anime offese e silenti

vittime del loro dolore,

della sofferenza,

 del loro stesso odio,

delle loro delusioni ...

forse delle passioni.


Suicidi ... si  ma uccisi

dagli  scempi del mondo,

dai figli  infetti di fame,

dalle notti delle infami ingiustizie

dai morti uccisi

dalla eterna ignoranza

dal vuoto immenso.


Un uomo non si lascia mai solo

           se pure produce

l' ignavia  la sua intolleranza.



L'inferno è in un angolo

nico  nell'animo più grande

dell'intero universo,

dove coltiva con eterna amarezza

la sua solitudine assurda

coperta da orgoglio consunto.


Il vero maligno dell'uomo ...

Il diavolo vero

di tutto il male del mondo....


E 'il terrore di non potercela fare a riempire

le bocche e le menti

di chi metti al mondo

una notte ...

pensando di fare all'amore

e l'amore diventa disfatta ...

            dolore

delusione dell' Io

e si risolve in un  modo soltanto,

nel modo più antico del mondo


FARLA FINITA PER SEMPRE

SEI UN PESO TI DEVI LEVARE !


Appesi e abbandonati,

negli spazi divisi dal tempo

ruote di carri e carrozze

di principi illusi e delusi

vesti di donne divelte sedotte

inchiodate ai muri del mondo.


Serve violate e tradite regine

di vecchi castelli in rovina.


               SUICIDI ...

ma  per troppo  amore.


Convinti che senza un 'amore...

Un pensiero fisso del cuore

è meglio farla finita.


Dopo una lunga inutile attesa,

         ha deciso che...

       Tanto è l'amore

             che sente.

Ma nessuno mai coglie

che é meglio tenersi il dolore


         Che forse è vita ... chissà


Ma vengon puniti da  Dio

che senza pudore punisce chi muore

             d'amore ...

           e si uccide

Ed anche di là si viene gettati nel fango,

a coltivare la solitudine amara

di chi cercava l'amore ed invece

          è morto da solo ...

E neppure il suo Dio ha pietà.


  Da solo si coltiva l'inferno.


Ma l'inferno cammina in silenzio

e se pure  dovesse " Cantare"

più nessuno saprà mai ascoltare,

          ... il silenzio

       di  chi voleva sognare

venerdì 22 aprile 2011

COME ... QUANDO ... FUORI PIOVE.

Neppure sembra ... primavera

in questi  giorni intrisi di amarezza

grigi riflessi di corpi ...

di mantelline e pensieri.


E l'orizzonte sembra rifaccia

il suo trucco come una donna

disfatta dal tempo.


Le rughe nonostante i gabbiani nel cielo

 sono ripiene di un rimmel

che scende e lascia i suoi segni.


RAGADI SEVERE DEL TEMPO




Si sentono ancora i profumi

di ombrelli impregnati, rossetti

e capelli bagnati di pioggia

di giovani donne pentite

con cappelli che nascondono

gli occhi ...e sorrisi gettati

per caso ...nel mondo.


Odorante di borotalco di bimba

in attesa davanti al solito

bar della vita

che accendono sin dalla luna neonata

le luci d'insegne dei bistrot

che portano sogni a ragazze

che dentro ad hotel a due stelle


vendono sesso piangendo

e fan finta che è fuori che piove.


E raccontano dopo finito...


Quella volta davanti al casale

coi sorrisi ancora d'avorio

Come ... quando ... fuori

non spiove.

sabato 16 aprile 2011

LA RACCOMANDAZIONE

In una fredda notte di dicembre

nel campo di sterminio di Treblinka

un gruppo di nazisti senza cuore

fecero a gara a chi da qualche metro

       colpiva al cuore

una nullità chiamata Jakob.



E vinse Franz che gli tirò una bomba

e come premio una bevuta, insieme.


La vodka quando è freddo gli fa bene

         solo un bicchiere?

Ma si che fa ci siamo divertiti.


Jakob povero e inesperto, se pure

morto ormai da molte ore

lui non sapeva proprio dove andare.

Vagò per molto tempo in mezzo ai cieli

e chiese in giro dov'era il paradiso

ma era magro per giunta mal vestito

e con quel naso poi fuori misura

nessuno gli credeva e gli spiegava

la trada giusta, per trovare il posto.

