venerdì 20 maggio 2011

VOCI ... DENTRO

Voci di un tempo,



sempre più a ritroso



riempiono  i pensieri di ricordi



villaggi nati ieri e fatti vivi



quasi d'incanto,



a volermi dare un segno





Voci da un campo,



da un prato



da una finestra,



da un angolo di strada



un lamento forse anche un guaito



o il pianto di un bambino



ch'è perduto



cerca un abbraccio



di una qualunque madre



basta un sorriso ...



per non sentirsi solo.





La voce è un canto,



un richiamo a casa



come il profumo di  un rosso melograno



una cicala ... il frijo di un rondone



o un'ape buona che passa e t'accarezza



quasi che fosse di una farfalla l'ala.





Sento la voce di un profumo antico



del vento di campagna sopra il grano



la terra calda arsa sotto il sole



e la frescura degli ulivi  nuovi



ancora bimbi per



donarne il frutto.





Le voci ...



e voci delle nenie e di canzoni



che son scritte sui muri del passato



            suoi cuori



e sopra i  volti di tutti quelli



      che sanno tutto



e che non dicon niente.





Le voci delle rughe,



      e degli sguardi



di chi da sempre s'è messa ad aspettare



che prima di campare e di sperare



resta sotto il sole ad aspettare.





e son rimasto li sin da bambino



a sentir voci  che non so scordare



            neppure adesso



che me ne posso andare.

mercoledì 4 maggio 2011

A PEPPINO DI VITTORIO

E' terra arsa, è terra fatta amara.

Questa mia terra antica ed orgogliosa

ch'è  fatta serva dai baroni infami

che voglion solo un signor ... gnor si.

Sempre miseria fame e bastonate

ai figli della terra senza mai pane

e poi trattati a servi della gleba

senza il diritto di stabilire un prezzo

senza contratto per rendere più merce

la propria stima la propria dignità.

Occorre ribellarsi alle bestialità !

 all'arroganza,  dei grandi proprietari

dalla violenza, dalla povertà,

da questa fame ingiusta e senza senso...

IO QUI LO GIURO .. CHE SINO A QUANDO

AL MONDO SARO' VIVO

NESSUNO PIU' DOVRA' SOFFRIR

LA FAME CONTRO IL POTERE E

LA SOPPRAFFAZIONE 

LOTTA PER SEMPRE E PER L'UNITA'


Come ti chiami pezzo di pezzente come ti permetti

alzar la tua voce, davanti a un conte di regia discendenza!?


SONO UN CAFONE MI CHIAMO

DI VITTORIO MA SON MODESTO

CHIAMATEMI PEPPINO

e quan'è cre tutt a fatichè

IL SOGNATORE

Ma quanto è immenso

questo mare mio,

senza confini

e senza vere sponde ...

Ne isole lontane su cui posare

un sogno od  un pensiero

anche lo sguardo non incontra fine

immagini distorte di un confine

che fra le nebbie avvolte

dentro un sogno

giocano col vento a far sirene ...

 canti  di un tempo di vaga gioventù

sono gabbiani che non tornan più.


Ma quanto è nero questo mare mio

avvolto su stesso come un fiore

che non ha voglia di sbocciare al cielo

il cui colore si spegne come un sole

che stanco del suo giorno già finito

chiede alle stelle d'esser sostituito.


Ma io che sono

soltanto un sognatore

vedo sull'onda ...

Un  vecchio contadino

infondo ... la ...

al tramonto

col  volto amaro

laciare al cielo

il salto di una falce.

Le ali in volo di un sogno già finito