lunedì 19 marzo 2012

LA MIA CERINA

Vago in Cerina in questa notte buia.

In questa casba chiusa in una stanza
nascosto fra gli anfratti dei ricordi.

Vetusti vichi e case abbandonate
rovine antiche ed edere assopite
quasi a fatica si tengono avvinghiate.

Su vecchi muri in piedi per orgoglio.

A passi lenti sorseggio il suo respiro
fra luci fatue , lumini fluorescenti...

Passano il tempo a farsi dondolare
da un vento flebile che passa

                e  se va

       lasciando ...Intorno

Profumi dolci di maliconia.

Notte profonda e piena di sospiri
fra canti e nenie e di preghiere d'ave
segnano il passo ad anime silenti
che camminando lasciano faville

Son le speranze che se na vanno
in fumo ...

Volano in alto per spegnersi
nel cielo finendo invano
dove non c'è niente.

Ed io conosco i posti più discreti
non ho bisogno dei lampioni accesi
di questi posti conosco ogni segreto
persino il posto dove sulla pietra
cresceva l'uva e rimestavo il mosto.

Conosco i posti dove quando è sera
è tanto buio e non si vede niente
soltanto i passi svelti della gente
che torna casa e che non spera in niente.

Qui da lontano fischia ancora il treno
sbuffando fumo e rincorrendo il tempo
suda ricordi e foto d'altri tempi,
lanciando fiori dolci e profumati
ed il mio bimbo che vive dentro me
rincorre il treno che intanto se ne va.

Verso Cerina che rimane qua







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