E fu per caso che si trovò

davanti ad  un cancello assai protetto

c'erano guardie, con cani molto grandi

che proteggeveno  ed erano aggressivi

Venne il portinaio, un tipo assai elegante

volle sapere che ci stava a fare

con timidezza si mise a raccontare.


Sono Jakob , sono polacco,

        figlio di giudeo,

m'hanno ammazzato nel

nel campo di Treblinka, e m'han

trattato come un tiro a segno.


E' stato bravo sai ... m'ha preso

          proprio al cuore.


Ma son tre giorni che giro per il cielo

e ancora io non trovo il posto mio

sai forse dirmi dov'è che devo andare?


Il portinaio lo guarda con sospetto

gli gira intorno per guardarlo bene

e poi gli chiede senza alcun ritegno

i documenti per il paradiso.


Hai qualche carta, un documento scritto

o un biglietto di presentazione?

Magari solo un rigo, una registrazione

che intanto mi dimostri che sei morto,

mi basterebbe una telefonata, hai qualche

numero di persona in alto?

che so un prelato oppure un presidente

che attesti che tu sei persona conosciuta?

Per darti un posto degno in paradiso

per non farti fare il derelitto ...


No non ho nessuno e in tasca non ho niente

m'hanno portato via tutto quanto, il giorno

che man preso ed internato.


Proprio peccato sai non ci voleva

però ... però un mezzo ci sarebbe

per fare un po' più in fretta se no rimani

in giro a prender freddo,

Sai devo pagare spese, e dar regali

a quelli degli uffici, ai magazzini

e poi il soggiorno costa delle rette

insomma qui ci vanno le mazzette!


Ma non ho niente sono un poveraccio

e non ho avuto nessuno, un protettore?

non so chi sia, e in quanto a numeri

ho solo questo stampato sopra il braccio.

Mmmmm ... mi dispiace disse il portinaio

qui non c'è posto te ne devi andare e già

un bel pezzo che noi siamo pieni ...

Prova all'inferno vai a far catasta

con i pezzenti diventati ossa

E .... andare in giro con la bandiera rossa

ora lo sai perché non trovi posto.




'

venerdì 15 aprile 2011

LE MIE RADICI

Ma tu che non parli mai

ascolti e taci ...

        e non rispondi.

Non senti come scorre

       il mio dolore

che sembra un fiume in piena

e qualche volta ha voglia

         di esondare.

Perchè non senti ...

questa mia tempesta

che fischia urla e

    non si da pace

neppure fra  fronde, i rami, e foglie

che vengono trappate

       da un dolore

che strazia e infrage e uccide ...

           il cuore mio.

Ed io vorrei esser foglia secca

              al vento

Per farmi trasportare fra gli ulivi

dove i ricordi sono sempre vivi

dove le foglie degli immensi tronchi

regalano l'argento a tutto il mondo

ed io che sono foglia e argento ...

                  vivo

vorrei posarmi fra le radici sue

          sono radici ...

        son le radici mie

LUCI E VOCI

Come cantava bene quella donna

       che sciorinava

all'ombra di quel sole

      che all'ora

quasi del tramonto

poco per volta ritirava

          i raggi

e li poneva nel cuore

      della terra


Mentre la luna nascosta

      dietro i campi,

stava in attesa per splendere

         nel cielo

in compagnia delle stelle

         al ballo ...

e cominciavano a menar

          le danze

per fare nascere gli amori

         nelle strade

illuminate dai baci delle donne.

mercoledì 13 aprile 2011

CERINA E' LA MIA TERRA

Cerina è pigra

e si distende sin dal primo sole

poi si regala,

ai raggi seduttori

e s'imbianca vestendosi d'amore.


E  sente i fremiti

di un vento ammaliatore

denso dei profumi degli ulivi,

degli oleandri

e il grano in piena estate

che pettinandosi

con le spighe in festa,

mostra ai papaveri

come si fa all'amore.


Com'è ruffiana

Cerina in piena estate

con le sue strade accompagnate a fiori

sembra una donna pronta a fare sesso

e quando è l'ora di suonare al vespro

cantano in coro e sembrano gelosi

i campanili,

e c'è qualcuno che

vuol suonar più forte

come un bambino

per stare in prima fila.


 E poi i fantasmi

di una Cerina  antica

magari ombre, sogni senza pace

e voci, e luci e sguardi,

e poi carezze, e baci,

finiti chissà come in un cassetto

di cui non son padrone

perché il mio tempo

l'ha cancellato tutto.

Ma dentro me rimasto

un grande alone.

LA DISTRAZIONE

Sento la voce di una donna antica

davanti a una callàra piena dacqua

col mestolone che  solitario gira

ma l'acqua bolle senza nulla  dentro.


Il canto è dolce, racconta

di un bambino

che cerca della mamma

e  la non trova.


Del carrettiere  sciocco e sprovveduto

che poi finisce proprio in bocca al lupo.


Di una ragazza sedotta e dopo uccisa

finita in fondo al fiume con  un sasso.


La vecchia antica in fondo si commuove

per tutte queste storie di paese.


Sono le cose che fan parlar la gente.


Mentre la in tavola non si prepara niente

poi ci si siede e ci si guarda in faccia.

martedì 12 aprile 2011

QUARTO DI LUNA

Sta sopra i tegoli vecchi

di una casa ,

 se pure diroccata

 mostra  il suo orgoglio

dalle finestre con le persiane

rotte ...  si sente abbandonata.

Un vecchio gatto che miagola

alla luna, tentando di carpirne

i suoi segreti.

Ma lei è discreta e se ne mostra un quarto

nasconde le sue grazie  a tutto il mondo

come una donna se pure innamorata

si cela un fascino che non vuol svelare

e l'accompagna il vento della sera

ed il latrato di un cane abbandonato

il fresco andare d'un ruscello antico

ed una voce che intona litanie per  far sognare

un bimbo che non dorme,

perchè ha paura di non svergliarsi più

domenica 10 aprile 2011

IL GALLO.

Ma  come nasce lento

il sole stamattina

e stende pigramente

le sue mani

sulla collina,

che ai primi raggi

se ne sonnecchia ancora.

Persino il gallo orgoglioso

e stanco non sente più la voglia

di cantare, ed i colori del piumaggio suo

stanno perdendo quell'intensità

che han  fatto il giorno

in ogni tempo, persino ad ogni età.

giovedì 7 aprile 2011

IL VECCHIO ALLA BAMBINA

Passano gli anni ...

le primavere sempre profumate

di amori e fiori, e sogni mai svaniti

magici pensieri,

forse di ieri ...

magari di domani.

Le primavere ...

Sono pesanti,

macigni enormi

che nessuno vede,

ma sento ... certo che li sento.

Le primavere diventano le sere

che lentamente figliano mattine

ma son mattine ...

che non fanno giorno.

E le tue mani leggere come  fiocchi di cotone

 tengono al caldo le mie mani fredde

e il cuore che si scioglie

come la neve

a dolce primavera ...

Quando soltanto mi chiedi di volare.

Vorrei rincorrerti

io non ce la faccio,

ma  ti seguo

con i miei pensieri,

la volontà arriva solo al cuore,

e poi si ferma .

Con i miei occhi

non ti lascio andare,

proteggo i tuoi

sorrisi dal dolore, dalle delusioni

da quegli inciampi che posson farti male.

E poi ti spiego che ogni fiore vive

se non  lo stacchi mai dalla sua terra.

Darà profumo sino a quando il mondo

avrà un sorriso dolce come un  fiore

e ci sarà un giorno come tanti

che di spiccare il volo sarà ora

ma per adesso stammi accanto AURORA

domenica 3 aprile 2011

COLORI E PENNELI

E non filtrava il sole la in soffitta

le ragnatele sì eran fatto il letto

ad ogni angolo un posto

      per dormire.


S'abbandonavano senza mai

stancarsi e insieme al vento

     facevan l'altalena.


E nella stanza profumi  di colori

dimenticati sulla tavolozza

odore d'acqua ragia e poi  di lino

l'olio che serve a dare un senso

                 a loro.


Gatti randagi sopra l'abbaino

ed i pennelli che stanno in dolce

                attesa.

Aspettano in silenzio

che il pittore, torni a soffrire

      davanti ad una tela.


       Ma sono grigie

le tele abbandonate

aspettano silenti

la apppogiate

in un angolino contro il muro

... e si vergognano

riempite come sono

di polvere  ricordi, e delusioni,

pensando a quello

      che sarebbe stato se

 qualcun altro  le avesse pitturate

venerdì 1 aprile 2011

MA NON FINISCE IL MONDO

In questi campi dove cantava il vento

       e pettinava il grano,

papaveri rossi davano speranze.


Ed orgogliosi stormi andavano

una volta verso il sole.

Senza timori con canti  e balli

     dedicati al cielo.

Ed i ciliegi fiorivano all'amore,

ed i germogli si davano al futuro.


Poi venne il buio, poiché l'uomo

       fu dimenticato

     mentre moriva

dal fuoco d' Hiroshima,

ucciso dal suo mare e dalla terra

           che svegliata

     dal suo stesso sonno

decise di cambiare posizione poiché

dormiva con la pancia in aria

ormai da troppo tempo.


L'ha fatto per sgranchirsi.


E mentre l'altro definito un uomo,

come se fosse gramigna sulla terra

ha seminato morte con le bombe

ha reso sterile la sua propria madre

donando fame sete a tutti i  figli

e si è arricchito a danno dei perdenti

         che mangiano terra

         e bevono sudore

 muoiono di fame anche nei posti

        dediti allo spreco.


L'uomo è  fantasma si perde senza meta

            si cerca sempre

          non si ritrova mai.

Preso in berlina dai potenti infami



In questo mondo preso d'agonia

pochi spiragli ed ingordigia tanta

e proprio quelli che

l'han ridotto  in coma

senza pudore  senza alcun timore

vanno dicendo a tutti quanti in coro ...

e poi facendo un grande girotondo

che si è vero  abbiamo fatto questo

...ma non ... FINISCE IL MONDO

E intanto  l'uomo si sta cercando ancora.

Sarà anche vero che non finisce il mondo

       MA SENZA IL SERVO ...

      TU    NON DIVENTI RICCO

           E NON SEI CERTO

    DI RIMANERNE FUORI

mercoledì 30 marzo 2011

OLIVE NERE .... E PANE

Tredici gradini e sino in fondo

          la luce stanca

      per farti compagnia

         finiva proprio li.

Dove la terra comincia a pavimento

dove ogni ombra cammina con vergogna.

Dove ogni voce ti abbraccia come

              come il cuore.

Forse una mano con un grembiule addosso

dove ogni passo cammina dentro un fosso

dove ogni grigio ha una sua ragione.

    E la ragione non si trova mai.

    E si va caccia della fantasia.

Ci si fa ricchi pensando ad un domani

          che non arriva adesso

             ne tanto meno mai

      e per finire bene la giornata

attorno al desco senza una tovaglia

          si gioca a far le cene

ed ogni tanto scappa una bestemmia

      come sempre si mangia

            nelle amare sere

 soltanto pane con le olive nere


      

sabato 26 marzo 2011

L'angolo della poesia.

C'è solo un posto

dove vivo ancora

dove ritrovo il gusto dei pensieri ...

La fantasia vissuta sino a ieri.

Anima i sorrisi della vita

vissuta a sprazzi

ma non per colpa mia.

Dove i dipinti riprendono colore

e dove alberga la speranza vera.


 Dove i fiumi che corrono fra i boschi

diventano ristoro per i sogni

uccisi quasi sempre dalla vita.

E la in un posto nascosto dentro

il cuore, c'è un angolo

che quando scrivo io

ridà fiducia ancora alla mia via

è questo l'angolo della mia poesia

venerdì 25 marzo 2011

PER TE SIMONE

Dorme Simone

chissà che cosa sogna

sospira e stringe le manine

e lui fa i pugni, e se lo guardi

bene muove le pupille

anche se adesso tiene

gli occhi chiusi.

Bravo angioletto  stringi

forte i pugni non farti mai

rubare da nessuno il grande

sogno diventare un uomo.

Mantieni dentro il cuore

e dietro gli occhi

i grandi sogni

che fanno solo i bimbi

che molti adulti

hanno dimenticato

insegnagli anche tu

la gran lezione per il futuro

per cambiare il mondo

è necessario avere

un grande sogno

essere bimbo e diventare grande

come il pugnetto

stretto di un bambino

perché in quel pugno

è stretto tutto il mondo

martedì 22 marzo 2011

UNA SERA D'AGOSTO

E' luna d'agosto ... al balcone

seduta sulle verdi colline ...

di sera.

Guarniva di una luce serena ...

le stelle,

che occhieggiando

annuivano al calmo fiume,

sempre più lento.

Andava lontano e cantava

una vecchia canzone d'amore

e all'ansa voltando perdeva

pian piano la voce.

Come un ricordo

ch'è vivo ... e svanisce, si fa più lontano.


C'erano occhi e sorrisi,

balli e sguardi felici,

ma finti,

maschere folli ,

e strani profumi e poi fiori

garofani sopra i balconi

a colorare una notte che aspetta ...

il mattino

che arriva a piedi  ma in fretta

più in fretta del tempo che passa,

e lascia sul catrame d'estate

la carta argentata dei tempi.

venerdì 18 marzo 2011

MONOLOGO ALLA LUNA

Tu sembri avere un volto di bisquit

un volto pallido,

con le gote rosa

anche i ciliegi

cambian di colore.

Sembri danzare,

in questa sera strana

quasi ammiccante

...il corpo di un' amante,

che prima s'offre

e dopo s'allontana,

e viene il vento che agita le foglie

ed  è un fruscio,

che scuote i miei pensieri

mentre accarezzo,

con un sorriso il cuore.

Il mio stavolta ...

perché non c'essuno

nemmeno un gatto

che passa per la strada,

soltanto tu ... luna che

ad ogni appuntamento

sempre puntuale,

per poi lasciarmi solo.

Ma io lo so perché tu sei discreta,

e mi permetti di fare viaggi

che mi stanno a cuore,

per poter dire a quella terra mia

quelle parole che si dicon solo

ad una donna quando t'abbandona

Mi manchi ...

mi manchi amata terra mia.

Con che profumo stasera sei adornata

arriva sino a qui in questa terra

che di profumi

ne  ho sentiti pochi.

Ma questa sera nonostante amara,

tu fa una cosa ma fallo per amore,

lasciami cantare a questa luna in cielo,

l'unica canzone che conosco,

una poesia da dedicare a un cielo

dove le antiche bambole, son stelle

che stanno in sottoveste  per amore.

Perché la è caldo e quella è terra mia

lunedì 14 marzo 2011

IO GIUDA

Io prediletto, Suo discepolo

... mai scaltro!

dedito a lui, al suo pensiero,

alle sue smanie.

Segnato dal Suo stesso amore,
 
dalla sua follia!


Ma quanto è conscio l'uomo

delle sue miserie, delle sue povertà

della sua indifferenza,?


Della sua solitudine, della sua

semplice e inutile umanità.


Servi noi tutti quanti ed anche Lui !

delle  Sue passioni, delle Sue convinzioni

della Sua bontà.


Forse, e dico forse ero l'unico a non volerlo

appeso a quella maledetta croce.

con sotto i suoi adepti incapaci

di ribellarsi ... vuoti senza volontà

taciturni davanti allo scempio fatto

a un corpo chiamato per nome ...

sotto voce che nessuno sentisse

proferire un nome ... il Suo nome



VIGLIACCHI, BUGIARDI!

FALSI E IPOCRITI ...

SERVI DEL LORO TERRORE

PAURA DI MORIRE ECCO

COS'ERA!


Ben mi ricordo le facce e le espressioni

degli altri,

terrorizzati, pallidi, senza parole

e pure Pietro moriva di paura ...


Tommaso si ... era l'unico  capace

di stare al passo con questi  pescatori

senza senno straccioni nella testa

come tanti ...

come tutti quelli

che senza tema speravano in Lui

nella rivolta,

l'unica speranza

di morire

con la dignità dei viventi

il vero dittatore,

il traditore è stato Lui

che ci ha bruciato tutte le speranze,

e tutto quello ch'è stato un fallimento

l'han fatto diventare religione, un rito

un prego, per giustificare la paura

ed il timore di diventare uomini

senza il permesso di un presunto DIO

Scappato quando ha visto il figlio morto!



Certo che per me ora che

vedo il mondo dall'alto di una quercia

tutto sembra chiaro.


Ma sono stato tradito pure io,

avevan promesso di non sfiorarlo

neppure con dito!

ma come sempre accade

hanno cambiato idea

ed io mi son trovato senza volerlo

col marchio dell'infamia sulla pelle.


E' solo invidia

E' STATA MAI GIUSTIZIA !


Trenta denari fanno bene a tutti ...

Tu pensa ...

Ora diranno, e senza prova alcuna

E A TUTTI QUANTI !

che mi sono ucciso

ora è suicidio anche l'assassinio

e chi mi ha ucciso

l'hanno fatto santo ed i danari

son finiti in gloria.


Ma quali cieli azzurri, e paradisi

sono tre giorni, tre notti

che da qua sopra

vedo volare insetti, d'ogni sorta

e ancor più in alto rapaci  e avvoltoi

che vogliono nutrirsi del mio corpo.


Prendete pure questa anima mia

negletta e rifiutata

anche da chi

un dì la donò facendo oblio

del mio futuro che pur conoscendolo

decise che io comunque facessi

quel che ho fatto !

Ma quale gloria, quale onnipotenza!

Hai chiuso gli occhi e t'hanno ucciso un figlio

persino io che non son nessuno...

Ho messo la mia firma sulla morte.


Sempre han cercato, i capri espiatori

come i romani per eliminarlo

dappoi i giudei,

popolo eletto e poi dimenticato,

legati a un rabbi da cui divincolarsi

scomodo certo ma anche dissidente

e poi decisero gli stessi appartenenti

che un uomo vivo qui non serve a niente

meglio rispedirlo al suo parente.

e fu così provai a liberarlo dalla catena

che stava per strozzarlo, meglio in galera

che ucciso come un cane.

Furon gli scribi e  qualche suo " Fratello"

a fargli fare la fine dell'agnello.

Metterlo in croce per farlo fare santo

meglio un sudario ... che farlo stare vivo.


Persino ...Maddalena era d'accordo

lei lo sapeva e lo voleva vivo ma come sempre

l'hanno derisa, e le hanno offerto

soldi per stare zitta oppure lapidata.

E il traditore adesso sarei io ...

I SOLDI IO LI HO RISPEDITI INDIETRO

ADESSO STA RUBANDO IL SANTO PIETRO.


Quel giorno sotto la croce, con Lui

ancora in agonia, vendevano sementi

e fichi secchi e poi dei pani focacce

e molto vino, troppo vino gente che

urlava e poi sbraitava, con prostitute

che offrivan il loro corpo con prestazioni

fuori ed ogni costo, ed i soldati facevan sesso

sotto quella croce, con i "Fedeli" zitti

mai un lamento è stato questo

che mi ha ucciso. Giuro !,

E il traditore adesso sarei io!

CAREZZE

Vorrei carezze

in questo mese freddo

che si nasconde

dietro grigie case

vissute un tempo

quando la mia ombra

restava dietro e

non mi raggiungeva.


Vorrei carezze

che non mai vissuto

che son rimaste fra foglie e petali

di fiori abandonati sopra

un sorriso

che dopo avere

navigato a vuoto,

decise d'involarsi

in altri lidi, dove

i tramonti son diventati

tristi e giorni belli

non sono nati mai.


Vorrei carezze che non sono nate

e quelle morte rimangono sedute

sopra le foglie

e se li porta il vento

senza rumori e senza cofusioni.


E quando il vento preso ...

chissà perchè dalla nostagia

lascia i profumi,

di labbra profumate

di ciocche di capelli un pò bagnate.


Non sono lacrime

ma inutili risate

che sento ancora

e sono nostalgia

cerco carezze

che non ci sono più

L'ODORE DI STAZIONE

Era lontana ...

la stazione di paese

veniva accompagnata

metro, metro

da quei lampioni

venuti dal passato

la luce fioca,

timida, impacciata

che salutava,

e non se ne curava.


Il diserbante odore acre forte

si confondeva, nell'aria ...

odori di cavalli, e poi del grano

che in pieno luglio arride,

assieme ai campi coltivati

a uva, e fichi.


E gli occhi miei in lacrime di sonno

vegliavano in silenzio

il mio cammino

inconscio si...

ma tanto innamorato

di un caldo abbraccio

che adesso non ce più

lunedì 7 marzo 2011

LA BONTA' DIVINA

S'era portato la testa fra le mani

stava pensando...

che forse qualche errore

l'aveva fatto nel creare il mondo

ma ci voleva la severità

con l'uomo appena nato

è come un bimbo

se gli dai corda e

non gli insegni bene

capace che ti manchi di rispetto.



Ma quella Eva poi appena nata

mostrava troppe volte vanità

sino a confondere quella mia fiducia

con il diritto di scegliersi la frutta

ma cosa le costava darmi retta

invece di una mela,

un'altro frutto

che  so una pesca, un fico, una peretta

l'ha fatto solo per non darmi retta.


E questo m'ha mandato fuori testa

ma come faccio a perdonare un fatto

che mette in discussione il mio potere

e poi una donna che, gioca con

la pelle del sedere ... la mia poi,

e non di qualcun'altro, e io mi sono

di giusto vendicato.


Adamo poi quel pezzo, di minchione

lui lo sapeva che non doveva farlo

ha mangiato si ma quel boccone

non ha mai fatto a tempo ad ingoiarlo

e gli rimasto  dentro il gargarozzo

è ancora la e l'ho chiamato pomo.

Se lo ricordi! che con la donna

deve fare l'uomo!

ma che cos'è ...

rapporto paritario ...

faccia il padrone  e non il missionario!


E li ho mandati raminghi per mondo

salvandomi il giardino delle gioe

se caso mai sarebbero rimasti

avrebbero mangiato tutti i frutti

e il mio vigneto sarebbe andato in fumo.


E han fatto figli di cui un

un bell'imbusto, che m'ha ammazzato

l'unico del clan, che mi donava

quanto io chiedevo, haaa !

quel Caino proprio

un debosciato!


E lo'ho trattato

come meritava ... faccia lo zingaro

e per eterno vaghi, venga seguitato!

per questo l'ho segnato e ripudiato.


Ti sembro giusto? o mi sto sbagliando ...?


Ho fatto bene a farli tribolare,

a farli lavorare, ed ammalare,

lasciarli senza bere

gli ho dato terre che per rassodarle

ci son volute le generazioni,

devo dire che son stati bravi,

se la son cavata i ragazzini.


Però ... però volevano

sentirsi indipendenti

e sono diventati impertinenti,

invece di pregarmi e ringraziami

si sono messi a fare i prepotenti.


Ed io per dagli una lezione

gli ho fare la torre di Babele,

che confusione !


Con lingue nuove, dialetti assai diversi

ed hanno cominciato a guerreggiasi,

ho seminato l'odio la  diversità

soltanto per amore di me stesso..


Ed hanno vinto

da sempre i prepotenti,

e i meno avvezzi alle uccisioni e ai morti,

sono finiti per somma mia giustizia

a far da servi ai ricchi

ed hai potenti ... che provino adesso

a mangiucchiar le mele

nate nel giardino del padrone.


E se qualcuno soffrirà la fame,

non è poi male , solo un effetto

il collaterale.


Non voglio la morale sui bambini

è troppo facile usarli come scudo

dicendo che non hanno colpa alcuna.

Gli errori dei parenti e genitori

ricadano sui figli, e cosa serve

il peccato originale.

Se sbaglia il padre ... sia punito il figlio!

se no poi cresce e si comporta uguale

meglio tagliare il male alla radice,

non si sa mai magari si ribella

e disconosce la divinità.

COSI' CAPISCONO ... CHE SONO  STATO BUONO !

domenica 6 marzo 2011

ARPEGGI DI MARE

Chissà se quegli arpeggi

di luci fioche

che stanno sulle sponde

potranno mai

richiamare ancora

le mie fate, che tutti quanti

chiamano sirene

e sono andate ... un tempo

infondo al mare.


Tu non lo sai per quanto

tempo ho atteso quel ritorno.


Mi son fermato seduto sullo scoglio

ed ho aspettato ...

per tutto il tempo

ma quanto tempo! ...

non bastava mai

ho visto lune, ho contato stelle,

e quanti venti,

salsedine e racconti

che mi dicevo

per non restare solo.


E poi le notti vissute in riva al mare

se pure caldo

son sempre state fredde

ma le sirene

non sono più tornate.

E stanno qui gli arpeggi del paese

a dare luce sulla spiaggia vuota

a far giocare

i pesci appena nati

che sono dentro l'acqua

e stan crescendo

per conquistare il mare,


e le sirene potranno

un dì tornare.

sabato 5 marzo 2011

IL BALLO

Adesso è l'ora di

un vecchio piano forte

suona di notte ...

La musica è in sordina ...

a bassa voce,

perché si sente solo.

Chiede sommesso

a un vecchio carillon,

mentre lui suona

di fargli compagnia.

Fare un concerto

di musiche intonate

e far cantare le pupe di bisquit.

E poi più tardi a fine di serata

farle ballare, sino a quando è giorno.

Tenendole più strette che si può